Sequestrati mobili, immobili, conti correnti. Il «dispiacere» di Occhetto per la sorte avuta dalla testata del Pci
VENDITE FASULLE - Nell'inchiesta si ipotizza che la cooperativa «Rinascita» abbia percepito oltre 2,3 milioni di finanziamenti pubblici senza avere i requisiti previsti dalla legge. Perciò il Nucleo tributario della Finanza ha sequestrato beni mobili, immobili, conti correnti e denaro per una cifra equivalente. Il presidente del consiglio di amministrazione, M.M., è indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato perché avrebbe falsamente attestato la vendita, nel 2009, di 934.632 copie. Il numero è di poco superiore al 25% della tiratura netta complessiva, pari a oltre 3,7 milioni di copie: per ottenere i contributi dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria di Palazzo Chigi occorre infatti che la diffusione della testata sia pari ad almeno un quarto della tiratura netta.
LE IMPRESE DI PULIZIE - L'attenzione delle Fiamme Gialle si è concentrata, in particolare, sull'«anomalo» ruolo di due imprese di pulizia e disinfestazione, che erano state incaricate di provvedere alla diffusione del quotidiano. In realtà si tratterebbe di ditte esistenti solo sulla carta a cui peraltro era stato affidato un compito assolutamente incongruente con l'oggetto sociale
LE RADICI - La vera «Rinascita», quella fondata da Palmiro Togliatti, ha chiuso nel '91. Nel '98 Achille Occhetto ha tentato il rilancio, ma l'impresa si è rivelata impossibile. «La testata - racconta Occhetto - è stata poi venduta a Rifondazione (ma il partito smentisce). Un errore, ma io non ero già più segretario del Pds». Oggi «dispiace» sapere in che mani è finito «un giornale che ha avuto momenti alti non solo nella storia della sinistra, ma anche nella cultura italiana». Infatti l'attuale direttore del quotidiano, Ugo Gaudenzi, ha iniziato la sua vita pubblica come esponente di «Primula goliardica», protagonista della stagione del nazi-maoismo, un gruppo con adesioni anche tra i neofascisti e gli studenti di estrema destra. Era il '68, ma anche se sono passati 45 anni sembra che le idee di Gaudenzi non siano cambiate.
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