domenica 27 settembre 2015

POLITICHE SOCIALI E SANITA' IN ITALIA. LA QUESTIONE DELLA MEDICINA DIFENSIVA. I. CAVICCHI, Medicina difensiva: cari medici, ripensiamo il decreto legge, IL FATTO, 26 settembre 2015

Quando il rimedio è peggiore del male, così si potrebbe definire ildecreto del ministero della Salute per combattere le inappropriatezze in Sanità. Le inappropriatezze esistono e come… solo la medicina difensiva ci costa dai 10 ai 13 mld (la stima è della commissione sprechi del Senato) ma se per combatterle si riducono le tutele ai cittadini cioè si riducono i livelli essenziali di assistenza gratuita (Lea) e si ingabbia l’autonomia clinica del medico costringendolo a prescrivere secondo compatibilità e risparmio, allora il decreto in questione puzza di taglio lineare. Se si riducono le tutele l’appropriatezza è una scusa per ridurre la spesa sanitaria se si riduce semplicemente l’autonomia prescrittiva del medico l’appropriatezza è una scusa per obbligare le decisioni del medico a stare dentro dei limiti di compatibilità.

DEMOCRAZIA E TENTAZIONI FORTI. UN INTERVENTO DI P. INGRAO, La tentazione del premier forte e l’eutanasia del parlamento, IL MANIFESTO, 31 marzo 2015

Si fa fatica, con le fiamme della guerra che divam­pano ancora in una zona cru­ciale del mondo e ogni giorno accom­pa­gnano noti­zie di morti o rapiti o scom­parsi, sì, si fa fatica a ragio­nare su un con­fronto com­pli­cato (e su un voto) che si è svolto set­ti­mane fa in Senato, a riguardo di una pro­po­sta di modi­fica da appor­tare a un Arti­colo (pre­ci­sa­mente l’Articolo 88) della Costi­tu­zione repub­bli­cana. Il pen­siero di tanti — ita­liani e non — è volto ai morti, ai caduti, agli scon­tri amari e atroci che insan­gui­nano quei siti che fanno quasi da giun­tura tra con­ti­nenti: tra la densa Europa e la ster­mi­nata Asia. Eppure nelle set­ti­mane pas­sate si sono avuti un dibat­tito e un voto in Senato che non con­si­gliano silenzi, per­ché riguar­dano spo­sta­menti di fondo negli assetti isti­tu­zio­nali della Repub­blica, e nella con­fi­gu­ra­zione di poteri che essi fissano.

STORIA DELLA SINISTRA ITALIANA. LA MORTE DI PIETRO INGRAO. R. BARENGHI, Ingrao, la schiena dritta di un eterno sconfitto, LA STAMPA, 27 settembre 2015

Una sera d’estate un bambino rifiuta di fare la pipì nel vasino. I genitori insistono ma niente, lui non cede. Per convincerlo il padre gli promette un regalo, qualsiasi regalo. Il bambino accetta lo scambio, fa la sua pipì, guarda il padre e gli fa: «Voglio la luna». Ma nessuno può dargliela, lui si arrabbia e e sbotta: «E io rivoglio la piscia mia».

giovedì 24 settembre 2015

IL DIRITTO ALLA FELICITA'. REDAZIONE, Sophie, la figlia di immigrati che ha consegnato la sua lettera al Papa, CORRIERE DELLA SERA, 24 settembre 2015

Ha cinque anni Sophie Cruz ed è figlia di immigrati messicani che vivono clandestinamente in California. Sa che il Papa è in viaggio negli Stati Uniti. E mercoledì 23 settembre è uscita di casa con un obiettivo, chiaro e difficilmente realizzabile: raccontare la sua storia a Papa Francesco, il suo timore che mamma e papà vengano portati via. Ha scritto una lettera e ha fatto un disegno, con la fantasia e la tenacia di una bambina pronta a realizzare un desiderio.

lunedì 21 settembre 2015

CORRUZIONE NELLE ISTITUZIONI STATALI E PUBBLICHE. F. SARZANINI, Funzionari pubblici, tutti gli illeciti Il caso degli affitti a sette euro, CORRIERE DELLA SERA, 21 settembre 2015

n appena sei mesi hanno sottratto allo Stato oltre tre miliardi di euro. Sono 4.835 dipendenti pubblici che hanno rubato o sperperato i soldi della collettività. Funzionari, medici, politici, impiegati di primo livello: tutti citati adesso in giudizio dalla Corte dei conti, chiamati a restituire il maltolto. È il rapporto della Guardia di Finanza sui danni erariali contestati tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2015 a rivelare quanto profondo sia il «buco» nei conti causato dai lavoratori infedeli. Con un dato che fa impressione: più di un miliardo di euro è stato perso con la cattiva gestione del patrimonio immobiliare. Case concesse in affitto a prezzi stracciati, terreni mai utilizzati, edifici svenduti rappresentano la voce più consistente della relazione. 

domenica 20 settembre 2015

RUSSIA. UNE TELEVISIONE BERLUSCONIZZATA. G. CHIESA, Talk show: maledizione dei tempi moderni, IL FATTO, 20 settembre 2015

Abbastanza strano trovarsi in una trasmissione televisiva in Russia (Primo Canale) e partecipare (involontariamente) a un talk show praticamente identico (per superficialità, scorrettezza informativa, tendenziosità preliminare ecc) a quelli che il pubblico italiano è costretto a subire da anni, senza alternativa, da tutti i canali.

ITALIA. LA FINE DEI SINDACATI. A. GRASSO, Lo stipendio (nascosto) del sindacalista Barbagallo, CORRIERE DELLA SERA, 20 settembre 2015

«Far e il giornalista è sempre meglio che lavorare», si diceva un tempo. La battuta di Luigi Barzini Jr rischia oggi di essere applicata ai sindacalisti: «Fare il sindacalista è sempre meglio che lavorare».

sabato 19 settembre 2015

POLITICHE DELL'INFORMAZIONE. TELEVISIONE ITALIANA. LA TRUFFA DELL'ISOLA DEI FAMOSI. R. FRANCO, L’Isola dei famosi, la confessione di Lele Mora e i misteri del televoto, CORRIERE DELLA SERA, 19 settembre 2015

«Ho creato tante cose a tavolino. Anche le vittorie dell’ Isola dei famosi . Io facevo partecipare miei artisti come Walter Nudo e poi compravo i centralini per farli vincere. Magari investivo 50 mila euro ma poi se Walter vinceva, io con gli sponsor chiudevo contratti da un milione di euro, era un investimento». Parola di Lele Mora, che in un’intervista al Fatto Quotidiano , torna ad alimentare sospetti sulla regolarità delle elezioni televisive. E poiché l’Italia è una Repubblica televisiva fondata sul televoto la questione non è da poco. 

giovedì 17 settembre 2015

ASCESA E CADUTA DI SILVIO BERLUSCONI. M. VENEZIANI, Marcello Veneziani: "Berlusconi ha permesso alla sinistra di governare senza alternativa", L'ESPRESSO, 17 settembre 2015

Silvio BerlusconiSilvio Berlusconi è il padre putativo dei tre animatori del Villaggio Italia - Renzi, Grillo e Salvini - il decano degli istrioni politici e il patrono dei piacioni. Berlusconi era la bestia nera della sinistra, poi diventò negli ultimi anni la sua migliore polizza per governare senza alternativa: finché c’è lui - azzoppato dagli anni, dai tiraemolla delle sue tattiche cangianti, dai processi, dalle defezioni e dalla tutela delle sue aziende - non sarà possibile alcun centro-destra competitivo.

RENZI E LA MERITOCRAZIA. E. FITTIPALDI, I "Renzomandati": così muore la meritocrazia, L'ESPRESSO, 17 settembre 2015

Questo sarà un Paese dove trovi lavoro se conosci qualcosa, e non se conosci qualcuno». Così diceva Matteo Renzi il 12 novembre 2012, candidandosi alle primarie contro Pierluigi Bersani.L'inchiesta de "L'Espresso"documenta che, arrivato a Palazzo Chigi, Matteo Renzi non solo ha messo sulle poltrone della società pubbliche fedelissimi e compagni d'avventura, ma personaggi senza curriculum adeguato, qualche indagato, esponenti dei vecchi poteri forti e perfino soggetti che hanno finanziato la sua fondazione Open.

lunedì 14 settembre 2015

GOVERNO RENZI E BANDIERA ITALIANA AL CONTRARIO. DA CORRIERE DELLA SERA, 14 settembre 2015


GOVERNO RENZI ED AEREI BLU. M. GALLUZZO, Un nuovo «Air Force One» (in leasing) per Renzi, CORRIERE DELLA SERA, 12 settembre 2015

ROMA - Era probabilmente il leader del G8 con l’aereo presidenziale più piccolo, una sorta di Cinquecento degli Airbus, un A319 CJ che ha costretto per anni i presidenti del Consiglio di turno, da Monti a Letta, da Prodi e D’Alema a Berlusconi, a fare scalo ogni cinque ore, o poco più, se gli impegni internazionali reclamavano una presenza a una distanza superiore a sei meridiani rispetto all’Italia.

sabato 12 settembre 2015

TEORIE FILOSOFICO-POLITICHE. INTERVISTA CON A. DE BENOIST. REDAZIONE, I banali demoni del bene, IL FOGLIO, 22 gennaio 2014

Parigi. Alain de Benoist ha appena pubblicato, presso le edizioni Pierre-Guillaume de Roux, “Les démons du bien”. La prima parte del saggio consiste in una critica radicale della tirannia dei buoni sentimenti. A cosa attribuisce l’emergere di questo neo-clericalismo?
“Allo spirito del tempo. Ma lo spirito del tempo è sempre il risultato di una tendenza di fondo. A partire dal Diciottesimo secolo, l’ascesa sociale della classe borghese ha simultaneamente marginalizzato i valori aristocratici e i valori popolari, rimpiazzandoli con ciò che Tocqueville chiamava le passioni ‘debilitanti’: utilitarismo, narcisismo e trionfo dello spirito calcolatore. Il successo dell’ideologia dei diritti dell’uomo ha, da parte sua, permesso all’egoismo di avvolgersi in un discorso ‘umanitario’ la cui idiozia è il tratto dominante. L’accelerazione sociale e la crescita di ciò che è insignificante hanno fatto il resto.

CAPITALISMO QUESTIONE GENDER DESIDERIO. F. TORRIERO, Parla in esclusiva Alain de Benoist: "Il gender è figlio del capitalismo liberale", INTELLIGONEWS, 15 aprile 2015

Nel suo libro "I demoni del bene", è detto chiaramente: il grande inganno consiste nel far passare come sensibilizzazione alla democrazia, alla tolleranza, come pedagogia, quella che è in realtà la cancellazione di ogni legame e di ogni identità culturale, storica, religiosa, familiare e sessuale. 

MASS MEDIA E MIGRAZIONI DALL'AFRICA. A. DE ANGELIS, Padre Aylan, Fusaro: "I media confermano il potere e fanno amare i carnefici", INTELLIGONEWS, 12 settembre 2015

"Era Abdullah Kurdi", il padre del piccolo Aylan,"lo scafista della barca" del naufragio. A dirlo è Zainab Abbas, una donna che ai microfoni della tv araba Eufrate racconta che su quell'imbarcazione c'era anche lei, che in quell'incidente ha perso due dei suoi tre figli, che anche lei aveva tentato la sorte andando là sopra per percorrere la rotta Turchia-Grecia.


REGNO UNITO. NUOVO LEADER PER IL PARTITO LABURISTA. REDAZIONE, Corbyn è il nuovo leader dei laburisti inglesi: così il partito vira a sinistra, LA STAMPA, 12 settembre 2015

È Jeremy Corbyn, 66 anni, deputato anti-austerity inviso ai blairiani, il nuovo leader dei laburisti inglesi. Lo ha annunciato la Conferenza del Partito Laburista a Londra. Alle primarie hanno votato 423 mila persone su 554mila aventi diritto e Corbyn è stato eletto al primo turno con il 59,5% delle preferenze, sbaragliando i tre rivali Andy Burnham, Yvette Cooper e Liz Kendall.  

GUERRE IN AFRICA FRA ISIS E CASO SIRIA. F. Q. Siria, Cacciari: “Io tifo per la Russia, sarà sempre meglio Assad che l’Isis”, IL FATTO, 12 settembre 2015

“Io francamente faccio il tifo per la Russia, a questo punto sarà sempre meglio Assad che l’Isis o no?”. A dirlo è Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, in un’intervista rilasciata al sitoIntelligonews. “La politica occidentale è diventata il campo della pura irragionevolezza, ed è priva di una leadership. Siamo sempre stati incollati all’idea imperiale americana che, fra l’altro, è recentemente passata per la sciagurata esperienza della famigliaBush”, ha detto il filosofo.

GUERRA. INDUSTRIA MILITARE IN ITALIA. G. DI FEO, Eurofighter, colpo grosso di Renzi col Kuwait, L'ESPRESSO, 11 settembre 2015

il colpo grosso della coppia Renzi&Moretti. Perché se Finmeccanica è riuscita ad aggiudicarsi il contratto miliardario per i cacciaEurofighter in Kuwait il merito non è solo dell'azienda di armamenti, ma di un pressing congiunto con il governo. L'accordo non è stato ancora annunciato ufficialmente, ma viene confermato da diverse fonti finanziarie e dal mensile specializzato Rid: il titolo del gruppo a controllo statale è subito decollato in Borsa, con un più 4,3 per cento. Ma l'importanza dell'intesa è soprattutto industriale e strategica.

GUERRA. SICUREZZA MILITARE E ARMI ATOMICHE IN ITALIA. S. MAURIZI, Le bombe atomiche in Italia non sono al sicuro, L'ESPRESSO, 11 settembre 2015

icure, sicurissime? Mica tanto. Le 70 bombe atomiche americane stoccate nelle due basi militari di Aviano e Ghedi non sono affatto al sicuro, tant'è vero che gli Stati Uniti hanno dato il via a importanti lavori di ammodernamento della sicurezza di Aviano.

8 REFERENDUM ANTI-RENZI. J. JACOBONI, Dall’Italicum al Jobs Act. Civati e gli otto referendum, Landini e Sel fermi, no del M5S, LA STAMPA, 13 agosto 2015

Esiste una campagna referendaria di cui nessuno parla. Qualcosa che non capitava in queste dosi neanche alle campagne referendarie dei radicali, qualcosa di quasi incredibile, in una democrazia. Lanciata da Giuseppe Civati, ex deputato democratico, ha davanti lo scoglio arduo di superare cinquecentomila firme entro il 30 settembre. I referendum proposti dalla sua nuova aggregazione politica, che si chiama «Possibile», sono otto. Le modalità sono sia online, sia coi banchetti: si può firmare, se si ha una firma autenticata, sul sito:referendum.possibile.com/quesiti/ oppure si può organizzare un banchetto. E ne stanno nascendo, autoprodotti, ovunque. Nessuno li vuole vedere.


giovedì 10 settembre 2015

STORIA DEL RAZZISMO. PRIMA PARTE. E. MURATORE, Razzismo: la storia africana negata per ragioni ideologiche. Conversazione con Boubacar Boris Diop (parte prima), IL FATTO, 9 settembre 2015

Nell’intervista fattagli qualche settimana fa, il ProfessorMichal Balcerzak, membro del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulle persone di origine africana, affermava che l’ignoranza degli italiani quanto alla nostra storia coloniale e, più generalmente, nei confronti della storia africana nel suo insieme, costituiva una tra le principali cause del razzismo contemporaneo nel nostro Paese.

FINANZIAMENTI AI PARTITI. PITONI, VELARDI, Finanziamento ai partiti, Camera vota legge che elargisce fondi senza controlli. M5s protesta, lancia banconote in Aula, IL FATTO, 9 settembre 2015

La Casta colpisce ancora. E si fa la sanatoria con 319 sì e 88 contrari. In barba alle delibere adottate dagliUffici di presidenza di Camera Senato che, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, avevano “congelato” l’erogazione della tranche del finanziamento pubblico che i partiti avrebbero dovuto incassare prima della pausa estiva. Avrebbero, appunto. Perché due mesi fa la commissione che si occupa del controllo dei bilanci - istituita dalla legge del governo Letta che elimina progressivamente il finanziamento fino all’azzeramento nel 2017 – si era dichiarata impossibilitata a svolgere le dovute verifiche sui bilanci 2013 e 2014 per mancanza di personale.

giovedì 3 settembre 2015

MIGRANTI VERSO L'EUROPA. Shocking images of drowned Syrian boy show tragic plight of refugees, THE GUARDIAN, 3 settembre 2015

The full horror of the human tragedy unfolding on the shores of Europe was brought home on Wednesday as images of the lifeless body of a young boy – one of at least 12 Syrians who drowned attempting to reach the Greek island of Kos – encapsulated the extraordinary risks refugees are taking to reach the west.
The picture, taken on Wednesday morning, depicted the dark-haired toddler, wearing a bright-red T-shirt and shorts, washed up on a beach, lying face down in the surf not far from Turkey’s fashionable resort town of Bodrum.
http://www.theguardian.com/world/2015/sep/02/shocking-image-of-drowned-syrian-boy-shows-tragic-plight-of-refugees

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Malgrado tutto

Il titolo lo leggo nel tardo pomeriggio di ieri sul “Guardian”, Shocking images of drowned Syrian boy show tragic plight of refugees, e i miei occhi saltano da “drowned”, a “boy” a “refugees” alla fotografia a fianco, clicco meccanicamente, per vederla meglio, certo, so che la posso vedere meglio. E lo faccio, e guardo, e leggo, ingoio anzi a pezzi l’articolo, Bodrum, la spiaggia, Turchia, Siria, la fuga, il mare, e guardo ancora, e poi clicco, ancora, guardo l’altra fotografia, l’immagine vera, brutale, inevitabile, quella che mi attira e mi stringe in un’oppressione fredda, quella che i lettori italiani, scoprirò più tardi, non vedranno, non subito almeno, non così facilmente, no, per il loro bene immagino, e intanto compio i gesti scontati, automatici, clic, seleziona, salva-con-nome. Ecco.

Un bambino morto annegato, un bambino di due anni senza nome, senza altro ormai che queste poche immagini, affogate anche loro nella schiuma di gesti ripetuti, identici, di riquadri che si disegnano sugli schermi e poi spariscono, di clic, di colpi d’occhio e magari di secondi sguardi più lunghi, più attenti forse, o più avidi. Un’immagine cui non si può resistere e che non ci dice nulla, il corpo di un bambino di due anni, bocconi, sul bagnasciuga, le gambe leggermente rannicchiate, le braccia tese con i palmi rivolti in alto, le scarpe con la suola di gomma chiara, non è così che dormono i bambini di due anni.

Mi chiama M, devi scrivere di questa immagine, mi dice, è il dovere elementare di chi vive di immagini, e ha ragione, è il mio mestiere in fondo, la mia presunta specialità. Ma penso anche, questo era il mio compito, al tempo in cui le immagini erano invariabilmente quelle degli altri, quelle degli altri tempi: di qui le genealogie, le corrispondenze, le iconografie organizzate in serie ben ordinate. Avrei fatto questo una volta, non più oggi. Nel tempo di ora, nel tempo, come dice Guido Mazzoni ne I destini generali, in cui le contraddizioni, i conflitti, non si risolvono più, il superamento dialettico è proibito e ci è dato solo abitare le lacerazioni senza sperare di risolverle, non mi è più permesso farmi da parte, issarmi sul mio osservatorio, brandire la mia abilità. Io sto giù, come tutti, e come tutti clicco, guardo, consumo immagini, mi paralizzo, e continuo a vivere.

Come tutti scrivo dead boy syria e vedo apparire migliaia di fotografie, migliaia di altri bambini morti ammazzati, fatti a pezzi, stesi su cassoni di camion, o su pavimenti, portati in braccio, morti, a migliaia.Shocking. A cosa serve il mio mestiere, mi chiedo, se non a confermare la nostra insaziabile fame di immagini, l’irresistibile scopofilia che ci trasporta senza sosta, noi abitanti della parte fortunata del mondo, noi a bordo di un drone in volo incessante su ogni possibile scenario di distruzione, violenza, dolore, su un mondo invariabilmente visto dall’alto, lo sguardo del dominio, del potere.

Perché dunque questa morte, perché questo bambino, perché oggi? La forza dell’immagine fotografica, ci hanno insegnato, è l’esser prova, pietra di inciampo per la volontà di rimuovere, negare, zittire. È testimonianza in nome dei deboli, dei soccombenti: la bambina bruciata dal napalm a My Lai, il bambino estratto dalle rovine della sua casa in Iraq, il ragazzo decapitato sulla spiaggia libica. Ecco perché la scelta del “Guardian”: far inciampare la logica oscena del tornaconto politico che detta oggi all’Europa la sua testarda volontà di non vedere, il suo ringhiare contro quelli, gli invasori sporchi e mezzi morti che si gettano sulle spiagge in Italia, in Grecia, ovunque. Vedete, ora?

Ma cosa vediamo? Il “New York Times” ha iniziato la settimana scorsa a raccontare le storie del “fiume di migranti” in fuga, le storie di notti insonni, stazioni, filo spinato, controlli, polizia. Le storie tutte uniche e tutte uguali della paura e del coraggio, del cinismo, della brutalità, ma storie comunque, e luoghi, nomi, identità individuali: testimonianze, seppure colte come in un lampo nell’oscurità che le avvolge. Ma qui, di fronte a questo bambino morto, di fronte a questo oggetto muto, emerge l’altra verità della fotografia, il suo essere sempre ellittica, reticente, ambigua, il suo esigere un testo, una parola di appoggio. Questa necessità di didascalia è un’ansia di rassicurazione, di normalità: anche la più accurata delle leggende, suggeriva Susan Sontag, resta in fondo solo una delle molteplici interpretazioni possibili. Per questo forse la fotografia di reportage mi sembra irresistibile e ripugnante al tempo stesso, con la sua letteralità, il suo insopportabile candore, la sua pretesa di verità, la sua arroganza, la sua medietà, così pronta a piegarsi a ogni fariseismo volgare, e insieme certo, con la sua flagranza, e magia, e forza oggettivante, e straniante.

A ragione Roland Barthes diffidava delle fotografie di cronaca, delle foto “unarie” che veicolano enfaticamente la realtà, in blocco, senza farla vacillare. Producono choc, ma non colpiscono in profondità, il loro effetto è momentaneo, una piccola puntura senza conseguenze. C’è allora qualcos’altro in queste immagini che possa sottrarle al loro destino di irrilevanza? Un appiglio, a parte il breve blip sul tracciato altrimenti piatto del buon senso corrente, dell’indignazione automatica e presto sopita? Poco, se non la casualità messa a nudo dallo scatto, le coincidenze che la attraversano: il piccolo corpo zuppo d’acqua, l’uomo in uniforme che lo trasporta sulla spiaggia, i pezzi di plastica bianca che spiccano sulla sabbia, la maglietta rossa e i pantaloncini blu del bambino, identici ai colori della casacca del poliziotto, su cui a lettere bianche sta scritto “Gendameria/Indagini sulla scena del delitto”. Ecco, un delitto, non un evento naturale: non doveva andare così, poteva non andare così. Può essere questa la smagliatura, la fessura attraverso cui entrare, appropriandocene, in queste fotografie?

http://www.doppiozero.com/materiali/commenti/malgrado-tutto

IL FUTURO DELLA SINISTRA IN ITALIA. A. ASOR ROSA, Cinque pezzi difficili per la crisi italiana, IL MANIFESTO, 2 settembre 2015

Con­cordo con pres­so­ché tutti i punti del deca­logo for­mu­lato da Norma Ran­geri su que­ste colonne (28 luglio) per l’apertura della discus­sione. Tut­ta­via, fra gli obiet­tivi e la loro pre­su­mi­bile rea­liz­za­zione s’interpone da parte mia un cumulo di dubbi e di per­ples­sità (come sem­pre più spesso, ahimè, mi capita), che sem­bre­rebbe, forse, oscu­rare gli obiet­tivi di cui sopra (non sarebbe, nono­stante tutto, nelle mie inten­zioni). Ma vediamo.