Né un 'mass murderer' né un'omicida seriale. Se si dovesse confermare una delle ipotesi avanzate dai magistrati che indagano sull'attentato alla scuola 'Morvillo Falcone' di Brindisi, l'autore del «gesto isolato» non corrisponderebbe a nessuno dei 'profili classici' di questo tipo di assassino.
È il parere a caldo del professor Giancarlo Nivoli, presidente della Società italiana di psichiatria forense, secondo il quale in ogni caso ancora ci sono troppi pochi elementi per stilare un profilo psichiatrico del killer. Fermo restando, però, che «le tipologie sono infinite» e che «il principio generale è che la realtà va sempre oltre la fantasia, è molto più fantasiosa della fantasia stessa». «Per quanto emerso fino ad ora, ma certamente i magistrati sanno molte più cose di noi - spiega l'esperto - possiamo limitarci a dire che il caso di Brindisi non rientra nel quadro tipico dell'omicida di massa ». Esempio 'classico' l'uomo che arriva armato in un luogo pubblico «spara, uccide chi non conosce e alla fine fa in modo di essere ucciso o si uccide da solo».
Ma «non corrisponde nemmeno al profilo dei serial killer sofisticati, che ammazzano con metodi ben precisi e ripetuti», alla 'Unabomber', che compiono delitti «con caratteristiche ben precise» perché vogliono che l'atto violento sia attribuito a loro ma senza essere 'scoperti'. E non si può assimilare nemmeno «a un terzo tipo 'classico', cui potrebbe appartenere ad esempio il gesto del norvegese Breivik, cioè quelli commessi da un tipo di persone con una struttura mentale tale per cui l'omicidio si associa a un grande sentimento di potenza, a una grande notorietà. Casi nei quali poi l'idea religiosa, o politica o sociale» da cui sembrano essere mossi è in realtà «solo una scusa».
Poi, prosegue il docente di psichiatria, «ci possono essere varie concause» che scatenano la violenza, compreso il fatto di trovarsi in presenza «di un soggetto particolarmente prono e pronto a compiere qualsiasi gesto» però 'eterodiretto' ad esempio «da organizzazioni criminali». Ma, conclude, «al momento siamo in possesso di pochissimi dati» e «quasi tutto è possibile».
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