La principale missione della trasmissione di Michele Santoro, Servizio
Pubblico, è oggi quella di suscitare (ad uso e consumo del movimento di Beppe
Grillo) il massimo disgusto nei confronti dei politici. Un’operazione assai
agevole dato che gli argomenti al riguardo abbondano, ma Santoro si spinge
oltre: i politici fanno schifo, ma poiché questi hanno la responsabilità dello
stato e dei servizi pubblici, anche stato e servizi pubblici devono fare
schifo.
Fa schifo lo stato che non garantisce la necessaria assistenza ai pazienti con SLA, come documenta un servizio effettuato al domicilio di un paziente. Interviene in diretta la figlia del paziente a cui Santoro chiede quanto gli servirebbe per stare più tranquilla, per risolvere i numerosi problemi quotidiani legati all’assistenza del padre. “500 euro al mese”, risponde la signora Antonietta. Interviene Briatore che ha appena corretto un giornalista (il mio yacht è lungo 64 e non 62 metri): “Alla signora Antonietta do io i 500 euro per un anno, io mi sostituisco allo stato”. Brusio da parte del pubblico e qualche applauso. Santoro: “E gli altri ammalati di SLA?”. Tutto qui. Solo dopo interviene Landini, l’unico che giustamente obietta: “La signora Antonietta non deve avere bisogno dei soldi di Briatore, dato che l’assistenza di cui ha bisogno suo padre è un diritto garantito dalla Costituzione”.
Ma i tempi della TV non perdonano. Briatore si è espresso con una tipica affermazione da “capitalismo compassionevole” (“i soldi glieli do io”) e il pubblico in sala, sempre pronto a insorgere e a indignarsi ogni volta che si parla di “politici”, è rimasto praticamente muto, lo stesso ha fatto Santoro. Forse la scena era anche preparata in anticipo. Insomma una pessima pagina di una trasmissione che si chiama “Servizio Pubblico” (per l’occasione trasformata in una sorta di “ruota della fortuna”) e che un tempo apprezzavo.
Riferimento alla trasmissione del 15 novembre 2012
Fa schifo lo stato che non garantisce la necessaria assistenza ai pazienti con SLA, come documenta un servizio effettuato al domicilio di un paziente. Interviene in diretta la figlia del paziente a cui Santoro chiede quanto gli servirebbe per stare più tranquilla, per risolvere i numerosi problemi quotidiani legati all’assistenza del padre. “500 euro al mese”, risponde la signora Antonietta. Interviene Briatore che ha appena corretto un giornalista (il mio yacht è lungo 64 e non 62 metri): “Alla signora Antonietta do io i 500 euro per un anno, io mi sostituisco allo stato”. Brusio da parte del pubblico e qualche applauso. Santoro: “E gli altri ammalati di SLA?”. Tutto qui. Solo dopo interviene Landini, l’unico che giustamente obietta: “La signora Antonietta non deve avere bisogno dei soldi di Briatore, dato che l’assistenza di cui ha bisogno suo padre è un diritto garantito dalla Costituzione”.
Ma i tempi della TV non perdonano. Briatore si è espresso con una tipica affermazione da “capitalismo compassionevole” (“i soldi glieli do io”) e il pubblico in sala, sempre pronto a insorgere e a indignarsi ogni volta che si parla di “politici”, è rimasto praticamente muto, lo stesso ha fatto Santoro. Forse la scena era anche preparata in anticipo. Insomma una pessima pagina di una trasmissione che si chiama “Servizio Pubblico” (per l’occasione trasformata in una sorta di “ruota della fortuna”) e che un tempo apprezzavo.
Riferimento alla trasmissione del 15 novembre 2012
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