È bastato che il presidente Meloni nominasse nuove trivelle, che già è scoppiato un terremoto. E non è una metafora. Ma stamattina, dopo il sisma di magnitudo 5.5 che si è verificato nel Mar Adriatico, in tanti si sono precipitati a dare la colpa alle trivelle, finora solo evocate dal nuovo governo. Che in effetti ha pubblicato un decreto che autorizza il raddoppio delle estrazioni di gas nei giacimenti già operanti, ma che ovviamente non ha ancora ottenuto nessun effetto. Né sulle estrazioni, tantomeno sui terremoti.
Eppure il populismo dei notriv ha superato qualunque spiegazione scientifica. E non solo nel mondo dei troll.
La prima è stata la deputata e co-portavoce dei Verdi Eleonora Evi, che ha subito twittato: “Scossa di terremoto in Adriatico. E il governo Meloni vuole ricominciare con le trivelle. Non solo è idea assurda per crisi climatica gravissima in atto ma anche per i potenziali danni ambientali sul piano della sicurezza in una area sismica”.
Ma cosa c’entra il terremoto con le trivelle? Nulla, appunto. Lo ha spiegato il presidente dell'Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini, che ha escluso "ipotesi che il sisma sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi". Secondo Farabolini, infatti, il terremoto che ha colpito le Marche è "un evento che possiamo considerare normale per la nostra regione: la fascia costiera e marina è infatti una delle tre zone sismo-tettoniche delle Marche".
Nulla da fare. I consiglieri regionali 5 stelle delle Marche non ci credono: “Pensare di trivellare il nostro mare era da irresponsabili ieri e lo è ancor di più oggi dopo il terremoto che si è verificato a largo di Fano" - ha detto la capogruppo 5 stelle nel consiglio regionale delle Marche Silvia Piccinini - “Continuare a fare investimenti sulla ricerca di fonti fossili di certo non risolverà il nostro problema riguardo all’emergenza energetica che stiamo vivendo ma rischia di provocare dei danni ancor di più irreparabili all’ambiente. La scelta del governo Meloni è semplicemente assurda”. Alla pari dei suoi colleghi emiliani Andrea Bertani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, e Ilaria Ricci Picciloni, capogruppo Movimento 5 Stelle in Unione dei comuni della Bassa Romagna: “La Regione valuti lo stop alle concessioni di estrazione e stoccaggio gas in Romagna e in Adriatico dopo il terremoto”.
L’ex deputato grillino Alberto Zolezzi, falcidiato dal limite dei due mandati, con un post di ieri ha anticipato tutti: “LE TRIVELLE SON TORNATE: TREMATE LA SISMICITà IN EUROPA: ITALIA RECORD. L'ignoranza come la storia è ciclica - ha scritto Zolezzi - basta non parlare un anno di un tema e in troppi si dimenticano dei fondamentali... Ho vissuto il sisma 2012 a Mantova e so bene che lo studio Ichese ha dimostrato la correlazione statistica fra attività antropiche e scosse, incrementate nel numero e nell'intensità dopo che erano stati eseguiti esperimenti di sovrapressione a Minerbio (BO) ed eccessive estrazioni a Cavone di Mirandola, poi le aziende non fornirono tutti i dati richiesti alla Commissione Ichese e non si potè arrivare a chiarire la correlazione causale (e ai potenziali risarcimenti miliardari) ma la letteratura internazionale vale anche per il suolo e sottosuolo italico... nessuno crede che trivellare di più farà scendere il prezzo del gas, magari farà scendere le città sott'acqua e darà qualche sisma... l'ignoranza al potere può fare molto male perchè l'ignoranza si nutre di altri ignoranti pompati a furia di slogan e non di sostanza e fatti facciamo rete o ci trivellano il futuro”. Tutti ignoranti tranne lui, che è pure medico. A proposito di scienza…
Ma - lo ripetiamo - il presidente dei geologi Farabolini non ha dubbi: "La trivellazione di per sé non comporta alcuno scuotimento sismico, sono semmai le attività di estrazione e stoccaggio che possono farlo. A ogni modo, i terremoti legati a queste attività sono di magnitudo più contenuta, generalmente mai oltre 4,5-5 e profondità massime di 3-4 chilometri". E sul sisma ha aggiunto: "È probabile che ce ne saranno altre anche nel corso delle prossime settimane. Sono i cosiddetti 'after shock' che però non devono preoccupare perché, dalle osservazioni e dai dati storici in nostro possesso, non si tratta di eventi che possono portare a un'altra scossa forte”.
Mentre proprio stamattina l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi ha detto che grazie all'emendamento al decreto Aiuti proposto dal governo Meloni, in Italia sarà possibile raddoppiare la produzione di gas in 2-3 anni in sicurezza. "È ragionevole che potremmo nei prossimi 2 anni e mezzo al massimo 3 anni, se tutta la parte dei permessi va a velocità ragionevole, raddopiare quello che produciamo adesso", ha sottolineato Descalzi ricordando che Eni in Italia produce circa 2,2 miliardi di metri cubi di gas, mentre in Italia complessivamente se ne producono 3 miliardi. "Credo che si possa arrivare a 5-6 miliardi in 2-3 anni che sono importanti, che sono quelli che ci sta dando la Russia più o meno. Sarebbe comunque un contributo a un sistema energetico molto povero adesso visto che il gas si sta ancora utilizzando e avrà una vita di 6-7-8 anni però intanto ci serve nel processo di transizione assicurando energia". Il nuovo provvedimento dell'esecutivo, ha aggiunto De Scalzi "permette in un momento di emergenza, e credo sia corretto, di cercare di usare le nostre energie residue e non residue perchè c'è ancora gas in Italia. Lo sforzo deve essere fatto. Bisogna capire quali sono i permessi che saranno messi a disposizione, dobbiamo farlo in massima sicurezza e a impatto zero a livello di emissione. Lo stiamo già facendo a impatto zero come emissioni in Costa d'Avorio in un grande giacimento che abbiamo scoperto e questo è un punto fondamentale anche per gli sviluppi in Italia”.
Per questo il ministro dello sviluppo Urso, nonostante le polemiche populiste e infondate del giorno, non cede: "Sulle estrazioni di gas nel Mediterraneo tramite trivellazioni, contestate da alcuni territori, "andremo avanti lo stesso perchè è una necessità del Paese. Sicuramente una delle urgenze che dobbiamo affrontare per garantire la continuità delle attività produttive e di imprese energivore che sono anche gioielli del made in Italy". Ma Urso ha precisato: "Verrà tenuto conto di tutte le condizioni di rispetto ambientale. Il decreto non sospende, ovviamente, tutte le autorizzazioni che sono necessarie per realizzare concessioni ed estrazione del gas". Il governo è però "consapevole della rappresentanza dei territori: vogliamo tenere unito il Paese", e quindi "ascoltare il territorio è doveroso", ma "siamo consapevoli che le decisioni vanno assunte", ha evidenziato. Sperando non ascoltino anche quelli che "le trivelle hanno fatto scoppiare il terremoto".
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