giovedì 17 novembre 2022

PRESUNTE IRREGOLARITA' IN ATTIVITA' VICINE AL DEPUTATO A. SOUMAHORO. REDAZIONE, “Pagamenti irregolari ai dipendenti e minori maltrattati nelle coop della suocera e della moglie di Soumahoro”: indaga la procura, IL FATTO, 17 novembre 2022

 

A raccontare la vicenda dell'indagine della procura di Latina è l'edizione romana di Repubblica. Il deputato: "Non c'entro niente con tutto questo e non sono né indagato né coinvolto in nessuna indagine. A chi ha deciso di attaccarmi, dico: ci vediamo in tribunale"

La procura di Latina indaga su alcune presunte irregolarità denunciate sul conto delle coop Karibu Consorzio Aid, che sono gestite dalla suocera e dalla moglie di Aboubakar Soumahoro, deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra. Le indagini, svolte dai carabinieri, riguardano mancati pagamenti – e presunti pagamenti irregolari – vantati da alcuni lavoratori impiegati nelle due cooperative che operano nell’agro pontino. Ma agli atti ci sono anche i racconti di alcuni minori, ospiti in strutture per migranti gestite dalle coop, che lamentano maltrattamenti. A raccontare la vicenda è l’edizione romana di Repubblica. Le denunce sono state presentate dal sindacato Uiltucs. Accertamenti, in collaborazione anche con l’Ispettorato del Lavoro, sono in corso anche sul materiale e su documenti trovati fuori da una delle sedi delle due cooperative mentre era in corso un trasloco. Allo stato da quello che emerge il parlamentare dell’alleanza Verdi Sinistra non risulta coinvolto personalmente nelle indagini.


Le denunce del sindacato – Sono una trentina i lavoratori delle due coop che hanno sostenuto di non ricevere stipendio addirittura da due anni, ma anche di aver ricevuto pagamenti in nero. Secondo il sindacato Uiltucs ai dipendenti potrebbero essere stato chiesto anche l’emissione di fatture false per ricevere alcuni pagamenti. La coop Karibu è guidata da Marie Terese Mukamitsindo, suocera di Soumahoro, e ha nel cda Liliane Murekatete, moglie del deputato: nel 2021 la cooperativa ha ricevuto contributi a fondo perduto Covid per 227 mila euro. I consorzio Aid, invece, nel 2020 ha ottenuto fondi per servizi agli stranieri dalla prefettura e dal comune di Latina: nel cda siede Mukamitsindo.

L’accordo con l’Ispettorato – Le due cooperative avevano trovato un accordo davanti all’Ispettorato del lavoro per il pagamento dilazionato dei soldi che dovevano ai lavoratori: secondo i sindacati mancano stipendi per circa 400mila euro, mai arrivati. “Tali somme corrispondenti a competenze non pagate, sono state confermate dalle coop Karibù e Consorzio Aid, che dopo richieste di intervento inviate da Uiltucs all’Ispettorato avevano raggiunto accordi sul pagamento dilazionato delle spettanze, purtroppo oggi non rispettato”, ha dichiarato Gianfranco Cartisano, segretario del sindacato, un mese fa.

I racconti dei minori – Ma al vaglio degli investigatori non c’è solo la vicenda degli stipendi non pagati. Sotto la lente anche i racconti di alcuni minori, ospitati dalle strutture per migranti. “L’elettricità e l’acqua sono state tagliate per molto tempo. Non c’è cibo né ci sono vestiti. Stavamo lavorando e poi ci hanno spostato in un posto a Napoli peggiore del primo e tutti quelli che lavorano qui sono razzisti“, ha raccontato per esempio è Nader, un minorenne ospite di una delle strutture per migranti a Latina. “Il cibo non era buono e non c’era acqua né elettricità. Dopo tutto questo hanno chiuso a chiave questa casa perché non c’erano soldi”, ha detto invece Ziyad, un ragazzo di 16 anni.

Soumahoro: “Io estraneo, querelo chi offende mia reputazione” – Ex sindacalista, paladino dei braccianti e poi eletto in Parlamento con l’alleanza Verdi Sinistra, Soumahoro è entrato per la prima volta a Montecitorio indossando degli stivali di gomma, spiegando che il suo era un gesto affinchè non fossero “più intrisi dal fango dell’indifferenza e dello sfruttamento“. In questi primi giorni di mandato parlamentare ha seguito la nuova emergenza sbarchi. Relativamente alle notizie riportate da Repubblica, in un primo momento il parlamentare si era trincerato dietro a un no comment. Poi, però, ci ha ripensato e ha scritto su facebook: “Non c’entro niente con tutto questo e non sono né indagato né coinvolto in nessuna indagine dell’arma dei carabinieri, di cui ho sempre avuto e avrò fiducia. Non consentirò a nessuno di infangare la mia integrità morale. Per questo, dico a chi pensa di fermarmi, attraverso l’arma della diffamazione e del fango mediatico, di mettersi l’anima in pace. A chi ha deciso, per interessi a me ignoti, di attaccarmi, dico: ci vediamo in tribunale! Ho dato mandato ai miei legali di perseguire penalmente chiunque infanga il mio nome o la mia immagine, mi diffama o getta ombra sulla mia reputazione”.

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