domenica 5 maggio 2013

POLITICA CONFUSA. DOVE VANNO A SCUOLA I FIGLI E LE FIGLIE DI ESPONENTI DELLA CULTURA DI SINISTRA. ANTONIO SIGNORINI, I figli dei vip di sinistra? Tutti alle scuole private, IL GIORNALE, 25 ottobre 2008


Roma Tanta preoccupazione per
la scuola pubblica si può spiegare
solo come un atto estremo di
altruismo, visto che quando si
tratta di decidere il destino dei
figli un bel pezzo di centrosinistra
si orienta direttamente verso
le scuole private. E magari straniere.
Sorprende, insomma, tanta acrimonia
nei confronti del ministro
Gelmini, visto che non sono pochi
gli esponenti della sinistra
che di contatti diretti con la riforma
della scuola, non ne avranno
mai.


Lo ha candidamente ammesso
Michele Santoro nel corso dell’ultima
puntata di AnnoZero, tutta
dedicata alla scuola e alla nuova
ondata di contestazioni studentesche.
Voleva dimostrare al leghista
Roberto Cota quanto fosse
sbagliata l’idea di «classi ponte»
per insegnare la lingua straniera
ai figli di immigrati. In sintesi:
l’integrazione è facilissima anche
quando un bambino si trova
in un’aula dove tutti parlano una
lingua che non sa. Per spiegarlo
ha riportato, con comprensibile
orgoglio paterno, l’esempio della
figlia che frequentaunascuola
straniera «e già parla un’altra lingua
». Applausi. Non si sa se dedicati
alla bravura della bimba poliglotta
o all’accostamento tra chi
frequenta il costoso istituto francese
«Chateaubriand», con
l’obiettivo di diventare bilingue
edevitare le storichecarenzedella
scuola italiana, e i figli degli
immigrati alle prese con la durissima
battaglia per l’integrazione.
Ospite della trasmissione, il segretario
Ds Walter Veltroni. Dei
suoi investimenti immobiliari e
formativi a New York a favore
della figlia si sa già tutto. D’altro
canto il Pci non c’è più. E con i
comunisti è scomparso anche il
divieto non scritto che vigeva
per i dirigenti:mai iscrivere i figli
alle private. Lo conferma il caso
diGiovanna Melandri, la cui prole è stata affidata
all’istituto privato
«San Giuseppe». Si dice che
l’esponente Pd abbia anche cercato
di fare entrare la figlia inuna
scuola inglese. La stessa - la «Rome
International School» - scelta
dall’ex parlamentare di Rifondazione
comunista Franco Russo,
ansioso di dare un’educazione
un po’ amerikana ai discendenti.
Niente pubbliche o comunali
anche per i nipoti di Fausto
Bertinotti, iscritti a suo tempo
ad un prestigioso asilo romano
dal metodo di insegnamento rivoluzionario.
Ma a pagamento.
E in effetti non è sempre la caccia
alla lingua straniera la molla
che fa scappare i genitori democratici
dalle pubbliche. È il caso
dell’ex ministro dell’Istruzione
Giuseppe Fioroni, contestato
dai giovani del centrodestra per
aver mandato il figlio ad un Liceo
scientifico paritario di Viterbo,
proprio negli anni in cui era
in carica nel dicastero di viale
Trastevere.
La seduzione del privato-straniero
ha fatto breccia anche tra i più
intransigenti girotondini. È il caso
di Nanni Moretti, il cui figlio
frequenta la scuola americana di
Roma, la «Ambritt». Stessa scelta
per il discendente di un vero e
proprio outsider del Partito democratico:
Mario Adinolfi. Proprio in questi
giorni l’ex esponente
del Ppi, per sua stessa ammissione
allergico alle occupazioni,
ha lodato la nuova ondata di studenti
contestatori vedendoci
l’embrione di un «conflittogiovanile
di massa contro queste destre
». Chissà se anche dalle parti
della scuola americana di Roma
farà breccia l’atteso nuovo Sessantotto.
Scuola privata catanese anche
per le figlie diAnnaFinocchiaro,
presidente dei senatori Pd. Al
club del «no alle statali» si è iscritto
anche Francesco Rutelli, Anche
lui negli ultimi giorni si è
espresso, non tanto a favore della
protesta studentesca, quanto
controla linea «dura» di Berlusconi.
Sicuramente nessuna delle
sue due figlie dovrà subire interruzioni
delle lezioni:unaè iscritta
al liceo privato «Kennedy» e
l’altra alla prestigiosissima «San
Giuseppe De Merode», scuola
convista su Piazza di Spagna.Da
quelle parti di okkupazioni, e
cortei, se ne vedono pochi.

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