I disordini erano iniziati venerdì, quando i lavoratori avevano incrociato le braccia nell'ambito di una disputa sui salari. Lo sciopero è poi degenerato in un conflitto aperto tra i membri dei due sindacati che si fanno concorrenza. Marikana si trova a circa 70 chilometri a nordovest di Johannesburg.
Un cameraman ha detto di aver visto almeno sette cadaveri dopo la sparatoria, che è stata innescata dall'assalto dei minatori, scesi da una formazione rocciosa accanto alla miniera di Marikana, contro i poliziotti, che stavano ergendo delle barriere con il filo spinato. La polizia era già intervenuta con proiettili di gomma e lacrimogeni contro le migliaia di minatori in protesta, molti dei quali armati di bastoni e machete. La miniera Marikana della Lonmin, terzo produttore mondiale di platino, minaccia il licenziamento di tremila lavoratori. La
condizione è interrompere lo sciopero. Il sindacato Amcu chiede per i minatori il triplo rispetto al salario attuale, che pari a circa 400 euro al mese.
Stamattina la società aveva fatto sapere in una nota: i minatori che non si presenteranno domani al lavoro saranno licenziati. "I dipendenti in sciopero - si legge nel comunicato - sono armati e non lavorano. È illegale". Intanto, agenti di polizia hanno detto che dopo la rottura delle trattative con l'Amcu non resta altra opzione che l'uso della forza. Un leader del'Amcu al megafono ha urlato: "Non ci muoviamo. Se necessario, siamo pronti a morire!". I produttori di platino lamentano che il calo del prezzo del prezioso metallo - di cui il Sudafrica ospita l'80% delle riserve mondiali - e la crescita del costo del lavoro li stanno portando al fallimento
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