Giorgio Gori si candida ufficialmente al ruolo di sindaco di Bergamo. Scelto dal Pd, partito al quale ha aderito poco più di due anni fa, l’ex manager di Mediaset dovrà affrontare le primarie di coalizione a fine febbraio. Ma la strada è aperta. Lo ha dimostrato la conferenza stampa con cui questa mattina è stata confermata la discesa in campo. Oltre ai giornalisti si è presentata una pattuglia di gran lunga più numerosa di uomini e donne del Pd, renziani come lui, bersaniani, cuperliani e via.
Gori esordisce: «Il Pd è unito e non ci sono correnti (poi puntualizzerà: «a Bergamo», ndr). Presentarci divisi avrebbe forse fatto piacere ai giornali…» . Così il moloch democratico si sistema in platea, incluso Antonio Misiani, tesoriere nazionale dell’era pre-renziana che con il gruppo degli ex Ds ha deciso di convergere sulla candidatura unica di Gori. E l’ex manager ha la scena per sé. Camicia bianca senza cravatta, giacca blu nello stile del sindaco di Firenze, lui che in passato ne era stato considerato lo «spin doctor» sceglie cartelle stampa patinate e chiavette Usb per i comunicati, ma nelle sale del Mutuo soccorso, caro all’associazionismo di sinistra, interviene davanti a una evocativa riproduzione del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.
Parla di «Bergamo che amo, dove sono cresciuti i miei figli», e qualcuno in sala ha un brivido pensando a «questo è il Paese che amo, qui ho le mie radici» del Berlusconi 1994. Ma non scansa l’ostacolo: «Forse su di me ci sono pregiudizi, qualcuno pensa che io non sia abbastanza di sinistra, ma sono pronto a dialogare, a farmi conoscere, a lavorare». Con Renzi, i rapporti si erano raffreddati, tanto che Gori venne escluso dalle liste per l’assemblea nazionale e in quell’occasione annunciò di voler correre per le amministrative. Poi, la rinata sintonia.
«Non ho sentito Matteo – afferma in conferenza -, ma per interposta persona mi ha fatto sapere che vede con molto favore questa mia scelta». L’ex manager, marito della giornalista Cristina Parodi, primarie permettendo sfiderà il sindaco uscente di centrodestra, Franco Tentorio, su un terreno caro anche alla Lega. Ma a dargli del filo da torcere potrebbe esserci anche qualche ex collega.
In terra orobica si verifica in questi giorni una particolare fibrillazione «televisiva». Sulla corsa di Gori, già direttore di Canale5 e ideatore - fra l’altro - de l’Isola dei famosi, ha detto la sua Luca Tiraboschi, pure bergamasco, oggi direttore di Italia 1: «Potrei anche scendere in campo con il centrodestra, a livello locale. Con Gori sarebbe un bel match…». Intervistato dal Corriere Bergamo, non ha lesinato le ironie: «Beh, la dicotomia Gori-Pd potrebbe essere il tema di una puntata di “Misteri”. Mi sarei aspettato da Giorgio una civica, magari apparentata con il Pd e i catafalchi della sinistra. Non l’adesione totale alla chiesa politica della sinistra italiana…».
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