Nuovo colpo di teatro del presidente venezuelano, Nicolas Maduro nella gestione della grave crisi economica che colpisce il paese. Con un’altra inedita iniziativa ha annunciato la creazione del viceministero per la Suprema Felicità Sociale, incaricato di gestire le «missioni sociali» lanciate dal suo predecessore, Hugo Chavez.
Annunciando il progetto, Maduro ha detto che il suo nome gli è stato ispirato dai due «comandanti eterni» della Rivoluzione Bolivariana, Chavez e Simon Bolivar.
Il viceministero, ha spiegato, dovrà «occuparsi dei vecchietti e delle vecchiette, dei bambini e delle bambine, che sono quanto vi è di più sublime e amabile per il popolo rivoluzionario».
Maduro ha sottolineato che le «missioni sociali» fanno parte «della rivoluzione socialista, perché vanno al di là e trascendono i criteri dello Stato del benessere, che esiste nell’ambito del capitalismo».
Le «missioni bolivariane» sono attive in vari settori della società, dall’istruzione alla casa passando per l’integrazione degli indios e la lotta contro la scarsità nell’ approvvigionamento di prodotti di base nelle catene di supermercati del paese.
Non è la prima volta che Maduro risponde alle sfide crescenti che affronta il suo governo, sei mesi dopo la sua elezione, con la creazione di organismi governativi ad hoc, che spesso hanno un nome altisonante, come la Forza Bolivariana Socialista dei Lavoratori contro la Guerra Economica e la Guerra dell’Imperialismo e l’Oligarchia o l’Organo Superiore per la Difesa Popolare dell’Economia.
Quest’ultimo è nato lo scorso primo ottobre, con l’obiettivo specifico di garantire la distribuzione dei prodotti di base nelle reti commerciali. Eppure un rapporto diffuso oggi dalla Banca Centrale rivela che nella sola Caracas almeno 16 alimenti -come l’olio di semi, lo zucchero, la farina di frumento e il burro- registrano una «seria scarsità», ossia superiore al 41%, che in alcuni casi raggiunge l’80%.
Ma Maduro continua ad affermare che il governo non ha nessuna responsabilità per la crisi: «Con gli investimenti che abbiamo e il lavoro svolto, se non fossimo sottoposti a una guerra nazionale ed internazionale, l’economia avrebbe vissuto un 2013 perfetto, con una inflazione al di sotto del 20%», ha detto giovedì scorso il presidente.
Nei primi nove mesi dell’anno, il tasso di inflazione interannuale ha raggiunto invece il 38,7% e secondo gli analisti potrebbe arrivare al 50% entro la fine dell’anno, contro un pronostico del governo che oscillava fra il 14 e il 16%.
Annunciando il progetto, Maduro ha detto che il suo nome gli è stato ispirato dai due «comandanti eterni» della Rivoluzione Bolivariana, Chavez e Simon Bolivar.
Il viceministero, ha spiegato, dovrà «occuparsi dei vecchietti e delle vecchiette, dei bambini e delle bambine, che sono quanto vi è di più sublime e amabile per il popolo rivoluzionario».
Maduro ha sottolineato che le «missioni sociali» fanno parte «della rivoluzione socialista, perché vanno al di là e trascendono i criteri dello Stato del benessere, che esiste nell’ambito del capitalismo».
Le «missioni bolivariane» sono attive in vari settori della società, dall’istruzione alla casa passando per l’integrazione degli indios e la lotta contro la scarsità nell’ approvvigionamento di prodotti di base nelle catene di supermercati del paese.
Non è la prima volta che Maduro risponde alle sfide crescenti che affronta il suo governo, sei mesi dopo la sua elezione, con la creazione di organismi governativi ad hoc, che spesso hanno un nome altisonante, come la Forza Bolivariana Socialista dei Lavoratori contro la Guerra Economica e la Guerra dell’Imperialismo e l’Oligarchia o l’Organo Superiore per la Difesa Popolare dell’Economia.
Quest’ultimo è nato lo scorso primo ottobre, con l’obiettivo specifico di garantire la distribuzione dei prodotti di base nelle reti commerciali. Eppure un rapporto diffuso oggi dalla Banca Centrale rivela che nella sola Caracas almeno 16 alimenti -come l’olio di semi, lo zucchero, la farina di frumento e il burro- registrano una «seria scarsità», ossia superiore al 41%, che in alcuni casi raggiunge l’80%.
Ma Maduro continua ad affermare che il governo non ha nessuna responsabilità per la crisi: «Con gli investimenti che abbiamo e il lavoro svolto, se non fossimo sottoposti a una guerra nazionale ed internazionale, l’economia avrebbe vissuto un 2013 perfetto, con una inflazione al di sotto del 20%», ha detto giovedì scorso il presidente.
Nei primi nove mesi dell’anno, il tasso di inflazione interannuale ha raggiunto invece il 38,7% e secondo gli analisti potrebbe arrivare al 50% entro la fine dell’anno, contro un pronostico del governo che oscillava fra il 14 e il 16%.
Nessun commento:
Posta un commento