Matteo Bassetti, la pandemia è finita ma non per lei che continua a dover essere protetto dagli attacchi dei no vax. Cosa è successo?
«Le racconto l’ultimo episodio. Venerdì scorso, 31 marzo, Fondazione Mirafiore di Alba, in provincia di Cuneo. Ero stato invitato da Oscar Farinetti per una relazione sui microbi. Ad accogliermi, oltre a un pubblico di 400 persone, ho trovato agenti della Digos e una gazzella di Carabinieri. Io da parte mia avevo ricevuto, e continuo a ricevere, i soliti messaggi minatori inqualificabili. Ti ammazziamo, stai attento e così via».
Una nuova ondata di no vax?
«Già. La prima sembrava essersi spenta, ricevevo un numero sempre minore di minacce. Poi la ripresa in coincidenza con una trasmissione televisiva, Fuori dal Coro, condotta da Giordano. Il mio nome viene accostato impropriamente a intercettazioni di altre inchieste. In queste puntate si è parlato di Aifa, l’agenzia del farmaco, che avrebbe approvato i vaccini anti Covid in mancanza di dati sulla sicurezza, ben sapendo che erano pericolosi».
E lei che c’entra con l’approvazione?
«E che ne so? Certo, mi sono speso molto a favore della vaccinazione dal punto di vista mediatico sostenendo che sarebbe stata l’unico mezzo per combattere il virus. Vengo etichettato con appellativi come biostar, virostar eccettera. Non pretendevo che mi ringraziassero però tanto astio proprio non lo ammetto. Continuo ad essere messaggiato da gente che dice di volermi morto».
Chi sono?
«I soliti, quella residuale parte di italiani che non hanno voluto vaccinarsi oppure che sostengono di essere danneggiati dagli effetti collaterali dei vaccini. Insomma mi si sono scatenati di nuovo contro come se fossi stato io a introdurre l’obbligo di vaccinazione».
È rimasto l’unico bersaglio?
«Credo che anche Roberto Burioni sia ancora nel mirino. Comunque se tornassi indietro rifarei tutto da capo. Oggi più che mai bisogna ribadire l’importanza del vaccino. È dimostrato che ha fatto risparmiare circa 20mila morti per Covid. Ma sa cosa sono arrivati a scrivermi?».
Cosa?
«Che se mi trovassero impiccato sarebbero contenti o che se mi incontrassero in mezzo alla strada colpito dagli effetti collaterali del vaccino non mi soccorrerebbero».
Non è la prima volta che subisce queste aggressioni.
«Sono stato sotto vigilanza rinforzata per un anno, da settembre 2021 a luglio 2022. Poi ho chiesto che la scorta fosse tolta. Venivo accompagnato in ospedale dagli agenti e riportato a casa. Attualmente è rimasto l’obbligo di comunicare i miei spostamenti alla questura di Genova. Quindi quando vado in trasferta per presentare il mio libro, «Il mondo è dei microbi», di Piemme, devo avvertire. Mi accorgo che da qualche parte, in televisione o sui giornali, hanno parlato male di me dagli insulti che leggo la mattina sul cellulare».
Gli episodi peggiori di questa ondata persecutoria?
«Quando nella buca delle lettere ho trovato un foglio dove i miei figli Dante e Francesco venivano minacciati di morte. Quando nel centro di Genova un gruppo di persone ha circondato me e mia moglie. Quando a Santa Margherita Ligure un tizio mi ha tirato addosso un bicchiere. Quando sono stato inseguito fin sotto casa».
Nessuno ha scontato questi comportamenti?
«Come no. Alcuni di quelli che mi scrivevano la notte dopo che il mio numero di telefono era stato diffuso su Telegram sono stati individuati e rinviati a giudizio per stalking di gruppo e associazione a delinquere. Evidentemente non mi posso fermare qui. Basta con l’odio, sotto qualsiasi forma».
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