martedì 23 gennaio 2024

IL RISCHIO DI UNA GUERRA MONDIALE. NORVEGIA. JACOBONI J., La Russia in guerra con l’Europa nel giro anche di tre anni, il capo della Difesa norvegese ammette: “Il tempo a nostra disposizione sta per scadere. Non sappiamo cosa succederà con Mosca tra tre anni”, LA STAMPA, 22.01.2024

 Eirik Kristoffersen illustra a “Dageblat” i tempi su cui lavorano le forze armate di Oslo. Una sequenza di scenari concordanti, dopo il documento leakato delle forze armate tedesche, il report dell’intelligence estone, gli avvisi dei ministri tedesco e britannico. Mentre l’Italia resta spensierata

Non abbiamo molto tempo. C’è una finestra ora che potrebbe durare uno, due, forse tre anni, per investire ancora di più in una difesa sicura. Non sappiamo cosa accadrà con la Russia tra tre anni».




Chi parla, e lancia un nuovo allarme che appare straordinariamente dettagliato, e con un orizzonte temporale indicato con estrema e agghiacciante precisione, non è una persona qualunque ma Eirik Kristoffersen, il capo della difesa norvegese, uno dei paesi più immediatamente esposti nella difesa atlantica contro la Russia, sul fronte settentrionale dell’Europa. Vale la pena ascoltarlo, perché negli ultimi giorni la sequenza di allarmi è stata molto precisa, inquietante, proveniente dalle classi dirigenti più caute e avvedute europee e britanniche. Ha iniziato il documento segreto delle forze armate tedesche leakato ad alcuni reporter europei e poi sostanzialmente confermato a Berlino. Secondo quel testo riservato, la Germania si sta già preparando per un attacco diretto di Vladimir Putin alla Nato nell’estate del 2025. Il cuore dell’attacco sarebbe il “Suwalki corridor”, il corridoio Suwalki, quel lembo di terra in Polonia che unisce geograficamente Kaliningrad – l’exclave della Russia dove Mosca ha da tempo collocato, nel disinteresse di molti europei e nel totale menefreghismo dei pacifisti – testate nucleari e missili Iskander, e la Bielorussia.

Ha proseguito il giorno dopo l’ammiraglio Rob Bauer, anche lui non una voce qualunque ma il presidente del Comitato militare della Nato: «Dobbiamo renderci conto che non è un dato di fatto che viviamo una vita pacifica. E per questo ci stiamo preparando al conflitto con la Russia». Per l’ammiraglio Bauer, in caso di guerra sarebbe necessario mobilitare un gran numero di civili e, tenendo conto dell’esaurimento delle riserve di armi e munizioni associato al conflitto tra Russia e Ucraina, dovrebbe essere stabilita una produzione su larga scala. Il tema della produzione di armi – in maniera totalmente opposta a ciò che pensano diversi politici italiani, anche tra i democratici – appare sempre più cruciale a molte delle classi dirigenti europee, almeno a quelle più avvedute e consapevoli dello stato della situazione. Un’America di Trump potrebbe peraltro essere sempre meno disposta a sostenere in armi la difesa di una frontiera europea con la Russia, giudicandolo un «problema loro»(cioè di noi europei).

Lo stesso giorno il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha detto a Tagesspiegel di aspettarsi una guerra con la Russia entro i prossimi 5-8 anni. Per prepararsi al conflitto vuole ripristinare la coscrizione obbligatoria e reclutare persone senza passaporto tedesco nell'esercito. «Sentiamo - ha detto Pistorius – minacce dal Cremlino quasi ogni giorno, più recentemente contro i nostri amici baltici. dobbiamo tenere conto del fatto che un giorno Vladimir Putin attaccherà i paesi Nato. I nostri esperti si aspettano che ciò diventi possibile entro 5-8 anni». Sì, si sta esattamente parlando dell’ipotesi futura di mobilitare civili europei per mandarli in guerra, casomai la Russia non fosse fermata in Ucraina. Traduzione brutale: gli ucraini stanno letteralmente morendo per noi, e per consentire a noi di NON mandare i nostri figli nella futura guerra con la Russia.

Il 17 gennaio il ministro della Difesa del Regno Unito, Grant Shapps, aveva avvisato che è il momento per «tutte le democrazie del mondo» di aumentare la spesa per la difesa di fronte a nuove minacce. «Tra 5 anni potremmo trovarci di fronte a molteplici teatri di guerra che coinvolgono Russia, Cina, Iran Corea del Nord». In quel giorno anche la premier estone Kaja Kallas ha riferito che «la nostra intelligence stima che ci vorranno dai tre ai cinque annie ciò dipende in gran parte da come manteniamo la nostra unità e la nostra posizione sull’Ucraina», citando esplicitamente un report del servizio di intelligence estero dell’Estonia, nel quale è scritto che la Russia ritiene i paesi baltici «la parte più vulnerabile» del blocco Nato.

Adesso tocca a Eirik Kristoffersen, che la scorsa settimana ha partecipato alla riunione dei capi della difesa della Nato a Bruxelles. L’attenzione si è concentrata essenzialmente, e con una determinatezza di scenari sorprendente, su come l’Alleanza e i singoli stati membri possano prepararsi al meglio alla guerra. «C’è una finestra che può durare uno, due o forse tre anni, durante i quali dobbiamo investire ancora di più in una difesa sicura», illustra ora Kristoffersen al giornale Dagbladet.

«Ma il tempo a nostra disposizione sta per scadere. Voglio solo sottolinearlo», e indica la Russia. «Non sappiamo cosa succederà con la Russia tra tre anni. È importante per noi affrontare un mondo incerto e imprevedibile con una forte difesa nazionale». Kristoffersen ricorda che «la Russia ha aumentato in modo significativo la produzione. Ha anche avviato una cooperazione con Paesi come l’Iran e la Corea del Nord, il che significa che possiamo costruire la difesa contro la Russia più rapidamente di quanto previsto anche solo l’anno scorso. Dobbiamo quindi sfruttare il tempo a nostra disposizione per rafforzare la nostra difesa». Bisogna accelerare. Sarebbe davvero utile spiegarlo, in primis ai democratici italiani.

Naturalmente questo scenario è sottoposto a dei caveat. Per esempio, «la guerra in Ucraina sta assorbendo gran parte delle scorte, sia in Norvegia che nel resto d'Europa. È un dilemma», dice il capo della Difesa norvegese. Il che naturalmente significa che la guerra in Ucraina sta anche assorbendo le risorse militari della Russia, e guadagnando tempo all’Europa. «Ma quando la guerra sarà finita, nessuno sa quale sarà la prossima mossa di Putin». E la Russia già si è messa in un certo assetto di guerra. L’Europa pensa che la pace le sia dovuta, e consente che il suo pacifismo sia usato come il movimento utile idiota di Putin, amatissimo sin dai tempi del Kgb.

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