martedì 17 novembre 2020

EPIDEMIE PANDEMIE E DISCORSO DEL PRESIDENTE. C. VECCHIO, Mattarella: "Questo virus tende a dividerci, affrontiamo insieme il nemico comune. Non pensiamo che a noi non possa succedere", REPUBBLICA.IT, 17 novembre 2020

 "Questo virus tende a dividerci. Tra fasce di età più o meno esposte ai rischi più gravi, tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche, tra le stesse istituzioni, chiamate a compiere le scelte necessarie, talvolta impopolari, per ridurre il contagio e garantire la doverosa assistenza a chi ne ha bisogno. Il pluralismo e l'articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell'emergenza ci si divide". È il richiamo del Capo dello Stato Sergio Mattarella pronunciato alla 37esima assemblea nazionale dell'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni, che quest'anno si svolge online per tre giorni sino a giovedì.

mercoledì 4 novembre 2020

BREVE CRONACA DEGLI ANNI DELLE PASSIONI TRISTI. 11. TELEVISIONE POLITICA SOCIETA' ITALIANA. DALLA TV DELLA PRIMA REPUBBLICA ALLA TV COMMERCIALE. M. SALVATI, L'egemonia televisiva, LA REPUBBLICA, 4 dicembre 2003

 PER capire come mai in Italia si litighi tanto attorno alla televisione, ben al di là della ricca predazione berlusconiana sul mercato dei media, e perfino al di là del pur nevralgico dibattito sulla libertà d'espressione e di informazione, basta sintonizzarsi, a notte alta, su qualche replica della vecchia Rai, in qualche nicchia satellitare. Quella televisione era il contrario di questa. Come la riforma agraria, come il dirigismo Iri sull'economia, esprimeva una vocazione pedagogica e un'aspirazione sociale.

Alberto Lupo e A-M. Guarnieri ne LA CITTADELLA, adattamento TV del 1964
Intervista di A. Gnoli a A-M. Guarnieri (2014)


martedì 3 novembre 2020

EPIDEMIE PANDEMIE E LIBERTA' A RISCHIO? DE CAROLIS M., Il virus della solitudine, IL MANIFESTO, 4 luglio 2020

  Nelle polemiche che hanno accompagnato questi mesi di quarantena si è fatto strada un dubbio, una denuncia, un’ipotesi provocatoria e allarmante: possibile che le misure «emergenziali», che hanno drasticamente trasformato la vita collettiva, non siano che il preludio a un nuovo genere di totalitarismo, radicato nella dimensione «biopolitica»? Liquidare la domanda come una forma di ottuso complottismo (come in parte è stato fatto) non aiuta a chiarire le cose, visto che la denuncia poggia su due innegabili evidenze. 



È un fatto, in primo luogo, che in questi mesi la vita sociale sia stata integralmente regolamentata, in ogni suo dettaglio, da una miriade di norme e proibizioni varate in nome della «salute pubblica», il che richiama inevitabilmente alla memoria i momenti più bui del Terrore e dell’eugenetica totalitaria. Ed è certo, in secondo luogo, che il «distanziamento sociale» ha sostituito il rapporto tra i corpi con forme di interazione a distanza, governate da un apparato tecnico autorizzato a scandagliare ogni risvolto della nostra vita privata. Eppure, per altri aspetti, la denuncia stride in modo vistoso con la realtà dei fatti, tanto da lasciare fredda l’opinione pubblica più ragionevole e fare breccia, invece, tra i candidati meno idonei alla difesa delle libertà civili: le destre radicali e i «sovranisti» più accaniti.

EPIDEMIE PANDEMIE E PROPOSTE ECONOMICHE. T. PIKETTY INTERVISTATO DA A. BONALUME. Piketty: «Per salvare il futuro diamo a tutti i giovani un'eredità di cittadinanza», L'ESPRESSO, 2 novembre 2020

Incontro Thomas Piketty nel suo regno: un modesto ufficio al quinto piano della Paris School of Economics, in un quartiere popolare nel sud di Parigi. Chiedo a uno studente di indicarmi il suo ufficio. Lui alza la testa come a intendere: «Vuoi dire la star!». L’economista francese ha raggiunto le vette della notorietà scientifica grazie al libro «Il Capitale nel XXI secolo »: una storia inedita delle disuguaglianze dal XVIII secolo ad oggi realizzata grazie all’analisi di un’immensa quantità di dati da venti Paesi.