mercoledì 20 dicembre 2023

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. M CACCIARI, "Il pensiero rivoluzionario di Toni Negri non può finire: ecco a cosa ha creduto per tutta la vita", la stampa, 17.12.2023

 È morto un filosofo di rilievo internazionale, uno dei pochissimi italiani contemporanei a esserlo, amico e collaboratore dei Deleuze, dei Matheron, dei Guattari, autore di opere che hanno segnato la discussione politica come Empire, pubblicato con Hardt dalla Cambridge University Press nel 2000 e tradotto in tutte le lingue (in Italia per Bur con il titolo Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione). Augurabile che tutti coloro che vorranno parlare della scomparsa di Toni Negri lo sappiano e lo ricordino, augurabile che gli interventi sulla sua fine non si riducano alla miserabile misura delle cronache nostrane.

Audio dell'articolo uscito su La stampa

FILOSOFIA POLITICA. UN SAGGIO DI F. BARBERA. S. BOLOGNA, La politica e le piazze vuote, DOPPIOZERO, 15.12.2023

 A tutti noi, penso, si è allargato il cuore quando abbiamo visto le piazze francesi riempirsi di popolo che rifiutava la riforma delle pensioni di Macron e poi sempre più di giovani che esprimevano un rifiuto, una ribellione al modo di vita attuale. E tutti ci siamo chiesti perché in questo nostro paese, ridotto a un cimitero, le piazze per troppo tempo sono rimaste vuote e oggi che, per varie ragioni contingenti, sembrano di nuovo essere sede di azioni collettive (si pensi alla manifestazione di Roma del 7 ottobre, alle manifestazioni sul conflitto israeliano-palestinese, alla manifestazioni dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin) restano ancora inscritte in un vecchio gioco politico o sono la reiterazione di propositi già espressi e rimasti senza esito (Palestina libera! Basta coi femminicidi!). Filippo Barbera ha provato a ragionarci su, sul problema della piazza vuota (Le piazze vuote. Ritrovare gli spazi della politica, Laterza, 2023, pp. 162), non tanto per ripetere alla noia il lamento sull’eclissi dell’impegno politico quanto per provare a mettere insieme gli elementi che possono portare alla ripresa di una partecipazione politica. 

FILOSOFIA POLITICA. L'ULTIMO SAGGIO DI NEGRI E HARDT, ASSEMBLY. P. BIANCHI, Politiche dell’assemblea / Michael Hardt e Toni Negri. Assembly, DOPPIOZERO, 11.09.2017

 A Greensboro, in North Carolina, l’1 febbraio 1960, quattro studenti del primo anno della North Carolina A&T State University – Joseph McNeil, Franklin McCain, Ezell Blair Jr., e David Richmond – entrano in un cosiddetto five and dime store di Woolworth (un’azienda che oggi conosciamo con il nome di Footlocker), uno di quei negozi che vendevano vari prodotti per la casa scontati a pochi centesimi. Comprano un dentifricio e altre piccole cose, vanno alla cassa, li pagano e poi si avvicinano al lunch counter del negozio per ordinare un caffè. Quel caffè però non gli verrà mai servito perché contrariamente al resto del negozio, i lunch counter di Woolworth, così come accadeva in molti altri negozi nel Sud degli Stati Uniti, erano “white only”, rifiutavano cioè il servizio alle persone di colore. Il manager chiede allora ai quattro ragazzi di andarsene ma quelli che poi verranno soprannominati come gli A&T Four decidono invece di fare un’azione eclatante: rimangono nel negozio fino alla chiusura. Il giorno dopo accade lo stesso, questa volta però ai quattro ragazzi si uniscono decine di altri studenti di colore di altre università della zona che danno vita a quella che diventò una delle più importanti iniziative politiche del Civil Rights Movement

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. A. SOFRI, Toni Negri, il "vecchio" che non si poteva ritenere indenne dalla pazzia, IL FOGLIO, 16.12.2023

 I ricordi di chi muore sono da sempre una nobile impresa, con le sue degne regole. Qualunque formulazione abbiano, per lo più in latino, la sostanza è quella: Non infierire. Non bisogna guardarsi solo dalla cattiveria. C’è un formidabile equivoco, o peggio, una miserabile soddisfazione, nel credere di avere un vantaggio dall’essere vivi, dal sopravvivere, fosse anche un minuto di più. E’ il rischio dei professionisti di necrologi, che per giunta scrivono già di viventi e sono tenuti ad aggiornare via via – a volte arrivano prima loro. Chi voglia ridurre il danno ha solo due modi: rinviare il più possibile, e siccome comunque il momento viene, farsi autore del proprio necrologio. Toni Negri ha fatto le due cose, e oltretutto aveva delle ottime ragioni: ha esagerato, hanno esagerato.

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. RICORDO DI G. AGAMBEN, 18.12.2023

 Due notti prima che mi giungesse la notizia della morte di Antonio – di Toni – Negri, l’ho sognato a lungo e la sua presenza era così viva che, al risveglio ho sentito il bisogno di scrivergli. Il mio messaggio al vecchio email che non usavo da anni non ha potuto raggiungerlo. Quando le ho raccontato del sogno, un’amica mi ha detto: «ha voluto salutarti prima di andarsene». Pur nelle divergenze dei nostri pensieri, col tempo sempre più chiare, qualcosa ostinatamente ci legava, qualcosa che aveva innanzitutto a che fare con la sua generosa, inquieta, puntigliosa vitalità, che avvertii subito quando lo incontrai per la prima volta a Parigi nel 1987.


Con la scomparsa di Toni sento che qualcosa mi manca – dentro di me, sotto i miei piedi, forse soprattutto dietro di me, come se una parte del mio passato si facesse bruscamente presente e mi apostrofasse mancando. E questa mancanza non riguarda solo me, ma tutto il nostro paese e la sua storia, sempre più falsa, sempre più ignara, come mostrano gli odiosi necrologi, che ricordano solo il cattivo maestro e non il cattivo, atroce paese in cui gli era stato dato di vivere e che cercava, forse sbagliando, di rendere migliore. Perché Toni, a partire dalla tradizione marxista a cui apparteneva e che lo ha forse condizionato e tradito, ha certamente cercato di misurarsi col destino dell’Italia e del mondo nella fase estrema del capitalismo che stiamo attraversando verso non si sa quale sciagurata meta. E questo è quanto coloro che continuano a oltraggiarne la memoria né osano né sarebbero mai capaci di fare.

18 dicembre 2023
Giorgio Agamben

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. G. SANTORO, Un desiderio lungo una vita, JACOBIN, 18.12.2023

 quando si decise di recidere il lungo decennio del Sessantotto italiano a colpi di carcere e con la campagna giudiziaria che passò alla storia con il nome di Teorema Calogero – poi smontata proprio nelle aule di tribunale ma al costo di anni di carcerazione preventiva, rotture, esilio e divisioni – accanto alle operazioni di polizia si scatenò una campagna mediatica imponente. Come spesso capita, questa si servì della costruzione del mostro e della personalizzazione forzata, tanto più inadeguata e violenta perché in questo caso si trattava di conferire caratteristiche individuali, personali, a una storia che traeva la propria forza dalla sua natura collettiva. In quel caso, erano i giorni del 7 aprile 1979, il mostro venne individuato nella figura di Toni Negri, professore di Dottrina dello Stato a Padova. Si parlò del ghigno del cattivo maestro (definizione coniata da Indro Montanelli, il compilatore del vocabolario reazionario del paese, tutt’ora per molti versi trasversalmente in vigore) e della sua capacità mefistofelica di tenere insieme i salotti intellettuali e le cospirazioni brigatiste, venne dipinto come il grande tessitore di un disegno eversivo che teneva insieme Potere operaio (che si era sciolto nel 1973) e le Brigate rosse, l’organizzazione armata che pure una volta incontrato in carcere minacciò lo stesso Negri di morte. 


Articoli vari:

Interventi in Effimera

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. ALCUNI INTERVENTI AUDIO-VISIVI 2003-2019

 

Colloquio

in Brasile. Dopo l'11 settembre; il colpo di stato antigiuridico di Bush; gli anni Settanta in Italia, 2003


Note sul 15 ottobre, Uninomade, 2011


Sherwood festival 2013. Intervista di Beppe Caccia 


Foucault, una interpretazione, 2016


Intervista di Paragone

(globalizzazione e fine del dominio americano; trasformazioni del lavoro e lavoro sociale; contro il nazionalismo bellicista;

la frammentazione sociale; populismi e ribellioni; debito pubblico da cancellare; Syriza e Podemos;

1914, 1939, 1953: le date di morte della sinistra europea; i limiti dell'Europa) 2017


Dalle moltitudini alle classi? Passignano sul Trasimeno,  2018


Intervista di Augias 2018


Necessità dell'Europa 2019


120 INTERVENTI SU RADIO RADICALE

mercoledì 13 dicembre 2023

ANNIVERSARI. LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA UN ANNO PRIMA. S. FERRARI, Quei due ordigni alla Rinascente, i sospetti portano a Ordine Nuovo, IL MANIFESTO, 12.12.23

 Un anno prima della strage di Piazza Fontana, a Milano, nel 1968, alla Rinascente, il grande magazzino con ingresso su Piazza Duomo, furono rinvenuti due ordigni, il primo il 30 agosto e il secondo il 15 dicembre, rispettivamente al sesto e al primo piano. Due bombe che non esplosero, per il basso voltaggio della batteria nel primo caso, perché scoperta e disinnescata prima dello scoppio, nel secondo. La prima bomba era mimetizzata in una scatola per scarpe da donna, mentre la seconda era stata nascosta, dato il periodo pre-natalizio in un pacco regalo.


Altri commenti:

G. PASSARELLI   DOMANI 12.12.23

ANNIVERSARI. LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA DEL 1969. M. DI VITO, Stragi senza giustizia, ma la verità esiste ed è tutta negli archivi, IL MANIFESTO, 12.12.23

 Per trovare una verità sepolta dai decenni bisogna mettersi a riguardare la storia minuto per minuto. È un lavoro che richiede pazienza e poi non è affatto detto che produca risultati tangibili, perché se è vero che in guerra la prima vittima è proprio la verità, dove una guerra non è mai stata dichiarata a morire subito è quasi sempre la memoria. E purtroppo l'esattezza delle risposte dipende sempre dalla domanda da cui si decide di partire. Per esempio: il decennio che corre tra la strage di piazza Fontana, avvenuta 54 anni fa esatti , e quella della stazione di Bologna è stato un decennio di guerra? Si dirà che sono successe tante cose, che non c'è stato solo il sangue, non c'è stata solo la violenza, non ci sono state solo le bombe, le trame e le congiure. C'è stato anche il coraggioso tentativo di trasformare l'Italia in un paese civile: lo statuto dei lavoratori, l'aborto, il divorzio, l'obiezione di coscienza, la chiusura dei manicomi.

NUOVO GOVERNO M. E DEBITO PUBBLICO. R. CICCARELLI, Il fallimento di un progetto politico che fa pagare tutto a cittadini e lavoratori, IL MANIFESTO, 12.12.23

 Che sia «tecnico» o «politico» chi governa il debito pubblico in Italia non fa altro che sperequare i suoi costi ai danni di chi non può opporsi. È una politica di classe, non un tradimento di un paese «fallito», «in declino», corrotto o corruttore. A dispetto del suo presunto ruolo «politico», il governo Meloni non fa differenza. Sta gestendo una politica fallimentare che aggrava i problemi, li fa pagare ai cittadini e ai lavoratori, aumenta la concentrazione delle ricchezze e le ingiustizie.

lunedì 4 dicembre 2023

POLITICA INTERNAZIONALE. N. ARAGONA, Bin Salman compra tutto: questo immenso potere economico mi spaventa, IL FATTO, 1.12.2023

 Dal 2016, anno in cui Bin Salman ha annunciato la “Saudi Arabian Vision 2030”, ambizioso progetto di trasformazione radicale del Paese attraverso riforme economiche, e, dicono, anche sociali e culturali (!), gli obiettivi raggiunti, grazie ai Saudi petrol dollars sono stati moltissimi.

L’esigenza nasce dall’intento di ridurre la dipendenza economica dell’Arabia dal petrolio, diversificando le fonti di profitto. La Future Investment Iniziative (FII), la famosa Davos nel deserto alla cui sesta edizione a Riad hanno partecipato più di 6.000 (SEIMILA) tra capi di Stato e di governo, imprenditori ed economisti, è uno dei più grandi consessi al mondo dove si discute del futuro dell’economia globale. Il Regno ha acquisito partecipazioni o l’intero possesso di società di tutto il mondo; è partner in società di telefonia, in Microsoft, Meta, Paypall etc. Attraverso le generose donazioni a centri di studi e di ricerca (i cosiddetti “Think tank”) statunitensi, l’Arabia ha creato una vera e propria lobby che influenza anche le decisioni governative degli Usa in materia di finanza, di economia e anche politica. In Europa e in Italia si cerca di fare la stessa cosa, anche attraverso l’influenza di qualche politico sensibile ai petrol-dollari.

POLITICHE SANITARIE. D. DE FELICE, No ai test d’ingresso a Medicina, liste d’attesa ridotte con unità territoriali: cambiamo la sanità, IL FATTO, 3.12.2023

 Ho appena scoperto che l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia ha trovato la soluzione da gennaio prossimo alle liste di attesa: un premio in denaro alle strutture che le rispetteranno. Spendere, mai risparmiare è il motto. Sono stato invitato dal dott. Giovanni Sansò dell’Aldai (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) il 29 novembre: ho spiegato le mie prescrizioni per una sanità nuova, con idee anche sulle liste di attesa. Qui vi riporto un estratto di quanto detto, chi vorrà potrà vedere il video registrato sul loro sito.

Oggi in qualunque branca della Medicina, occorre prima conseguire la specializzazione. L’unico che può svolgere attività medica senza specialità è il medico di base che può sostituirla con un corso regionale di tre anni. Da tempo dico che la medicina di base potrebbe avere una facoltà autonoma, Medicina del Territorio, come da qualche anno avviene per l’Odontoiatria, completamente scissa da Medicina.

RAPPORTO CENSIS 2023. PROCESSI FORMATIVI.

 Roma, 1 dicembre 2023 – Il gap tra domanda e offerta di capitale umano. La scuola è troppo distante dal mondo del lavoro. Lo afferma l’85,9% degli italiani e l’89,1% degli studenti. Si stima un fabbisogno occupazionale tra il 2023 e il 2027 pari a quasi 1,3 milioni di laureati o diplomati Its: in media, circa 253.000 all’anno a fronte dei 244.200 effettivamente previsti. Nei prossimi anni ci sarà dunque un fabbisogno inevaso di almeno 8.700 persone con formazione terziaria ogni anno, per un totale di 43.700 nell’intero periodo considerato, di cui circa l’80% costituito da laureati in discipline Stem, economiche, statistiche, sanitarie e giuridiche. I giovani in Italia sono pochi e in futuro saranno ancora meno. Oggi i 18-34enni sono 10.293.593: negli ultimi vent’anni si sono ridotti di oltre 2,8 milioni. Erano il 23,0% della popolazione nel 2003, sono scesi al 17,5% nel 2023 e tra vent’anni, nel 2043, si ridurranno al 16,4% del totale. Tuttavia, nel nostro Paese persistono sacche endemiche di dissipazione del capitale umano giovanile: i Neet 15-29enni, che non studiano e non lavorano, sono il 19,0% del totale, a fronte di una media europea dell’11,7% (siamo secondi solo alla Romania). Il 26,8% dei 18-24enni (oltre un milione) ha al più la licenza media e di questi l’11,5% (oltre 460.000) è classificabile come early school leaver, avendo lasciato precocemente gli studi.

RAPPORTO CENSIS SULLA SOCIETA' ITALIANA. IL SISTEMA DI WELFARE PERCEPITO NEL 2023

 Roma, 1 dicembre 2023 – La priorità del rilancio del Servizio sanitario italiano. Tra il 2012 e il 2019 la spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil è passata dal 6,7% al 6,4%, nel 2020 del Covid è salita al 7,4% e poi è scesa di nuovo al 6,7% nel 2022. Dal confronto internazionale emerge che nel periodo 2012-2019 in Italia la spesa sanitaria pubblica ha registrato un -0,4%, in Francia un +15,0%, in Germania un +16,4% e in Spagna un +7,7%. Negli anni 2019-2021, per effetto della pandemia, in Italia si è registrato un +6,7%, in Francia un +8,8%, in Germania un +16,6% e in Spagna un +13,5%. Secondo la Nadef, nei prossimi anni la spesa sanitaria pubblica italiana in rapporto al Pil diminuirà fino al 6,1% nel 2026. Insomma, risorse pubbliche per il Servizio sanitario nazionale declinanti nel tempo e strutturalmente inferiori a quelle di Paesi simili al nostro. Un altro fronte critico è lo shortage del personale sanitario. Il tasso di turnover (il rapporto tra assunti e cessati in un anno) è pari a 90 per i medici e a 95 per gli infermieri. Data la elevata età media, si stima che tra il 2022 e il 2027 andranno in pensione 29.000 medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale e 21.000 infermieri. Sono numeri che confermano una fragilità che potrebbe determinare in futuro costi sociali elevati.