Nato nel 1959, si è laureato all'Università Ebraica di Gerusalemme nel 1984 e completato l'MBA presso l'Università della California, Los Angeles nel 1989 e il Dottorato in Ricerca.
È stato senior partner e direttore di McKinsey & Company fino al Marzo 2013.[1][2][3]
Consigliere economico di Matteo Renzi,[1][2][3] in occasione delle elezioni del 2013 viene eletto deputato in Abruzzo per il Partito Democratico.
------------------------------------------------------------------------------------
“Noi abbiamo bisogno di un cambiamento molto forte…entro il 2015…dobbiamo vedere una riduzione della spesa pubblica di oltre 5 miliardi di euro per il 2015…dobbiamo iniziare a vedere un recupero dell’evasione fiscale di oltre 10 miliardi…ecco…queste cose non si vedono, non si vedono nei numeri e non si vedono nelle azioni sottostanti…noi abbiamo bisogno di uno shock, non di una continua stabilità…e questo manca. Se vogliamo essere seri, vogliamo fare una diminuzione della spesa pubblica senza tagliare i servizi, ma rendendo lo stato più efficiente, ci vuole del tempo…non lo si può fare da oggi al domani. Se iniziamo a farlo adesso, nel 205 avremo risultati, poi nel 2016 ancor di più…questo non vedo…lo stesso vale per l’evasione fiscale.
È stato senior partner e direttore di McKinsey & Company fino al Marzo 2013.[1][2][3]
Consigliere economico di Matteo Renzi,[1][2][3] in occasione delle elezioni del 2013 viene eletto deputato in Abruzzo per il Partito Democratico.
------------------------------------------------------------------------------------
“Noi abbiamo bisogno di un cambiamento molto forte…entro il 2015…dobbiamo vedere una riduzione della spesa pubblica di oltre 5 miliardi di euro per il 2015…dobbiamo iniziare a vedere un recupero dell’evasione fiscale di oltre 10 miliardi…ecco…queste cose non si vedono, non si vedono nei numeri e non si vedono nelle azioni sottostanti…noi abbiamo bisogno di uno shock, non di una continua stabilità…e questo manca. Se vogliamo essere seri, vogliamo fare una diminuzione della spesa pubblica senza tagliare i servizi, ma rendendo lo stato più efficiente, ci vuole del tempo…non lo si può fare da oggi al domani. Se iniziamo a farlo adesso, nel 205 avremo risultati, poi nel 2016 ancor di più…questo non vedo…lo stesso vale per l’evasione fiscale.
(…) Io credo che noi abbiamo bisogno di un taglio molto
forte sulle tasse che pagano i lavoratori…quindi non un miliardo e mezzo, ma 15
miliardi…da subito che io avrei finanziato con vendita di beni dello stato nel
2014, nel 2015 finanziandola con un taglio strutturale delle spese ed un
recupero dell’evasione…per quanto riguarda le tasse che pagano i datori di
lavoro…per veramente ridurre il costo del lavoro in modo che abbia significato,
servono decine di miliardi…queste decine di miliardi ad oggi non ci sono e
purtroppo nei prossimi due, tre anni non ci potrebbero essere …EHM…ricordo che il governo Prodi e il governo Monti, messi assieme,
hanno tagliato 10 miliardi delle tasse sul lavoro, quindi non hanno prodotto
molto effetto…quello che invece dobbiamo fare per aiutare la competitività delle
imprese è lavorare per ridurre i costi dei servizi. Noi abbiamo un problema che
si chiama ‘inflazione dei servizi’: abbiamo un costo di servizi che sale
troppo, che pesa sulle famiglia e sulle imprese e crea un costo del lavoro più
alto di quello tedesco…questo dobbiamo combattere e questa priorità si può fare
senza risorse pubbliche…in tre anni noi dobbiamo fare una riduzione delle tasse
di oltre 50 miliardi…nel 2014 solo vendendo beni pubblici…2015, 2016 questo va
fatto con riduzione di spesa e contrasto all’evasione. Io credo, se vogliamo
dei numeri posso anche dare dei numeri…io penso che noi dobbiamo avere almeno
una riduzione di spesa fra i 5 e i 10 miliardi nel 2015, oltre i 10 miliardi
nel 2016 e recupero dell’evasione che nel 2016 va oltre i 20 miliardi...
Friedman gli chiede come mai un governo di larghe intese
riesca nei fatti a produrre così poco, viste le considerazioni precedenti. La
risposta è che, sia in materia fiscale che sulla spesa pubblica, il PD ha idee
diverse dal PDL. Sull’evasione fiscale le posizioni sono diverse (ma l'intervistato non le spiega), così come in materia fiscale: qui l’intervistato chiarisce
che il PD non voleva tagliare del tutto l’IMU. Anche sulla spesa “abbiamo dei
punti di vista diversi su dove e come ridurre la spesa…francamente il governo
delle larghe intese è un freno, un vincolo a fare una grande trasformazione…si
può continuare avanti, così, in modo stabile come stiamo facendo benissimo…la
grande trasformazione , a mio avviso, è difficile farla in questo contesto"
Nessun commento:
Posta un commento