“Torna Gramsci, torna l’Unità”, celebra Pietro Sansonetti mentre in ticket col suo nuovo editore, Alfredo Romeo, celebra il ritorno in edicola dello storico quotidiano della Sinistra italiana fondato nel 1924 a Antonio Gramsci. "In edicola a metà gennaio. A 71 anni si avvera il sogno della mia vita", afferma il giornalista e attuale direttore (uscente) de Il Riformista, che fin da subito traccia la linea della futura testata: la Sinistra a cui parla è quella di potere e salotto del Partito Democratico, non quella radicale e di piazza che Giuseppe Conte sta radunando attorno al Movimento Cinque Stelle.
"Il Pd sarà il nostro partito di riferimento, ma state certi che ne rivendicheremo autonomia. E avremo rapporti con tutti i partiti del centrosinistra", dichiara Sansonetti in un'intervista al Corriere della Sera in cui annuncia la vittoria di Alfredo Romeo all'asta fallimentare per il quotidiano chiuso nell'era di Matteo Renzi, che ha portato all'aggiudicamento del marchio da parte del "re" degli appalti per 910mila euro.
E Conte? "Il Movimento è di destra, non c’entra niente con la sinistra. Sono qualunquisti e populisti", dichiara Sansonetti, che poi fissa le coordinate per definire il ritorno del pensiero di Antonio Gramsci nella Sinistra contemporanea: "socialismo" parola d'ordine, perché "il Pd non si può salvare senza socialismo", il filosofo marxista Michele Prospero editorialista di punta, "garantismo e lotta di classe" l'inedito duo con cui il giornalista romano classe 1951 tornerà al giornale a cui ha lavorato per quasi trent'anni sul ponte di comando.
Sansonetti è entrato ne L'Unità nel 1975 e vi è rimasto fino al 2004, anno in cui fu nominato direttore di Liberazione. Nella sua carriera è stato cronista, notista politico, caporedattore, inviato negli Stati Uniti (1994-1996) e per due volte vicedirettore e condirettore (1990-1994, durante la gestione di Renzo Foa e Walter Veltroni e 1998-2004, durante le direzioni di Mino Fuccillo, Paolo Gambescia, Peppino Caldarola e Furio Colombo).
Ora con Sansonetti la testata che fu l'organo ufficiale del Partito Comunista Italiano, del Partito Democratico della Sinistra, dei Democratici di Sinistra e, tra il 2015 e il 2017, del Partito Democratico torna in edicola dopo tre chiusure avvenute nel 2000, nel 2014 e nel 2017. Dal 2018 a oggi il quotidiano è sempre tornato in edicola per un giorno l'anno. Il 23 maggio 2020, in piena pandemia, uscì un numero speciale de L'Unità diretta per un giorno da Primo Di Nicola, in concomitanza con il ventottesimo anniversario della strage di Capaci e centrato sul ricordo di Giovanni Falcone. Ulteriori numeri speciali sono usciti annualmente il 25 maggio 2018, il 12 maggio 2021 e il 10 maggio 2022 sotto la direzione di Luca Falcone.
Il 25 maggio 2019 il "direttore" pro tempore fu l'ex direttore de Il Giornale e attuale guida de La Verità, Maurizio Belpietro. Il quale in occasione giustificò la scelta di tenere in vita lo storico quotidiano della Sinistra dichiarando: "Io non sono un censore. Non minaccio la libertà di stampa". Dal nostro punto di vista, possiamo certamente contestare l'affermazione che L'Unità colmi un vuoto di quotidiani orientati a Sinistra nel Paese (e al Corriere a denti stretti il direttore futuro ricorda che in effetti "C'è il Manifesto"), ma nella diversità profonda di idee tra Il Giornale e L'Unità non si può non augurare buon lavoro alla nuova testata nella speranza che la direzione Sansonetti impatti, perlomeno, sulla svolta in senso più garantista dell'informazione di Sinistra italiana.
Se L'Unità vorrà davvero parlare al suo pubblico in modo costruttivo e entrare nel dibattito da giornale di riferimento di un partito di opposizione dovrà lavorare e confrontarsi sui temi, non sulla demonizzazione degli avversari e le veline giudiziarie usate come clava. Sansonetti a Il Riformista è stato capace di resistere spesso a questa tentazione: ne sarà capace anche alla guida del giornale per eccellenza della "ditta"? Dai fatti lo giudicheremo.
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