lunedì 19 novembre 2012

ITALIA. RICATTI E COMPLOTTI DELLA VITA 'POLITICA' ITALIANA. FERRARELLA, GUASTELLA, La banda e il sequestro di Spinelli «Abbiamo le carte per rovinare De Benedetti» , IL CORRIERE DELLA SERA, 19 novembre 2012


I malviventi al collaboratore di Berlusconi: «Abbiamo anche un video di una cena tra Fini e alcuni magistrati»



MILANO - Il ragionier Spinelli, a proposito del sequestro lampo che ha subito nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, racconta che gli uomini della banda gli mostrarono una chiavetta e un Dvd dicendogli che in quei supporti informatici c'erano sette ore e quarantuno minuti di registrazione che avrebbero danneggiato Carlo De Benedetti sempre in relazione al Lodo Mondadori. Nessuno però fa vedere né sentire nulla al collaboratore di Berlusconi durante la notte del sequestro. Alla domanda di Spinelli: «Come faccio a sapere che il materiale è autentico?» quello che parrebbe il capo della banda, Francesco Leone, risponde: «È autentico, chi l'ha fatto è ancora nella "crema"». La banda «propone» poi a Spinelli anche una presunta registrazione video di una cena in cui, secondo il loro racconto, Gianfranco Fini avrebbe parlato ai magistrati pregandoli di aiutarlo a mettere in difficoltà Berlusconi e che per questo gli sarebbe stato grato tutta la vita. Spinelli riferirà poi che, quando ha raccontato quest'ultimo episodio della cena di Fini all’avvocato Ghedini e a Berlusconi tutti e due si sono messi a ridere per quella frase riportata, e cioè che Fini avrebbe dichiarato che sarebbe stato grato ai magistrati che lo avessero aiutato.
IL RACCONTO DELLA MOGLIE - La moglie del ragionier Spinelli descrive i tre malviventi che entrano nella sua abitazione: «Entrambi parlavano italiano, uno dei due a un certo punto mi ha detto "Stia tranquilla signora, anch'io ho una mamma". La donna riferisce poi che uno dei due ha pronunciato più o meno la seguente frase: «È un mondo di merda e queste cose non andrebbero fatte». La signora Spinelli racconta che lei e il marito erano obbligati a stare seduti sul divano della sala: «A un certo punto - ricorda- ho tirato fuori un rosario che avevo a portata di mano e io e mio marito abbiamo cominciato a pregare. Uno dei due aggressori, quello più gentile, mi ha detto "Anch'io sono credente"».

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