Dagli Jobbik ungheresi al Front National: «Vogliamo costruire una Europa diversa da quella di oggi»
MILANO - Hanno prenotato due sale. Una venerdì 6 luglio, l'altra il giorno successivo, all'hotel Michelangelo. «Parleremo del nostro concetto di Europa che è molto diverso da quello attuale», dice con una punta di orgoglio Luca Romagnoli, Fiamma Tricolore. E a discutere con lui ci saranno i rappresentanti dei partiti nazionalisti europei. Dagli Jobbik (Ungheria) fino al British National Party (inghilterra). Passando per il Front National (Francia). Movimenti ipernazionalisti, neofascisti, neonazisti, xenofobi.
IL CONVEGNO- Milano dunque si tinge di nero. Due giorni di discussioni tra partiti estremisti, i quali alcuni siedono anche al Parlamento Europeo. Ed è proprio lì che hanno sancito un'unione (29 ottobre 2009) e una comunione di intenti. E che a Milano troverà una firma su un documento politico di fine convegno sabato pomeriggio. In arrivo, quindi i rappresentanti dei movimenti di 14 Paesi. Il convegno è organizzato, appunto, per discutere della Ue. «Stanno cancellando la sovranità degli Stati. E questo per noi nazionalisti è impensabile», continua Romagnoli che fino al 2009 sedeva anche lui a Strasburgo. Famoso per dichiarazioni negazioniste. È stato sempre lui a il capoluogo lombardo per questo convegno. «La destra sociale deve riprendere il ruolo che ha sempre avuto in città, soprattutto ora che è orfana della Lega».
LE PROTESTE- Non tutti la pensano così. Anzi. La notizia dell'incontro sta facendo il giro della rete. «C'è grande preoccupazione per questo raduno. Innanzitutto per il luogo: la stazione Centrale, meta multietnica. Poi non è possibile che Milano continui a essere meta di neonazisti e xenofobi. Anche ora che è stato eletto un sindaco di sinistra», sottolinea Saverio Ferrari, dell'Osservatorio Democratico. La paura che militanti di estrema destra possano turbare «la convivenza civile e democratica».
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