ROMA - Si sono riuniti per decidere cosa fare dei soldi di un partito morto - ufficialmente - nel 2007. Dopo il saccheggio di cui è accusato l'ex tesoriere, Luigi Lusi. Un centinaio di esponenti dell'ex Margherita si sono riuniti all'Auditorium, rigorosamente a porte chiuse. Con i giornalisti tenuti a distanza. "E' uno scandalo che cercheremo di chiudere con dignità", ha detto arrivando l'ex presidente del Senato, Franco Marini. Alla fine, con l'approvazione del bilancio, i soldi restanti sono stati devoluti allo Stato. Ma la seduta è stata tutt'altro che serena. Si è aperta subito con uno scontro: protagonista l'ex ministro della Difesa, Arturo Parisi che è esploso: "Le conclusioni di questa assemblea sono già prefissate, si impedisce ogni verifica e confronto, se fossimo in Parlamento si potrebbe parlare senza forzature di colpo di Stato.
Rutelli nella sua
relazione ha detto che gli aventi diritto sui 398 membri originari dell'assemblea, sono 200. Ma i presenti sono 84 e guarda caso non c'è nessuno, o pochi, degli 'oppositori". E ancora: "Gli oppositori alla linea della presidenza hanno partecipato a questa riunione da puri spettatori. Non sono stati forniti neppure documenti che riguardano il bilancio.
Un attacco frontale all'ex presidente, Francesco Rutelli, che da parte sua ha affrontato l'assemblea con una linea di difesa a 360 gradi, parlando di 'partito di persone per bene' ed evidenziando che "anche il Pd ha avuto un totale affidamento politico" verso l'ex tesoriere.
"Non ho mai ricevuto un euro di indennità - ha detto Rutelli - cosi ' come tutti i dirigenti del partito, non ho mai messo in tasca un centesimo per mio tornaconto personale". Parole cui segue un comunicato del difensore del partito, Titta Madia: "Dalle indagini dei magistrati - scrive - emergono due dati significativi: Lusi ha depredato la Margherita avvalendosi di professionisti suoi complici e falsificando tutte le scritture contabili. Secondo, dalla verifica di migliaia di operazioni bancarie della margherita non emergono episodi di malcostume, di approfitta mento o di ruberie da parte dei dirigenti politici dello stesso partito"
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