lunedì 25 novembre 2013

POLITICA E FELICITA'. BRASILE. PANORAMA, 11 novembre 2010

Nel Paese del samba e del Carnevale diventa norma costituzionale il diritto alla felicità per decisione unanime del Parlamento. Resta l'eterna domanda, ma cos'è davvero la felicità?


Anche il Brasile, prendendo a modello la dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti , avrà il suo diritto alla felicità sancito dalla Costituzione.
La proposta di emendamento presentata dall'ex ministro dell’educazione e attuale senatore, Cristovam Buarque, è stata approvata da una commissione del Senato di Brasilia all'unanimità della maggioranza che appoggia il presidente Luiz Inacio Lula da Silva e dell’opposizione. Come a dire che almeno su questo punto si è tutti d’accordo.
“Sia ben chiaro che la felicità non diventa un diritto, ma la ricerca della felicità sì”, ha commentato Buarque. La commissione costituzione e giustizia, considerata la più importante del Senato verde-oro, ha raccomandato l’aggiunta del diritto alla ricerca della felicità all’articolo 6 della Costituzione che elenca altri diritti sociali come “educazione, salute, alimentazione, lavoro, abitazione, divertimento, sicurezza, previdenza sociale, protezione della maternità e dell'infanzia, assistenza ai meno fortunati”.
Il progetto di legge, che ha alle spalle molti intellettuali, artisti e pubblicitari brasiliani, passa ora alla plenaria del Senato dove nei prossimi giorni sarà approvato dai tre quinti dei congressisti, visto che è una legge speciale di modifica alla Costituzione.
Resta l'eterna domanda in un paese in cui, nei giorni scorsi, oltre 20 detenuti sono morti massacrati in due prigioni e la violenza non accenna a diminuire come dimostrano le statistiche: che cos'è davvero la felicità?

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