Appena insediato, il nuovo governo ha rivendicato la volontà di istituire una commissione di inchiesta per accertare se vi siano stati e quali siano stati gli elementi di distorsione nella risposta e nella gestione della crisi pandemica. Tutti hanno subito fatto osservare che, se tale inchiesta dovesse riguardare distorsioni amministrative, speculazioni e gestioni opache della cosa pubblica, sarebbe ovviamente un’iniziativa più che benvenuta; se invece dovesse mettere in questione le misure di politica sanitaria adottate sulla base di indicazioni ben precise provenienti dalle istituzioni scientifiche e mediche, oltre che sulla base delle informazioni via via disponibili nella letteratura e nei documenti scientifici, la cosa sarebbe semplicemente nulla più che la tanto auspicata “Norimberga” su cui da tanto si sgolano novax e cospirazionisti di ogni specie.
Io avrei qualche modesta protesta di alcuni aspetti aggiuntivi, tuttavia, che dovrebbero essere presi in considerazione.
Se proprio dobbiamo cercare responsabilità che hanno prodotto grave danno alla società italiana in questo periodo, forse si potrebbe cominciare da chi ha sparso in maniera sistematica, e continua a farlo, una velenosa disinformazione. Forse chi ha negato, e persino in qualche caso ancora nega, l’esistenza di un virus pericoloso quando non avevamo vaccini, venendo incontro ai bias di tanti poveretti che in qualche caso ci hanno lasciato poi le penne, ecco forse quelli dovrebbero render ragione del proprio comportamento.
Ancora, chi continua a parlare di eccessi di mortalità misteriosi, suggerendo un legame con i vaccini e scoraggiando ancora oggi la popolazione dal far uso dell’unico mezzo che abbiamo (e su cui dovremo contare in futuro anche contro altri patogeni), fino ai nostri giorni che “Ci sono troppi giovani e quarantenni sani che muoiono di morte improvvisa. Accertare le cause di queste morti sarebbe compito della medicina e il nuovo ministro della Sanità dovrebbe istituire una commissione ad hoc per indagare su quello che sta succedendo”, forse dovrebbe sì vedere aprire un’indagine, ma sulle parole false che spargeva prima e su queste ultime, ancora una volta e immancabilmente falsificate dai dati.
Forse certi giornalisti che dell’antivaccinismo hanno fatto una linea editoriale precisa e continuativa, senza nemmeno darsi pena delle innumerevoli volte che sono stati smentiti e della dimostrazione delle distorsioni che utilizzano, forse oggi dovrebbero essere chiamati a rendere conto e ragione del perché continuino persistentemente e continuativamente nel dare supporto al cospirazionismo più bieco.
Forse certi politici che ritengono di esercitare la propria libertà di espressione inducendo paura e montando la panna della disinformazione cospirazionista, forse anche a loro si potrebbe almeno chiedere ragione. Forse, ma dico forse, l’avvelenamento dei pozzi condotto dagli antivaccinisti e dai cospirazionisti di ogni specie e colore nel nostro paese è andato così oltre, che è facile dimostrane le conseguenze sulla salute e sulla vita dei cittadini che hanno avuto l’azione di specifici soggetti, i quali continuano imperterriti ancora oggi ad alimentare bolle di ignoranza e inciviltà sanitaria come hanno sempre fatto, anche prima della pandemia in corso.
Niente liste di proscrizione, né cacce alle streghe o censura, non sia mai; ma è possibile interrogarsi sul fenomeno della deflagrazione disinformativa che stiamo osservando, sui suoi motori diversi, sugli attori e sui burattinai che continuano a montare questo rivoltante e pericoloso spettacolo, oppure ciò che importa in realtà è esattamente l’opposto, cioè dare finalmente soddisfazione proprio a chi nega scienza, dati ed analisi razionali, per soffiare sulla paura, sul risentimento e sulla follia e guadagnare soldi e consenso alle spalle delle vittime, incurante dei danni prodotti alla società tutta? Ecco, forse questa è la commissione Covid che manca davvero, e che non credo avremo mai: una che metta a nudo i meccanismi del cospirazionismo nel nostro paese, andando fino in fondo nel cercare interessi e responsabilità dentro e fuori il nostro paese.
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