Sabato scorso, poco prima di mezzogiorno, un gruppo di persone ha varcato la porta del municipio di Azzate con in mano alcuni fogli. Ed è lì che i dipendenti comunali si sono accorti che le liste per le elezioni per il rinnovo del sindaco erano diventate quattro. Ma quando gli impiegati hanno notato le magliette indossate dai candidati, allora si sono resi conto che «Quelli della Contea» — il nome della lista arrivata pochi minuti prima della chiusura della finestra temporale prevista dalla legge — erano alcuni degli iscritti alla comunità militante dei «Dodici Raggi», nota con l’acronimo Do.Ra. Gruppo dichiaratamente neonazista al centro di indagini per ricostituzione del partito fascista che nel 2017 provocarono la chiusura della storica sede di Caidate (Sumirago, sempre nel Varesotto), riaperta l’autunno scorso proprio ad Azzate. Un gruppo al centro di continue polemiche per feste neonazi come quella di capodanno pubblicizzata con la foto degli ufficiali delle SS che bevevano vino.
Il candidato sindaco, Mirko Tiso, è uno di loro «anche se la nostra lista è separata dalla Comunità militante», specifica. Tiso è grande amico di Alessandro Limido, numero uno della formazione specializzata in blitz nei luoghi della Resistenza per rivendicare gli ideali repubblichini a cui si ispirano, o in saluti romani il 25 Aprile al cimitero di Varese dove sono sepolte alcune camicie nere morte durante i combattimenti seguiti all’8 Settembre. La lista è uscita dai sorteggi contrassegnata col numero 1. Nel simbolo, in piccolo, la massima latina omnia munda mundis, «tutto è puro per i puri»; la scritta più grande è fatta coi caratteri stilizzati che nelle lettere «L» ricordano un fascio littorio: «Non so, sarà un errore di stampa», commenta con una risata il candidato Mirko Tiso.
In paese tutti sanno chi sono i Do.Ra. Si vedono in giro, e spesso stazionano in un bar non distante da dove si celebrerà la festa della Liberazione, proprio vicino al monumento ai caduti di tutte le guerre. Un’occasione che l’Anpi di Azzate vuole rivendicare con forza: «Cerchiamo di non fare il loro gioco. Il 25 Aprile saremo lì. Ci sarà l’alzabandiera, e sarà una festa, come sempre», spiega il segretario della sezione, Vittore Brunazzo, che ricorda la recente lettera ricevuta da Liliana Segre in risposta alla concessione della cittadinanza onoraria: quella sera (il 23 marzo scorso), mentre il consiglio comunale deliberava, in piazza c’erano striscioni, fumogeni e le forze dell’ordine. Una presenza ingombrante che però non sembra intimorire nessuno, piuttosto crea un clima di fastidio durante le serate dove si presentano libri, parlano storici e giornalisti: nelle sale si dibatte, fuori regnano i cori. «Non possiamo sciogliere questo gruppo, non ne abbiamo l’autorità. Quindi rispondiamo con iniziative culturali legate ai fondamenti della nostra Repubblica», spiega il sindaco Gianmario Bernasconi che si ripropone agli elettori con una lista civica (come le altre due in lizza che vedono come candidati sindaci Raffaele Simone e Antonio Facciuti).
Bernasconi parla di un clima in paese molto distratto per le elezioni del 14 e 15 maggio: «Manca poco al voto, ma ad eccezione degli addetti ai lavori non si respira un gran clima elettorale». La pensa così anche una delle «istituzioni» del paese, Ernesta Tibiletti, 73 anni, da 39 edicolante e tabaccaia di piazza Giovanni XXIII: «Le elezioni? Argomento lontano dai pensieri della gente. Non se ne parla. Menefreghismo assoluto sul tema». E i Do.Ra? «So chi sono: quando andavano a scuola gli procuravo i libri di testo. Ma non se li fila nessuno».
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