domenica 3 giugno 2012

FESTA DELLA REPUBBLICA. PUNTI DI VISTA SULLA SOBRIETA' DELLE CERIMONIE. CONTI P., Auto blu nascoste, pochi leader politici Sul Colle il ricevimento della sobrietà, IL CORRIERE DELLA SERA, 2 giugno 2012

L'evento ai giardini del Quirinale. L'ironia del ministro Giarda: bisognava tassare gli invitati. Il presidente: difficile controllare l'evasione




ROMA - Gli abbracci. Giorgio Napolitano, verso il tramonto, stringe e bacia Gaia Servadio, giornalista e scrittrice, amica da una vita. Altro abbraccio tra il ministro del Lavoro Elsa Fornero (tailleur pantalone grigio scuro e camicia bianca) e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Bis di Catricalà con Pier Ferdinando Casini, che tiene per mano Azzurra Caltagirone. Di nuovo un abbraccio, questo imprevedibile, tra Mario Monti e una truccatissima Donatella Versace: ma pochi secondi dopo il presidente del Consiglio chiacchiera a lungo, e qui l'affetto è evidente, con Maria Alessandra dalla Torre Baffi, vedova del mitico Paolo.

Questo ricevimento al Quirinale per la Festa della Repubblica 2012 non è solo sobrio. È soprattutto low profile . Niente bande, solo l'inno nazionale. Auto blu discretamente non parcheggiate in piazza del Quirinale per evitare sfilate di vip. Il catering dell'associazione Libera di Don Ciotti (ringraziato dal presidente) con prodotti delle terre confiscate dalla criminalità ridotto al minimo, miniassaggi da finger food , cibo da tenere con le dita, e niente piatti (però eccellenti vini bianchi).

Il biglietto consegnato all'entrata che invita a «offrire un contributo in favore delle popolazioni colpite dal terremoto» sul conto del segretariato generale del Quirinale. C'è spazio per uno scambio di battute tra Napolitano e il ministro per i Rapporti col Parlamento, Piero Giarda. Il ministro, che aveva proposto (scherzando?) di far pagare mille euro a invitato all'ingresso: «Presidente, io glielo avevo detto che bisognava tassare gli invitati...» Napolitano: «Ma qui è difficile controllare l'evasione...». Clio Napolitano, ridendo: «Ora non si possono più chiedere tutti i soldi in contanti»

Low profile anche il parterre politico in senso partitico classico, al netto del governo tecnico. Niente Silvio Berlusconi. Niente Pier Luigi Bersani. Ovviamente niente Antonio Di Pietro. Davanti alla Coffe House del 1741 sedie in vimini anni Cinquanta. Giorgio Napolitano, sua moglie Clio in blu elettrico, Gianfranco Fini, Renato Schifani. Anche Paola Severino è in blu quasi notte, la giacca richiama uno smoking. C'è la Primissima Repubblica (Gerardo Bianco), il glorioso Vaticano d'un tempo (il cardinale Achille Silvestrini, classe 1923), l'aristocrazia romana (la principessa Maria Camilla Pallavicini e suo figlio Moroello Diaz della Vittoria), la moda (l'ormai marmorizzato Renato Balestra, Lella Curiel). E poi, in una variegata insalata della società italiana, l'architetto Vittorio Gregotti, il linguista Tullio de Mauro, Stefano Rodotà, Lucio Villari, Fabrizio Cicchitto e Walter Veltroni con la figlia Martina, Mariapia Garavaglia con spilla tricolore in oro («regalo di mio marito»), Francesco Rutelli con Barbara Palombelli, lì c'è il regista Mario Martone, più in là il Martone sottosegretario, Michel.

Ecco Valentino Parlato, con lui Napolitano è molto affettuoso, così come lo è con Gianni Bisiach, un capitolo di storia Rai. Lunga lista di cineasti, artisti e attori: Paolo Baratta, Giuliano Montaldo, Carla Fracci, Giorgio Albertazzi con Borsalino blu, Lino Banfi, Paolo Villaggio in caffettano, Milena Vukotic, il ticket matrimoniale Bassanini-Lanzillotta. L'ultima chiacchierata di Napolitano, fitta, è con Massimo D'Alema e Fabrizio Barca. Il presidente si ritira.

I bambini possono finalmente giocare con i corazzieri. Pioggia di sassolini. L'alta uniforme si rilassa, si muove. Una risata. Una foto. Gran materiale per ricordi indelebili, da adulti.

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