C’è anche l’ex tesoriere leghista Alessandro Patelli, l’idraulico che fu accusato di aver ricevuto una mazzetta da 200 milioni di lire (che faceva parte della maxitangente Enimont ai partiti negli anni Novanta) dal gruppo Ferruzzi e che per questo si diede del «pirla»: il suo vitalizio ammonta a 3mila 686 euro lordi al mese. A far compagnia a Patelli ci sono diversi nomi di spicco della Prima Repubblica in salsa lombarda. Il primo presidente della Lombardia, Piero Bassetti (2mila 391 euro lordi al mese), l’ex vicepresidente socialista Ugo Finetti (2mila 878 euro lordi mensili), gli ex presidenti Giuseppe Guzzetti (1979-'87) e il suo successore Giuseppe Giovenzana (1989-'92): il primo percepisce un vitalizio mensile di 4mila 782 euro lordi, il secondo di 2mila 368.
Poi i consiglieri: l’ex leader del Movimento studentesco Mario Capanna, eletto dal ’75 all’80 (3mila 159 euro lordi al mese); Benito Benedini, eletto nel Partito repubblicano, industriale, ex presidente di Assolombarda, oggi presidente della Fondazione Fiera (2mila 331 euro lordi al mese); Giampiero Borghini, sindaco di Milano per un anno, ex assessore regionale e poi city manager di Letizia Moratti a Palazzo Marino (5mila 898 euro lordi al mese). Carlo Ripa di Meana, che fu eletto consigliere regionale per il Psi alle prime elezioni regionali nel 1970 e di cui poi in Lombardia si sono perse le tracce, percepisce un vitalizio dal Pirellone di 2mila 391 euro lordi mensili. Nella lista compare anche l’ex funzionario pci Roberto Vallini, eletto consigliere nel 1975 e poi, terminato il mandato, tornato all’attività di giornalista: prende un vitalizio mensile di 3mila 150 euro lordi.
Delle 221 posizioni in carico alle casse del consiglio regionale, molte si riferiscono a una cifra totale di vitalizi già erogati ben superiore al totale dei contributi versati dagli ex consiglieri. Ben 49 sono le pensioni di reversibilità
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