martedì 2 settembre 2014

REGIONI E COSTI DELLA POLITICA ITALIANA. P. FANTAUZZI, Rottamare costa: 15 milioni per i consiglieri C'è anche l’assessore del 'contratto hard', L'ESPRESSO, 1 settembre 2014

Dal centro alla periferia, anche la rottamazione ha i suoi costi. E il paradosso è che questo ricambio - velocizzato dall’ingresso negli enti locali del Movimento cinque stelle - sta accelerando pure i privilegi che la politica si è generosamente regalata nel corso degli anni. Lo dimostra il caso del Piemonte e dell’Abruzzo, dove a maggio si è votato con due anni di anticipo per il rinnovo delle giunte regionali.


All’Aquila, per il combinato disposto prodotto dalla riduzione delle poltrone, le facce nuove inserite in lista e il risultato dei grillini (21% e 6 seggi), a casa sono rimasti ben 31 consiglieri. Una ventata di rinnovamento che però non è passata senza conseguenze: in base alla legge, infatti, ognuno di questi “esodati” ha avuto diritto all’indennità di fine mandato, una sorta di buonuscita pari a un mese di stipendio per ogni anno di mandato.

INDAGATI E PREMIATI
Un’operazione di reinserimento sociale costata agli abruzzesi1.318.220,75 euro, fra i cui beneficiari rientrano anche 14 indagati nella Rimborsopoli regionale. Compreso Luigi De Fanis, l’assessore alla Cultura arrestato lo scorso novembre per corruzione e salito alla ribalta per le spese allegre coi soldi della Regione e il contratto hard stipulato con la sua segretaria. Dopo appena cinque anni e mezzo - compresa una sospensione di sei settimane a causa delle misure cautelari - l’ex assessore ha incassato poco prima delle vacanze estive 35.750 eurolordi (30.835 al netto delle ritenute Irpef).


Stessa cifra ricevuta da un altro ex assessore, Lanfranco Venturoni , anche lui arrestato per corruzione nel 2010 e sotto processo a Pescara. Ancora meglio ha fatto un altro ex componente della giunta Chiodi, Daniela Stati, che fu interdetta dai pubblici uffici per una inchiesta sulla ricostruzione ed è tuttora inquisita: con 9 anni e 2 mesi da consigliere all’attivo ha incassato 60.500 euro lordi(52.183 netti). Anche in caso di condanna, comunque, nessuno dovrà restituire alcunché: la legge non lo prevede.
TRATTAMENTO MEZZA PENSIONE
Ritenendo evidentemente la cifra troppo esigua o non sapendo come arrivare a fine mese una volta rimasti senza poltrona, in 5 hanno anche chiesto l’anticipo del vitalizio. Che per i comuni mortali scatta al compimento dei 66 anni ma per i fortunati politici italiani scende a 65. Con la possibilità di anticiparlo fino a 60 anni, scontando una penalità di poche centinaia di euro. In questo modo, con appena un quinquennio di contributi, tutti hanno iniziato a riscuotere circa 2 mila euro al mese. In pratica fra tre anni si saranno tutti già ripagati il prelievo subito in busta paga. Mentre la Regione dovrà sborsare in anticipo 195 mila euro l’anno per pagare il trattamento pensionistico.

Discorso identico in Piemonte: alle elezioni Cinque stelle al 21 per cento (8 eletti) e la bellezza di 42 consiglieri rottamati. Costo complessivo per l’assegno di fine mandato: un milione e mezzo di euro. E per fortuna che le elezioni si sono tenute con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, altrimenti l’impegno sarebbe stato quasi doppio. A Torino i rottamati alla prima esperienza hanno intascato dopo appena tre anni 40 mila euro, più dei colleghi abruzzesi.

Spese che attendono a breve tutte le regioni chiamate al voto. Ben nove entro il 2015: due già in autunno (Emilia Romagna e Calabria) più altre sette la prossima primavera (Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania, Puglia). E allora sì che ci sarà da “ridere”: con una stima prudenziale, è lecito ipotizzare che i consiglieri non rieletti saranno almeno 200. Un turnover che comporterà per 15 milioni di euro di spesa per la sola buonuscita.

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