«Non esiste democrazia piena laddove metà della popolazione non viene rappresentata in modo paritario in Parlamento». Comincia così una petizione lanciata nei giorni scorsi sul sito Change.org da un gruppo trasversale di donne: politiche, attiviste, imprenditrici, donne comuni. Parrebbe un’affermazione alquanto basilare: in Italia non lo è.
Perché nel quasi silenzio dei media nazionali - sì, di nuovo - al Parlamento sta per iniziare la discussione su un progetto di legge elettorale che ancora una volta non garantisce la parità di genere. L’Italicum partorito da Renzi e Berlusconi e già corretto svariate volte stabilisce sì l’obbligo di garantire uguale rappresentanza di uomini e donne nelle liste, ma nasconde un trucchetto non da poco. Prevede infatti che l’alternanza possa essere binaria: ovvero, non possono esserci più di due candidati di fila dello stesso sesso. Il che tradotto vuol dire che i primi due candidati di ciascuna lista - spesso gli unici eletti - possono, e finora è accaduto spesso, essere uomini. Ancora: non ci sono norme che prevedono una parità 50 e 50 fra i capolista.
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Risultato: a voler pensar male, alle prossime elezioni potremmo ritrovarci solo (o quasi) con capilista uomini e le candidate potrebbero essere presenti nelle liste solo a partire dalla terza posizione. Con la conseguenza che i primi (e a volte
gli unici) due candidati eletti in ogni collegio potrebbero, come finora spesso è accaduto, essere uomini. Risultato non male per il Parlamento che esprime più donne nella storia della Repubblica.
Si può pensare quello che si vuole del lavoro del Parlamento di questi mesi, ma molti temi femminili sono stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e questioni come il femminicidio hanno avuto una rilevanza che fino ad oggi non c’era stata. Se questo è accaduto è anche perché al Senato e alla Camera siedono tante donne: una legge elettorale che non garantisce la presenza femminile in politica, non garantisce risultati simili. Per questo le associazioni femminili e donne politiche di tutti gli schieramenti si preparano a protestare: sarebbe bello, come ha già chiesto la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, che accanto a loro ci fossero molti uomini. #NOICISIAMO
Twitter: @francescacaferr
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