LE FASINell'estate 1992, dopo la strage Falcone, i carabinieri del Ros avrebbero poi tentato di fermare la strategia di morte dei corleonesi
La Procura di Palermo crede in parte al racconto di Massimo Ciancimino a proposito degli incontri fra il generale Mori e l'ex sindaco Vito Ciancimino: sarebbero avvenuti anche prima della strage Borsellino, circostanza sempre negata dal generale Mori. La Procura è convinta pure che ai carabinieri Mori e De Donno sarebbe stato consegnato, tramite Vito Ciancimino, il papello con le richieste di Totò Riina: era il prezzo che Cosa nostra chiedeva per interrompere la stagione delle bombe. Revoca del carcere duro, revisione dei processi, annullamento dei processi più importanti già conclusi. È un altro dei punti centrali dell'inchiesta, anche questo sempre respinto dai carabinieri.
La terza fase della trattativa sarebbe iniziata dopo l'arresto di Riina, nel gennaio 1992. Secondo la Procura di Palermo, a condurla sarebbe stato Bernardo Provenzano. E dato che Ciancimino era in carcere, la trattativa sarebbe stata portata avanti da un altro colletto
bianco: Marcello Dell'Utri. Scrivono i pm che Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca avrebbero "prospettato al capo del governo in carica Silvio Berlusconi, per il tramite di Vittorio Mangano e di Dell'Utri una serie di richieste finalizzate ad ottenere benefici di varia natura per gli aderenti a Cosa nostra". Sostiene Brusca che una "risposta " sarebbe poi arrivata, sempre per il tramite di Mangano, l'ex stalliere di casa Berlusconi.
GLI INDAGATIIn cima alla lista degli indagati ci sono padrini del calibro di Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e Antonino Cinà. Seguono i nomi di rappresentanti delle istituzioni e di politici: Antonio Subranni, Mario e Giuseppe Donno, all'epoca il vertice e l'anima del Ros dei carabinieri; Calogero Mannino era ministro; Marcello Dell'Utri, il braccio destro di Silvio Berlusconi, uno dei padri fondatori di Forza Italia. "Hanno agito per turbare la regolare attività dei corpi politici dello Stato Italiano", recita il capo d'imputazione. "In concorso con l'allora capo della polizia Vincenzo Parisi e il vice direttore generale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Francesco Di Maggio, entrambi deceduti". L'atto d'accusa della Procura prosegue con il nome dell'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza: "Deponendo come testimone al processo Mori, in corso al tribunale di Palermo - scrivono i pm - anche al fine di assicurare ad altri esponenti delle istituzioni l'impunità ha affermato il falso e comunque taciuto in tutto o in parte ciò che sapeva".
CIANCIMINO JRC'è anche Massimo Ciancimino nella lista dei dodici predisposta dalla Procura: è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, per il ruolo di tramite che lui stesso ha descritto fra il padre e il vertice di Cosa nostra. Il figlio dell'ex sindaco dovrà però rispondere anche di calunnia, per aver accusato - "sapendolo innocente ", scrive la Procura - l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, anche tramite un biglietto contraffatto attribuito al padre Vito.
Questi dodici nomi compongono un avviso di chiusura delle indagini, che prelude alla richiesta di un processo. Ma l'inchiesta sulla trattativa non è ancora chiusa: risultano indagati per false dichiarazioni al pubblico ministero l'ex ministro della Giustizia Giovanni Conso, l'ex capo del Dap Adalberto Capriotti e l'europarlamentare Giuseppe Gargani. Come prevede il codice per questo tipo di reato, la loro posizione è al momento sospesa, in attesa della definizione del procedimento principale.
Nell'indagine restano anche le posizioni dell'ex capitano Antonello Angeli e dell'agente dei servizi segreti Rosario Piraino, chiamati in causa da Massimo Ciancimino: il primo, per aver trafugato una copia del papello durante una perquisizione; il secondo, perché sarebbe stato un collaboratore del misterioso "signor Franco", lo 007 che secondo Ciancimino avrebbe intrattenuto i contatti fra la mafia e lo Stato. Ma il signor Franco non si è ancora trovato, e su Ciancimino aleggiano ormai da mesi pesanti dubbi.
(14 giugno 2012)
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