martedì 28 agosto 2012

DEMOCRAZIA E FARNETICAZIONI. FAGOTTO F. MARIO, Le lezioni farneticanti del duo Foschini-Sartori, dal programma 'Lezioni sulla democrazia' in onda su RAINEWS, puntata del 27 agosto 2012



Debbo dire che la puntata delle Lezioni sulla democrazia trasmessa su RAINEWS lunedì sera, 27 agosto, mi ha preso in contropiede. Non mi aspettavo, francamente, una tale serie di stupidaggini sostenute con una sicumera così spocchiosa e supponente. Per farla breve, riassumo a memoria perché non posso documentare niente dal momento che non esiste la registrazione delle puntate. La RAI, che deve aver finanziato il programma in cui vediamo una rediviva Lorenza Foschini far finta di porre domande al professor Giovanni Sartori (la coppia ha anche pubblicato un libro dal titolo La democrazia in trenta lezioni, Mondadori, 2008) non ha messo, infatti, a disposizione i pochi minuti che caratterizzano queste puntate! C’è qualsiasi porcheria in rete, ma queste puntate o le vedi in diretta su RAINEWS oppure “arrivederci e grazie di aver contribuito col suo canone a produrre qualcosa di completamente inutile ed inafferrabile”!




Comunque sia, Sartori esordisce col dire che il termine ‘capitalismo’ è un termine usato dalla tradizione socialista in una accezione semantica unicamente diffamatoria. Quindi, come dire, si tratta di un termine che non descrive avalutativamente il sistema economico del mercato, che pure deve essere trattato così (lo dirà poco dopo), ma si accanisce con disprezzo su di esso contribuendo a fare dell’economia occidentale una specie di ordine mostruoso, fatto di sfruttamento e di disuguaglianza.

 

   Poi aggiunge, servendosi di F. Von Hayek, che il mercato è, in realtà, un sistema in cui agisce un ‘ordine spontaneo’ e non regolato. Dunque è un piccolo gioiello di perfezione che non ha bisogno di niente!

 

   Per finire se la prende con Marx il quale avrebbe alimentato, con la sua teoria del valore-lavoro, un bel paradosso: infatti, mentre il mercato agirebbe per il bene di tutti, Marx avrebbe preso le difese solo del singolo lavoratore, per cui sarebbe lui l’individualista metodologico, non il mercato, meccanismo perfettamente impersonale e capace di produrre effetti benefici senza guardare in faccia a nessuno.

 

   Ripeto: faccio fatica a riassumere correttamente sia perché sorpreso da tanta faciloneria, sia perché privo come sono delle possibilità di citare con precisione quanto detto da Sartori, ma le tesi sono sostanzialmente queste.

Al punto che la puntata, alla fine, ha strappato il sorriso ironico del conduttore Mineo che deve essersi accorto anche lui di una così ridicola ‘difesa del mercato’.

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