«Un ebreo di sinistra». Amos Luzzatto, ex presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, scelse quella definizione di se stesso come titolo del libro pubblicato da Mursia per i suoi 80 anni: in quelle due parole era infatti racchiuso il senso di una vita finita oggi a 92 anni.
Nato nel giugno del 1928, le Leggi razziste del 1938 lo costrinsero a fuggire dall'Italia per riparare a Gerusalemme e Tel Aviv nell'allora Palestina mandataria. Una volta tornato in patria nel '46, il campo della sinistra, nelle sue varie declinazioni partitiche, divenne la sua scelta: «Le istanze egualitarie e di giustizia - disse una volta - le ho ricavate proprio dalla cultura ebraica. La Bibbia ne è ricca, basta cercarle». Il 'comunista che parlava ebraico', come fu definito, è stato uno strenuo difensore di Israele, anche quando nel suo versante politico erano in pochi ad esserlo. Del resto Luzzatto era nipote di Dante Lattes, rabbino e intellettuale raffinato, esponente di spicco del Sionismo italiano e fondatore della 'Rassegna mensile di Israel'.