martedì 12 agosto 2014

'POLITICI' DA DIMENTICARE. PRIVILEGI IN OSPEDALE. REDAZIONE, Umberto I, «arriva il senatore» Pazienti sfrattati dalla stanza, CORRIERE DELLA SERA, 12 agosto 2014

ROMA - Un senatore dell’Udc viene ricoverato all’Umberto I e per lasciargli una stanza singola due pazienti vengono trasferiti di fretta e furia in un’altra camera già occupata da altri quattro malati. È bufera sul policlinico dopo l’articolo de il Giornale che racconta come, in certi casi, funziona la sanità all’italiana. L’ospedale romano non nega l’accaduto, che risalirebbe a giugno, ma lo giustifica con l’esigenza di tutelare la privacy del degente illustre. E mentre questi risulta irraggiungibile al cronista del quotidiano, il suo assistente non gli conferma il trattamento di favore.

«Umiliata»
Il caso, spiega il Giornale, rimbalza da giorni sui social network, dove crescono i fan di Roberta Cristofani, una studentessa di Infermieristica tirocinante a Medicina interna. È lei infatti rivelare su Facebook il presunto favoritismo al senatore attraverso una lettera aperta al primario dell’Umberto I Francesco Violi, docente alla Sapienza. «Una sera, verso le 20 - scrive la giovane - ho notato una certa agitazione da parte del personale. Due pazienti, senza ricevere alcuna spiegazione, sono stati spostati in stanze in cui erano presenti già altri quattro letti, mentre quella in cui si trovavano loro è rimasta vuota. Lo stato di agitazione continuava: apriamo le finestre, spruzziamo un deodorante, il nuovo letto deve essere perfetto. Il nuovo letto. Uno solo. Io non ho molta esperienza, per questo mi è sembrato naturale chiedere lumi. “Domani arriva il senatore. Deve stare in una stanza singola, disposizioni del primario”. Di primo acchito, non ho capito molto di ciò che mi era stato comunicato. Perché mai il senatore dovrebbe stare in una stanza singola? Con la penuria di letti che abbiamo, tra l’altro?». La lettera continua con toni altrettanto amari: «Può anche solo lontanamente immaginare l’umiliazione che ho provato nel comunicare ai due pazienti che occupavano la stanza sgomberata per far posto al senatore che avrebbero dovuto spostarsi? “Voi siete malati di serie B, dovete far spazio al malato di serie A”. Quel compito ingrato, me lo lasci dire, sarebbe toccato a lei, professore. Non a una studentessa che non riesce a farsi una ragione di episodi del genere. La prego, con tutto il cuore, di non lasciarmi con la sensazione amara che “tutti i pazienti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”».
La replica del Policlinico
Chi sia il politico la studentessa non lo rivela. Né lo fa l’Umberto I. Le ricerche de il Giornale conducono ad Antonio De Poli, che però - secondo l’ospedale - non avrebbe subito alcun trattamento di favore: «Non capiamo quale possa essere stato il privilegio accordato al senatore - sostiene il policlinico -. La struttura deve farsi carico di garantire, anche in considerazione delle specifiche patologie, la privacy e la sicurezza di tutti i pazienti ricoverati. In casi particolari sono necessarie un’attenzione e una precauzione per motivi assistenziali e non connesse al ruolo. Nessun favoritismo, ma il medesimo trattamento anche quando trattasi di personaggi pubblici incaricati di particolari funzioni che scelgono, indipendentemente dal confort alberghiero, di farsi curare preso il policlinico. Nessun disagio è stato causato ad alcuno se non il pretesto di una incomprensibile strumentalizzazione. L’azienda tutelerà la propria immagine e quella dei suoi professionisti in qualsiasi sede non esclusa quella giudiziaria».

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