Il bilancio per fonti non governative. E l'Italia approva al Senato la partecipazione alla missione osservatori
Più di 14.400 persone morte in 15 mesi. E' il tragico bilancio di 15 mesi di guerra civile in Siria, dopo che sono scoppiate le rivolte contro il regime di Bashar al Assad. Il bilancio è stato fornito dall'Osservatorio siriano sui diritti umani, secondo il quale solo nell'ultimo mese ci sarebbero state 2.302 vittime. «Da marzo 2011 sono state uccise 14.476 persone, tra queste 10.117 civili, 3.552 soldati e 807 disertori», ha confermato il direttore dell'ong con sede a Londra, Rami Abdel Rahman. Dallo scorso 13 maggio a mercoledì, «2.302 persone sono state uccise» nel paese, ha sottolineato Rahman, precisando che si tratta di 1.455 civili, 96 dissidenti e 751 soldati.
OSSERVATORI AL LAVORO - Nel frattempo un convoglio di osservatori delle Nazioni Unite è arrivato nella citta siriana di Haffe, sotto bombardamenti per otto giorni secondo attivisti locali. Lo ha detto una portavoce dell'Onu. «I nostri osservatori sono entrati a Haffe - riferisce Sausan Ghosheh in una mail. L'inviato della Lega Araba e dell'Onu Kofi Annan aveva detto lunedì di essere preoccupato per gli abitanti intrappolati nella città e gli Stati Uniti avevano parlato di «un potenziale massacro». La notizia arriva dopo che la Francia ha chiesto l'applicazine del capitolo 7° della Carta delle Nazioni Unite che prevede l'intervento armato, principio già applicato nel caso della Libia. Per quanto riguarda invece l'Italia, dal Senato è arrivato il via libera al decreto legge sulla partecipazione dell'Italia alla missione degli osservatori Onu in Siria. Il sì è arrivato con 260 sì e un astenuto. Il provvedimento passa ora alla Camera. La copertura, pari a circa 800mila euro, viene reperita dai fondi 2012 per la missione in Libano. nep
L'ALLARME - E dopo che l'Onu ha lanciato l'allarme sui tragici soprusi di cui sono vittime i bambini siriani, violentati, torturati, uccisi e usati come scudi umani, arriva anche la denuncia di Amnesty International. «Il regime di Damasco, che attua una sistema di vendetta contro le comunità sospettate di sostenere i ribelli, sta commettendo crimini contro l'umanità», scrive l'ong in un rapporto chiede una reazione «urgente e decisiva» della comunità internazionale. Il documento racconta di militari e di milizie al-Shabiha che hanno incendiato case e proprietà e sparato indiscriminatamente nelle aree residenziali; e accusa il regime di torturare sistematicamente coloro che vengono arrestati, malati e anziani compresi. «Ovunque sono andata, ho incontrato gente sconvolta che si chiede come mai il mondo guardi impassibile e non faccia nulla», denuncia nel rapporto Donatella Rovera.
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