giovedì 25 aprile 2024

ANNIVERSARI 25 APRILE 1945. PROSPERO M., Perché si festeggia il 25 aprile, la festa della Liberazione in un Paese diventato illiberale, L'UNITA', 25.04.2024

 Sconfortante, come termometro dei rapporti di forza misurabili in questo 25 aprile, è la supplica reiterata rivolta al governo perché conceda una professione di fede in senso antifascista per sciogliere così in radice la questione dei rigurgiti di autoritarismo divampati nelle democrazie occidentali.

Basterebbe, per disarmare il chiacchiericcio sulla carenza di legittimazione della Fiamma, che i ragazzi di Colle Oppio al potere ricordassero la lezione aurea dei missini, maestri nella passerella con il doppio petto, e quindi decidessero di indossare le maschere adeguate per “sembrare” – senza “essere” – antifascisti.


S. Canettieri, La culla della destra romana, Il Messaggero, 14.02.2019


Esiste anche una "Fondazione Almirante" (da DI MARTEDI', 23.04.24)

MARCO MINNITI APPRODA A LEONARDO. PALIDDA S., Marco Minniti approda a “Leonardo”, VOLERE LA LUNA, 1 MARZO 2021

 Come hanno segnalato alcuni quotidiani (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/27/marco-minniti-si-dimette-da-deputato-del-pd-guidera-la-fondazione-di-leonardo/6115573/), l’ex-ministro degli interni Marco Minniti è approdato a capo della una nuova fondazione di Leonardo Med-Or. Il fatto va al di là della mera scelta di un ruolo sicuramente più redditizio e più promettente delle sue chances di carriera politica a breve scadenza. Forse la promozione di Cingolani da dirigente di Leonardo a ministro avrà anche suggerito a Minniti un percorso più conveniente che quello di aspettare tempi migliori nel gioco politico, visto che il PD sembra perdere colpi e lui sembra aver perduto possibilità di ascesa a ruoli più gratificanti di quello a cui era stato ridotto.



MARCO MINNITI, PRESIDENTE DI MED-OR SULLA GUERRA NECESSARIA, LA NECESSITA' DI COSTRUIRE ARMI E SULLE UNIVERSITA' CHE NON HANNO RAPPORTI CON I POTERI. DA L'ARIA CHE TIRA, 24.04.2024

 


Sulla Fondazione Med-or il dr. Parenzo non dice niente
come pure sulla storia e la mentalità di quest'ospite fisso di questa rete liberale.
Basterebbe, tuttavia,  fare una ricerca on line e qualcosa 
(a dire il vero, molto poco, ma con i Potenti bisogna stare attenti) si troverebbe:
per esempio questa (luglio 2020) "evidente correlazione fra virus e migranti"


Torniamo alla puntata del programma.
1.L'Ucraina deve combattere ancora macellando i propri giovani per la 
salvezza dei valori capitalistico-guerrafondai occidentali 
(a proposito: qualche giorno fa, un costruttore ucraino sosteneva che 
i lavori di ricostruzione procedono alla grande.  
Solo c'è un problema: non si trova sufficiente manodopera giovane); 
l'Europa deve armarsi altrimenti la sua ricerca universitaria, 
neutrale e anti-bellica per vocazione,
entrerebbe in crisi a favore di quella, non neutrale e violenta, 
degli stati autocratici 

AVEVAMO 20 ANNI E OLTRE IL PONTE...CALVINO, LIBEROVICI. 25 APRILE 2024

 O ragazza dalle guance di pesca

o ragazza dalle guance d'aurora io spero che a narrarti riesca la mia vita all'età che tu hai ora. Coprifuoco, la truppa tedesca la città dominava, siam pronti chi non vuole chinare la testa con noi prenda la strada dei monti

Il testo della canzone tratta della Resistenza italiana e vede un ex-partigiano narrare alla sua giovane figlia le sue avventure in guerra, ricordandole quanto i giovani di oggi siano scarsamente interessati alla storia, anche se molto recente.

mercoledì 24 aprile 2024

ITALIA ED USA OGGI UNITE CONTRO I GIOVANI. REPRESSIONE NELLE CARCERI E NELLE UNIVERSITA'. PRIMA PAGINA L'UNITA' 24.04.2024

 


RICORDO DI ROSSANA ROSSANDA. PROSPERO M., Chi era Rossana Rossanda, la ragazza del secolo scorso che vedeva nel comunismo la modernità e non la tradizione, L'UNITA', 23.04.2024

 La “ragazza del secolo scorso” nacque, in senso politico, nel 1941 quando incontrò il filosofo Antonio Banfi, il quale dopo qualche tempo di militanza antifascista le aveva consegnato un foglietto con su abbozzata una bibliografia minima dei testi classici del marxismo.

Da quella frequentazione, che dall’università si trasferì nella vita civile oltre che nella sfera privata in seguito al matrimonio con il figlio Rodolfo, scaturì il profilo intellettuale e politico di Rossana Rossanda.



IL PCI FRA RIVOLUZIONE E DEMOCRAZIA. UN LIBRO SU U. TERRACINI. RABAGLINO C., Le conseguenze della Liberazione. Quando i comunisti accettarono la democrazia, DOMANI, 23.04.2024

 C’è un mito, nel dibattito pubblico italiano, che stenta a morire, quello secondo cui i comunisti, in quanto sostenitori di un’ideologia intrinsecamente illiberale, sarebbero sempre e comunque nemici della democrazia. Questa tendenza, ampiamente sopravvissuta al definitivo tracollo del comunismo, simboleggiato prima dalla caduta del muro di Berlino del 1989 e poi dal dissolvimento dell’Unione Sovietica del 1991, si è trasformata nel tempo in una potente arma propagandistica giunta fino ai giorni nostri, molto utilizzata a livello politico e storiografico.



È innegabile che il Partito comunista italiano, fondato a Livorno nel 1921 sull’onda della ventata rivoluzionaria iniziata quattro anni prima in Russia, sia nato, così come tutti gli altri partiti comunisti, in contrapposizione alla cosiddetta “democrazia borghese”, che avrebbe voluto abbattere per costruire anche in Italia un movimento rivoluzionario che instaurasse la “dittatura del proletariato”, come prescritto dalla Terza Internazionale. I suoi primi anni di vita, caratterizzati dalla leadership, tanto carismatica quanto intransigente ed estremistica, di Amadeo Bordiga, si inscrivono perfettamente in questa tendenza.

VERSO LE ELEZIONI PER L'EUROPA. PANIZZA C., Il sogno di un’Europa federale è nato con la resistenza al fascismo, DOMANI, 23.04.2024

 Alla fine degli anni Trenta le sorti della democrazia, ormai brutalmente soffocata in buona parte del continente europeo, parevano ai più compromesse. Poca cosa di fronte alla gravità della situazione sembrava significare la resistenza al contagio autoritario dimostrata dal mondo anglosassone o la novità rappresentata dal New Deal rooseveltiano negli Stati Uniti.

Molti riposero allora la speranza di contrastare l’avanzata dei fascismi nell’Unione sovietica, nonostante la natura liberticida del regime staliniano. Altri ne derivarono invece la necessità per opporsi efficacemente al fascismo di ripensare le forme in cui fino a quel momento la democrazia si era data.

Prese così vita uno straordinario laboratorio politico su cui è bene tornare anche oggi, non per istituire improbabili analogie, ma per le indicazioni e le suggestioni che ne possono venire al nostro presente.

TEORIE POLITICHE. SALVATI M. Le due Destre, IL MULINO, 28.11.2016


Astraendo dalla grande varietà dei casi nazionali, si possono individuare due destre, una liberale, che sostiene i processi economici di globalizzazione e la concorrenza dei capitali, e una conservatrice, la destra del «Dio, Patria e Famiglia»



ELEZIONI AMMINISTRATIVE BASILICATA 2024. PUCCIARELLI M., Tonfo del M5S e Lega in Basilicata: dal 53% al 15% dei consensi in cinque anni, LA REPUBBLICA, 23.04.2024

 Piccolo promemoria per le forze politiche che oggi, premiate dai consensi, sentono il proprio peso inscalfibile e quindi il proprio potere non eterno ma comunque ben saldo: alle Regionali della Basilicata di cinque anni fa, M5S e Lega messe assieme - all'epoca governavano assieme - presero il 40 per cento dei voti, al voto europeo di poche settimane dopo ancora meglio: il 53 per cento.

Cinque anni dopo Movimento e Lega, nella stessa regione, si portano a casa poco più del 15 per cento dei consensi. Il Carroccio guidava la coalizione sempre di Vito Bardi conquistando sei seggi, i 5 Stelle corsero da soli eleggendone tre, ridotti rispettivamente a due per entrambi.

martedì 23 aprile 2024

MOLINARI GIUBILEI E L'ANTIFASCISMO AUTENTICO E INAUTENTICO. LA REPUBBLICA, 22.04.2024

 


Antifascismo popolare (autentico e compreso fra il 1922 e il 1945) e 
antifascismo estremista (inautentico, violento, di sinistra e successivo al 1946) in 
questo scambio fra Direttori insediati (AUTENTICI) e direttori aspiranti (INAUTENTICI)


lunedì 22 aprile 2024

CINEMA FASCISMO. BIANCO E NERO, DI P. PIETRANGELI, 1975. IMPRESSIONI 50 ANNI DOPO. M. FAGOTTO F., 22.04.2024

  “Per me il fascismo rappresenta la patria, rappresenta…la vera…il concetto di quello che deve essere l’uomo…volere bene alla propria famiglia…credere nella religione che oggi la religione non c'è più…le strade erano pulite…l’immondizia non si trovava in tutti gli angoli…lei lasciava la bicicletta, come in Svizzera, vicino al muto, la sera trovava caso mai la multa, ma la bicicletta c’era ancora…la casa lei la poteva lasciare con la porta aperta, senza chiavi, senza niente, non c’era pericolo che nessuno entrava…a me non risulta che sia mai entrata, la polizia cosiddetta fascista in casa di un cittadino se non aveva assolutamente fatto niente…rapinatori non ce n’erano…una donna poteva tranquillamente andare alle due di notte in farmacia che non la fermava nessuno a meno che non fosse una di quelle segnate dal buoncostume…noi avevamo un esercito, avevamo una marina, dovunque andavamo eravamo rispettatissimi…la nostra lira ce la cambiavano subito, oggi non la vuole nessuno”



   Il documentario di Paolo Pietrangeli esce nel 1975  a ridosso di una serie di sanguinosi attentati che caratterizzarono pesantemente la storia italiana di quel quinquennio. Tanto per ricordarne i quattro più significativi: la bomba alla BNL di Milano, nel dicembre del 1969 (17 morti e 88 feriti); l'attentato di Gianfranco Bertoli nella questura di Milano del maggio 1973 (4 morti e 52 feriti fra civili, ma l’obiettivo sarebbe dovuto essere il ministro degli interni, Mariano Rumor); l'attentato di Peteano ai carabinieri (3 carabinieri uccisi e due feriti, 1972); la bomba a piazza della Loggia nel maggio del 1974 (9 morti e 102 feriti; qui un intervento di E. Severino); la bomba sul treno Italicus nell'agosto dello stesso anno (12 morti e 50 feriti. Secondo le dichiarazioni rilasciate nel 2004 dalla figlia Maria Fida, su quel treno sarebbe dovuto salire  suo padre, Aldo Moro)

mercoledì 17 aprile 2024

VERSO IL 25 APRILE 2024. STRALCI DI UN ARTICOLO DI R. ROSSANDA SUL 25 APRILE 1994.

 Non è per ristabilire la memoria che chiamiamo la gente attorno al 25 aprile. Non servirebbe molto.



Quando mio padre mi parlava della prima guerra mondiale, ascoltavo, ma sapevo che davanti agli austriaci non mi sarei trovata. E lui non insisteva su quel macello che pure era stato un discrimine nella sua generazione.

Così oggi i giovani ascolterebbero, temo, quelli di noi che ricordano la resistenza per quel che fu, per quel che subirono o fecero e non fecero, per i compagni perduti. Allontanarsi dal passato è cosa della vita, la più crudele.

Se mai c’è da chiedersi perché oggi sia così grande la smemoratezza. Parli del 1960, bah. Del 1968, non ero ancora nato. Sembra un vanto non esserci stati ancora. Come se più si fosse incerti di sé, più si rifuggisse dal guardare da dove si viene. Ma questo è un altro discorso; non è dunque per «difendere la resistenza» che sarò in piazza il 25 aprile.

MANIFESTAZIONI STUDENTESCHE CONTRO IL GOVERNO ISRAELIANO. FABOZZI A., La cieca repressione degli indifferenti, IL MANIFESTO, 17.04.2024

 «Violenza vergognosa» dice la ministra dell’Università Bernini, ma ce l’ha con gli studenti picchiati e arrestati all’Università di Roma. Non con i poliziotti, che ancora una volta hanno alzato i manganelli sulla protesta, portando a casa un bottino di pestati e fermati.

Protesta veemente e disperata perché disperata è la situazione di Gaza che per fortuna studentesse e studenti non dimenticano. Dovendo offrire i loro corpi a chi li vorrebbe distratti.

martedì 16 aprile 2024

PER RICORDARE. LE COSE BUONE DEL FASCISMO. 15 marzo 2019


IERI
Mario Sironi, Squadra d'azione


1. DELZELL, L'EMIGRAZIONE POLITICA FRA IL 1922 E IL 1943

2. STRAZZA, IL FASCISMO E L'EMIGRAZIONE NEGLI USA, 2015

3. OPPOSITORI AL CONFINO. Nel 1925 lo storico Gaetano Salvemini dava le dimissioni dall’insegnamento universitario, denunciando che la “dittatura fascista” aveva soppresso completamente “quelle condizioni di libertà che sole potevano garantire una libera educazione civile”. Il gesto di Salvemini fu esemplare in quanto veniva da un intellettuale di spicco. Lo storico fu costretto all’esilio come altri uomini di cultura, politici e persone comuni.
Se questa già era la situazione nel 1925, nel 1926 ogni espressione contraria al Fascismo era ritenuta un delitto contro lo Stato e come tale giudicata da un tribunale speciale. Gli oppositori del regime furono condannati al carcere o a un domicilio coatto, il “confino”, in isole o in luoghi lontani, dove gli spostamenti e le comunicazioni erano molto difficili e controllati.
Questa fu l’esperienza di molti antifascisti, tra i quali Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, che furono confinati a Ventotene; durante il loro soggiorno coatto nell’isola essi meditarono sulle vicende politiche del Paese e dell’Europa e scrissero un “manifesto” che è considerato un fondamento dell’europeismo (“Manifesto di Ventotene”). Il medico e pittore Carlo Levi dovette lasciare Torino e fu mandato in Basilicata: egli narrò gli anni di confino nel romanzo Cristo si è fermato a Eboli.

4. GHINI, DAL PONT, GLI ANTIFASCISTI AL CONFINO. STORIE DI UOMINI CONTRO LA DITTATURA 1926-1943, 2013

5. "E' chiaro che il regime esercitava una costante sorveglianza della popolazione anche riprendendo e migliorando alcune dinamiche già sperimentate durante la Grande Guerra, come la militarizzazione degli operai o la repressione del dissenso.
 In particolare, il governo mussoliniano operava politiche di vigilanza dell’opinione pubblica attraverso diversi strumenti: il controllo dell’informazione (radio, cinema e giornali, prima di tutto); la “fascisticizzazione“ delle istituzioni, comprese quelle educative; la persecuzione verso coloro i quali gli si opponevano. Quest’ultima azione avveniva anche grazie all’introduzione di una nuova serie di provvedimenti che includevano l’istituzione e l’azione del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato (1927-1943) e l’inasprimento del domicilio coatto, trasformato in confino politico" (Fabio Ecca, Incontro e scontro di culture: i confinati antifascisti a Eboli e ad Aliano, CONfini, CONtatti, CONfronti – 02/2018)

6Dopo l’attentato a Mussolini, il 31 ottobre 1926 a Bologna, il governo fascista promulgò le nuove leggi di pubblica sicurezza con il Regio Decreto n. 1848 del 6 novembre dello stesso anno, istituendo il confino di polizia, misura di carattere politico-amministrativo.
A partire da questo momento, chiunque fosse ritenuto pericoloso per la sicurezza pubblica poteva essere allontanato dalla sua abituale residenza e inviato coattivamente in località sperdute dell’Italia centro meridionale. Di fatto venivano colpiti anche coloro che avevano semplicemente manifestato la propria contrarietà al regime, qualsiasi antifascista o presunto tale. Venivano richiusi anche ebrei, pregiudicati per reati comuni, individui sospettati di spionaggio e di attività antinazionale, omosessuali, Testimoni di Geova.
Dal 1926 al 1943 i confinati politici furono circa 10 mila; quelli ritenuti più pericolosi venivano inviati prevalentemente nelle colonie di confino delle Isole di Lampedusa, Favignana, Ustica, Lipari, Ponza, Tremiti e Ventotene. In modo particolare in queste ultime tre colonie venne destinata, a partire dal 1930, la maggior parte degli antifascisti recidivi da sottoporre a speciale sorveglianza; questa ulteriore restrizione avvenne in seguito all’evasione dei fratelli Rosselli, di Lussu e Nitti da Lipari. Gli altri confinati, ritenuti meno pericolosi, furono costretti a soggiornare in piccoli villaggi; quelli della Calabria, della Basilicata e dell’Abruzzo ne ospitarono il maggior numero.
Nel 1939 fu istituita la prima colonia di lavoro in terra ferma a Pisticci, in provincia di Matera, dove il regime impose il recupero dei confinati antifascisti attraverso il lavoro. (da AI CONFINATI POLITICI)

 7OMOFOBIA IN CAMICIA NERA
  • Il reato di omosessualità non era presente nella legislazione italiana già prima del fascismo. Nel 1927, quando stava nascendo il celebre codice penale Rocco, venne previsto un articolo che doveva legiferare sulla questione, il 528: puniva con il carcere da uno a tre anni chiunque avesse relazioni omosessuali. Alla fine però il testo •non venne inserito nel codice e si preferì utilizzare i confino di polizia che evitava di passare attraverso processi, avvocati e magistratura.
  • Prevenzione. Questa moderna forma di esilio in patria consisteva in una misura di “prevenzione di reato”: consentiva alle autorità di arrestare e sottoporre al giudizio di un’apposita Commissione provinciale chi fosse anche solo sospettato di pederastia sulla base di voci o spiate di vicini di casa. •Per gli omosessuali si aggravò così la già difficile permanenza in una società tradizionalista che aveva fatto del machismo la sua filosofia di base e della famiglia tradizionale il caposaldo della società fascista.
  • Le pene. A seconda della la gravità o delle prove raccolte, l’arrestato poteva subire una diffida, un’ammonizione (una specie di arresto domiciliare) o il confino fino a 5 anni. Dopo le leggi razziali introdotte nel 1938 la situazione si aggravò ulteriormente: i confinati gay divennero “confinati politici”, poiché l’omosessualità divenne anche sinonimo di antifascismo, ovvero di attentato “alla dignità della razza” e ai valori dell’ideologia fascista.
  • Per saperne di più: Paolo Pedote, L’isola dei papaveri. La prima comunità gay al mondo che inventò il Duce (senza saperlo), Area51 Publishing, 2013, Ebook; Gianfranco Goretti, Tommaso Giartosio, La città e l’isola: omosessuali al confino nell’Italia fascista, ed. Donizelli, 2006 , 275 pagine (da A. Pescini, l'isola dei femminielli, Focus storia, 86, dicembre 2013, ora in Progetto Gionata)
8. DALL'ORTO, PER IL BENE DELLA RAZZA AL CONFINO IL PEDERASTA, 1986

9. Tra il 1939 e il 1945 più di 200.000 persone ricoverate in ospedali psichiatrici tedeschi furono assassinate perché ritenute un inutile peso. Anche la Società Italiana di Psichiatria sostenne posizioni razziste e appoggiò le leggi razziali. In Italia, infatti, tra il 1943 e la fine della guerra, si verificarono ripetuti episodi di "prelevamento" dei pazienti ebrei dagli ospedali psichiatrici per essere portati in campi di concentramento e uccisi. Inoltre, Le leggi razziali emanate in Italia nel 1939 videro gli italiani ebrei banditi dalla vita pubblica e espulsi dalle loro cariche professionali. I loro figli non poterono più frequentare le scuole pubbliche e i matrimoni misti non furono più consentiti. (da DISABILI.IT 26 gennaio 2019)

10. Delitti e crimini politici
1923 i fascisti di Balbo uccidono ad Argenta il sindacalista socialista Natale Galba;
la sera del 23 agosto del '23, nei pressi della canonica, il sacerdote Giovanni Minzoni viene aggredito e ucciso a manganellate da alcuni squadristi facenti capo a Balbo che, travolto dallo scandalo e dal vasto moto di indignazione, deve dimettersi da console della Milizia;
Giacomo Matteotti, deputato socialista, fu rapito e assassinato da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini probabilmente per volontà esplicita di Benito Mussolini[1], a causa delle sue denunce dei brogli elettorali attuati dalla nascente dittatura nelle elezioni del 6 aprile 1924, e delle sue indagini sulla corruzione del governo, in particolare nella vicenda delle tangenti della concessione petrolifera alla Sinclair Oil. Matteotti, nel giorno del suo omicidio (10 giugno) avrebbe dovuto infatti presentare un nuovo discorso alla Camera dei deputati - dopo quello sui brogli del 30 maggio - in cui avrebbe rivelato le sue scoperte riguardanti lo scandalo finanziario coinvolgente anche Arnaldo Mussolini, fratello del Duce.[2] Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo, dal brigadiere Ovidio Caratelli (voce Wikipedia);
l'intellettuale liberale Piero Gobetti viene percosso a casa sua (1924), aggredito e picchiato più volte mentre le sue riviste furono sequestrate; le violenze subite mineranno la sua salute (morirà giovanissimo a 25 anni, esule);
i fratelli Carlo e Nello Rosselli furono uccisi il 9 giugno 1937 a Bagnoles-de-l’Orne, una località del nord della Francia, da alcuni militanti di un’organizzazione di estrema destra francese e molto probabilmente per ordine dei servizi segreti italiani (articolo da Post);
il 20 luglio 1925 Giovanni Amendola, capo liberale della secessione aventiniana, è aggredito da una squadra di quindici uomini, guidata da Carlo Scorza (futuro segretario del Partito nazionale fascista), armati di bastone;
1937: muore in carcere (dal 1928) Antonio Gramsci
Le 120.000 vittime civili libiche dell’esercito fascista nel 1930 durante la deportazione delle popolazioni cirenaiche.
Le 600 tonnellate di gas asfissianti (iprite e fosgene) lanciate dall’aviazione fascista sulla popolazione etiopica nel 1935/36, le migliaia di civili passate per le armi dopo l’attentato fallito a Graziani nel ’37, i 310 monaci cristiani, ma di rito copto, trucidati a Debra Libanos col plauso dei cappellani militari e del Vaticano.
I bombardamenti della Croce Rossa in Etiopia, i 17.000 etiopi deportati e sterminati nel campo di sterminio di Danane (Somalia); i telegrammi di Mussolini a Graziani dove scriveva: “Autorizzo ancora una volta Vostra Eccellenza a condurre sistematicamente politica del terrore et dello sterminio“. Leggi: I crimini del regime fascista (Forum Scuole);



M. Dondi, Caro Tajani, ecco cosa hanno fatto davvero Mussolini e il fascismo, Il Fatto, 15 marzo 2019


domenica 14 aprile 2024

IL FASCISMO ETERNO. UN FILM DI P.PIETRANGELI, BIANCO E NERO. 1975


SCHEDA INTEGRALE


Film documentario sul neofascismo nel suo doppio volto: quello violento e quello in doppiopetto. Copre nella sua ricostruzione un arco storico di trent'anni, dall'epoca della guerra fredda alla strategia della tensione degli anni settanta. Inizia rievocando la rottura dell'unità antifascista, in concomitanza con la guerra fredda internazionale e la costituzione

del partito neofascista; prosegue con l'illustrazione del periodo di conflitti politici dal 1948 al 1953, attraverso un'intervista di particolare significato all'allora ministro degli interni Mario Scelba; si sofferma sui momenti drammatici vissuti dalla democrazia italiana, durante il governo Tambroni nel 1960 e in occasione del tentativo golpista del SIFAR del 1964. Analizza quindi il quinquennio che va dalle grandi lotte studentesche e operaie del 1968-69 fino al tentativo di controffensiva reazionaria, attraverso la strategia della tensione. Il film si propone come strumento di analisi critica del neofascismo, delle sue cause, dei suoi collegamenti e dei suoi obiettivi, nel quadro della storia dell'Italia repubblicana. Partecipazione a manifestazioni: Laceno d'oro, Avellino, 1975; Festival del film e del cortometraggio, Cracovia, 1975; Festival di Grenoble, 1975; Festival internazionale del documentario e del cortometraggio per il cinema e la tv, Lipsia, 1975; Festival internazionale di Mosca, 1975; Festival di Volgograd, 1975; Festival di Thonon Les Bains (Evian, Francia), 1975

 

mercoledì 10 aprile 2024

GUERRA ISRAELO-PALESTINESE E DISORDINE MONDIALE. UN ARTICOLO DI M. CACCIARI. Che cosa dovrebbero fare gli studenti che protestano, M. FAGOTTO F., 10.04.2024

 Nella sintesi formulata da Cacciari in un articolo comparso qualche giorno fa ((M. Cacciari, La guerra civile globale, gli studenti e gli atenei, La stampa, 8.04.2024) le cose starebbero così: stiamo diventando miliardi di esseri umani sempre più simili in forza del fatto che la mentalità pluto/consumistico/spettacolare è divenuta egemone e dominante su scala globale (il “capitalismo di stato” lo chiama Cacciari); ma proprio per questo la competizione indotta dal desiderio mimetico e dal conformismo individualistico si sta dimostrando sempre più oppressiva e pericolosa fino a scatenare quei conflitti definibili come tante “guerre civili” che “si combattono all'interno di un terreno a tutti comune  privo o quasi degli antichi connotati ideologici, quello di un universale capitalismo di stato, retto da formidabili apparati economico-militari e dall'interesse di giganteschi sistemi finanziari”.



NUOVO GOVERNO MELONI. DEMOCRAZIA AFASCISTA. RECENSIONE A PEDULLA', URBINATI. BELPOLITI M., Fascismo, antifascismo, afascismo, DOPPIOZERO, 27.03.2024

 Il 25 aprile dello scorso anno Giorgia Meloni ha scritto una lettera al “Corriere della Sera” pubblicata con grande evidenza dal quotidiano milanese. Riguardava un tema di attualità, come s’è visto in questi ultimi giorni, in occasione dell’ottantesimo Anniversario della strage delle Ardeatine: l’impossibilità di dirsi antifascista. Non si tratta di una semplice questione nominalista, per quanto esista un’evidente ritrosia per la leader di un partito che discende dal Movimento Sociale Italiano, erede del fascismo della Repubblica di Salò, a dirsi tale. Non è solo una omissione, ma riguarda una questione sostanziale come spiegano nel loro libro Democrazia afascista Gabriele Pedullà e Nadia Urbinati (Feltrinelli). Quella lettera costituisce per i due autori una sorta di manifesto ideologico della Presidente del Consiglio.


martedì 9 aprile 2024

ETICA E POLITICA. L'ETERNO RITORNO DELLA 'QUESTIONE MORALE'. CON UNA CRONOLOGIA DELLE TAPPE PRINCIPALI DELL'AZIONE GIUDIZIARIA 'MANI PULITE' 1992-1997

 VICENDE GIUDIZIARIE E QUESTIONE MORALE, CITTA' DELL'UOMO, 18.12.2006

COCCHI, 18 ANNI FA MANI PULITE, RSI, 8.06.2010

VATTIMO, IL PAESE DELL'IMPOSSIBILE, IL FATTO, 28.01.2011

GENTILONI, 30 ANNI DI QUESTIONE MORALE, LA STAMPA, 27.07.2011




CACCIARI, LA QUESTIONE MORALE? LA VERA COLPA E' L'ITALIA SENZA RIFORME, QN, 26.07.2011

TGLA7, 20 ANNI DOPO TANGENTOPOLI..., 8.12.2014

COLOMBO, E' PEGGIO DEGLI ANNI NOVANTA, LA REPUBBLICA, 7.11.2014

CACCIARI, LA QUESTIONE MORALE? E LO STATO CHE NON FUNZIONA, L'ESPRESSO, 20.05.2016

REDAZIONE, EMILIANO RIABILITA BETTINO CRAXI, LA REPUBBLICA, 22.04.2017

HOLGADO, IL GLOSSARIO DI TANGENTOPOLI, DOMANI, 17.02.2022

CONTE, SCHLEIN NON SOTTOVALUTI LA QUESTIONE MORALE, ANSA, 30.12.2023

sabato 6 aprile 2024

ETICA E POLITICA. IL CASO PD. PELLEGRINO G., Un partito senza ras. La vera sfida dem per il rinnovamento, DOMANI, 05.04.2024

 Quella che dilania il Pd in queste ore è una questione specifica di moralità della forma-partito: l’etica dei cosiddetti cacicchi. Il primo e il più banale aspetto di questo problema riguarda l’etica personale dei leader locali.

Se il successo elettorale deriva dall’uso dei più spregiudicati metodi di corruzione si violano principi ovvi di moralità politica: imparzialità, trasparenza, rappresentanza, responsabilità nei confronti degli elettori onesti e dei militanti. Il secondo problema, meno banale, riguarda l’etica e la pratica della leadership nazionale e della forma-partito.

SCUOLA FRA MOBBING E TUTELE DELLA CONDIZIONE DI LAVORO. TROTTA D., “Il mio preside-stalker ora tutela i lavoratori dal mobbing: con quale credibilità è stato scelto?”, IL FATTO, 05.04.2024

 La mia esperienza di docente vittima di stalking per mano dell’ex preside dell’istituto Sommeiller di Torino ha avuto inizio cinque anni fa. Rievocare oggi questa vicenda e ripercorrerne gli snodi principali mi sembra utile, oltre che per manifestare vicinanza alle vittime di stalking/mobbing in ambito lavorativo che non hanno avuto il coraggio di denunciare o che, a seguito di denuncia, si sono inevitabilmente poste su un sentiero accidentato, anche per gli sviluppi surreali che il mio caso ha avuto.

mercoledì 3 aprile 2024

CRIMINI E ISTITUZIONI NELLA STORIA ITALIANA. IL CASO AMBROSOLI. CORTE D'ASSISE DI MILANO, Giorgio Ambrosoli, il testamento morale in una lettera alla moglie Anna, DOMANI, 02.04.2024

 Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza della Corte d'Assise di Milano che ha condannato all'ergastolo Michele Sindona per l'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli


Giorgio Ambrosoli, nominato commissario liquidatore della Banca privata italiana con decreto 29 settembre 1974 del Ministra del Tesoro, iniziò subito con grande impegno e rigore la sua attività diretta a recuperare alla liquidazione i cespiti che erano stati distratti nelle più diverse forme, e ben presto si rese conto che per adempiere il compito affidatogli avrebbe dovuto incidere sugli interessi di persone potenti e capaci di tutto.

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RIFORME COSTITUZIONALI. VERSO IL PREMIERATO. APPROVAZIONE AL SENATO. MERLO G., Primo sì al premierato. FdI esulta, la Lega frena e resta il nodo della legge elettorale, DOMANI, 02.04.2024

 



La commissione Affari costituzionali del Senato ha detto il primo sì davvero pesante alla riforma costituzionale del premierato, «la madre di tutte le riforme» come ormai è stata ribattezzata dalla premier Giorgia Meloni.

A ricevere il via libera, infatti, è stato l’emendamento del governo che apporta nuove sostanziali modifiche al testo base della ministra delle Riforme, Elisabetta Casellati. Tre in particolare: l’elezione diretta del presidente del consiglio; il limite dei due mandati consecutivi, che diventano tre solo nel caso in cui il premier abbia ricoperto l’incarico per meno di 7 anni e 6 mesi; la cancellazione del premio di maggioranza al 55 per cento. Via libera anche alla modifica sulla nomina e revoca dei ministri: sarà il presidente della Repubblica a conferire l’incarico al presidente del consiglio di formare il governo e nominerà e revocherà i ministri, su proposta di quest’ultimo.

POLITICA E CLASSI SOCIALI. RICCIARDI M. Si può ancora dire classe? Appunti per una discussione, CONNESSIONI PRECARIE, 19.04.2023

 Questo testo riprende e amplia l’intervento del 20 marzo 2023 al Laboratorio di teorie antagoniste, organizzato a Bologna presso l’Ex-Centrale di via Corticella 129

1. Le classi e la classe

Poniamo direttamente la questione: esiste ancora la classe? Possiamo dare per scontato che esistano le classi. Esiste cioè una classificazione degli individui in base alla differente posizione occupata all’interno del processo di produzione e riproduzione della società. È difficile negare che queste differenze esistano. Il problema è caso mai se è ancora utile ragionare in termini di classe per sottrarsi e possibilmente cancellare questa classificazione. Storicamente l’affermazione e, per un certo periodo di tempo, il predominio del linguaggio di classe è stato il modo in cui milioni di uomini e di donne hanno cercato di farla finita con la classificazione che li collocava in una posizione subordinata all’interno della società. Questo è un primo punto che deve essere sottolineato. Il linguaggio di classe ha un doppio significato: esso è originariamente un linguaggio d’ordine e solo successivamente diviene la rivendicazione di una possibile rivolta contro l’ordine delle classi. Inizialmente esso serve a classificare una molteplicità di fenomeni prima nelle scienze naturali e poi anche in quelle sociali, assegnando a ciascuno e ciascuna il suo posto. Questa ossessione classificatoria del sociale deriva dall’altrettanto ossessiva paura per il caos prodotto dalla presenza simultanea di una moltitudine di individui formalmente uguali senza alcuno status ascritto. I loro movimenti, le loro azioni, le loro stesse parole vengono percepiti come la minaccia di un disordine potenzialmente ingovernabile. La presenza delle classi è in un primo tempo attribuita alla contrapposizione all’interno del popolo di due gruppi divisi dalla loro diversa origine. Al gruppo dei conquistatori viene opposta la rivolta dei conquistati che ristabilisce il giusto ordine.

A questa origine mitica della divisione in classi del popolo si sostituisce ben presto quella delle scienze sociali che utilizza una molteplicità di classificazioni per governare quello spazio specifico e determinato che è la società.

PERCORSI POLITICI. WALTER VELTRONI A COLLOQUIO CON E. SCALFARI, Veltroni: "La divisione della sinistra apre la porta al populismo, a rischio democrazia e Ue", LA REPUBBLICA, 26.02.2017

 Walter Veltroni ha fatto un discorso all'assemblea del partito e il discorso credo sia stato sentito da moltissima gente. Ha cominciato ed ha concluso a favore dell'unità del partito guidato da Renzi.


DISCORSI POLITICI. IL DISCORSO DEL LINGOTTO DEL 2007. WALTER VELTRONI, "Un'Italia unita, moderna e giusta", DAILYMOTION, 27.06.2007

 





VAI NEL SITO 


Mai stato comunista, La stampa, 27.08.2011

Che bello quando torna Walter Veltroni. Ieri ha spedito una bellissima lettera alla Repubblica in cui diceva: «Non ero ideologicamente comunista». No. Mai stato comunista. Almeno ideologicamente. E allora quando negli anni Settanta scriveva della «Cina di Mao, del libretto rosso, la ricerca di un modello realizzato di socialismo diverso da quello dei paesi dell’Est, in grado di raccogliere una domanda di parteciazione delle masse...», ecco, quando scriveva così forse Veltroni non era ideologicamente veltroniano.

LETTERATURA E POLITICA. SERRA A., IL PENSIERO POLITICO DI F. DOSTOEVSKIJ, F. ANGELI, 2023

 Fëdor Dostoevskij è uno dei grandi nomi della letteratura mondiale. La sua opera, tuttavia, è stata oggetto di attenzioni multidisciplinari, non soltanto di natura estetica, ma anche psicologica, filosofica e religiosa, suscitando anche l'interesse, pur minoritario, della storia del pensiero politico. Basti ricordare che lo scrittore fu arrestato, e successivamente condannato ai lavori forzati in Siberia, proprio per motivi politici; a questo si aggiunga la sua attività di pubblicista, protrattasi per vent'anni, e quell'esigenza, non certo casuale, di specificare la natura "letteraria e politica" dei suoi articoli. Si consideri, infine, il forte significato politico di romanzi come Note invernali su impressioni estive, Memorie dal sottosuolo, Demoni, solo per citarne alcuni.



Il pensiero di D., pur inscritto in un'epoca di radicali cambiamenti che caratterizzarono la Russia del tempo, quali la liberazione dei servi della gleba voluta da Alessandro II, rimase sempre animato da un profondissimo senso morale e da un appassionato tentativo di cogliere il mistero dell'animo umano. Alla concreta minaccia dei demoni e degli inquisitori, lo scrittore rispose con l'amore per la libertà, unica via per la responsabilità personale e l'auto-perfezionamento nello spirito dell'amore cristiano. A D. può essere riconosciuto il merito di aver scoperto quel terribile principio di astrattismo, e quindi di sradicamento, che anima l'ideologia; egli ne colse il male profondo e vi contrappose il ritorno al suolo, alla pocva, come base su cui costruire una nuova Russia, forte della morale del popolo e del riavvicinamento con la classe colta déraciné.

Andrea Serra
, laureato in Scienze politiche, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia del pensiero politico presso l'Università di Cagliari. È titolare di una borsa post-doc presso l'Università del Piemonte Orientale. Si occupa del pensiero politico russo e dell'antifascismo negli scritti di Emilio Lussu.

DISCORSI POLITICI. IL DISCORSO DI OBAMA NEL 2009. BARACK OBAMA, "All this we can do, all this we will do" Il testo originale del discorso di Obama, LA REPUBBLICA, 20.01.2009

 



Ecco il testo, in inglese, del discorso d'insediamento di Barack Obama, quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d'America.

"My fellow citizens:

I stand here today humbled by the task before us, grateful for the trust you have bestowed, mindful of the sacrifices borne by our ancestors. I thank President Bush for his service to our nation, as well as the generosity and cooperation he has shown throughout this transition.

Forty-four Americans have now taken the presidential oath. The words have been spoken during rising tides of prosperity and the still waters of peace. Yet, every so often the oath is taken amidst gathering clouds and raging storms. At these moments, America has carried on not simply because of the skill or vision of those in high office, but because We the People have remained faithful to the ideals of our forbearers, and true to our founding documents.