Politica, economia o tutte e due? A casa Rai cresce la polemica sui cachet artistici. L’altra sera Renato Brunetta, membro della Vigilanza (e ospite ruvido di Che tempo che fa) ha sollevato in diretta il tema del nuovo contratto di Fabio Fazio (5 milioni e 400 mila per tre anni, Sanremo compreso) e ieri ha rincarato la dose con un’interrogazione (nelle settimane passate aveva parlato dell’equilibrio politico degli ospiti del talk).
Curiosamente, alle critiche di Brunetta si è associato anche Beppe Grillo che nel suo blog ha messo a confronto il compenso di Fazio con la pensione di reversibilità (700 euro al mese) di una nonna con figlio e famiglia a carico. «Fazio - scrive Brunetta in un'interrogazione al presidente della Commissione di Vigilanza, Roberto Fico - avrebbe imposto un rinnovo anticipato del contratto garantendosi una vera e propria blindatura e subordinando ad esso la conduzione del prossimo Sanremo. L'eventuale conferma di questa circostanza, si configurerebbe come una gravissima forzatura del conduttore nei confronti della Rai». Il capogruppo Pdl, che parla anche di un compenso di 20mila euro a puntata per Luciana Littizzetto, chiede quindi che venga reso noto ufficialmente il compenso di Fazio, dopo il rifiuto dello stesso conduttore che in trasmissione ha richiamato l'obbligo di riservatezza preso con la Rai.
Un obbligo - secondo le associazioni dei consumatori - contrario alla legge, che - precisa l'Aduc - «impone alla Rai si rendere noto l'ammontare dei compensi per tutti i contratti». Una posizione condivisa da Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi, che hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti e un'istanza d'accesso all'Agenzia delle Entrate per avere copia delle denunce dei redditi di Fazio, Luciana Littizzetto e Roberto Benigni.
CONSUMATORI IN CAMPO
«Vediamo che Brunetta ed altri esponenti del centrodestra - replica il capogruppo in Vigilanza, Vinicio Peluffo - sollevano polemiche che sembrano rivolte più ad indebolire l'azienda, anzichè migliorare e rafforzare il servizio pubblico. Questo è il vero valzer dell'ipocrisia». Sempre ieri, da viale Mazzini, è affiorata l’indiscrezione (l’azienda non ha fiatato neppure su Fazio) che è saltata la trattativa con Maurizio Crozza. Si parla di divorzio consensuale e si precisa che le cifre che hanno girato non hanno fondamento. In realtà si è parlato di 5 milioni oltre al costo dello show, altri 20. Ma, siccome le puntate previste in un triennio erano una cinquantina, il prezzo a puntata sarebbe stato di 475.000 euro. Un costo tutt’altro che esorbitante per i probabili ascolti che avrebbe realizzato il comico. Il contratto sarebbe dovuto passare al vaglio del Cda, dove la maggioranza è di centrodestra. Crozza continuerà la collaborazione con Ballarò.
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