L’estrema destra di Höcke primo partito in Turingia, secondo per un soffio in Sassonia dietro la Cdu: «Risultato storico, pronti a governare», ma sono isolati. Soffrono l’Spd e i Verdi, i guai per l’esecutivo
Terremoto doveva essere e terremoto è stato. L’AfD vince, i partiti della coalizione di governo arretrano e il movimento di Sahra Wagenknecht diventa l’ago della bilancia. Questa in estrema sintesi la descrizione del sisma che ha colpito ieri le due regioni a Est della’ex Cortina di ferro, Turingia e Sassonia.
L’Afd è nettamente la prima forza politica nel Land di Erfurt e in quello di Dresda se la sta giocando in un testa a testa con i conservatori della Cdu. In entrambi i casi le proiezioni danno il partito estremista di destra oltre il 30%. Il secondo fattore che emerge da queste elezioni – locali ma con un effetto rifrangente molto più ampio - è che la formazione rossobruna e sovranista, nata da una costola della Linke, il Bündnis Sahra Wagenknecht, diventa determinante (con il suo 11 e 15%) per formare le coalizioni di governo nei due Länder. Se sommiamo questi due dati otteniamo un risultato che non si è mai verificato prima nella Germania del dopoguerra, e cioè che due forze al di fuori dallo spettro dei partiti tradizionali – AfD e Bsw – raggiungono insieme intorno al 40-45% dei consensi e possono influenzare come mai prima la direzione politica di due regioni. Senza AfD o senza Bsw niente governo in Turingia e Sassonia. Avrà l’effetto di un catalizzatore sul resto della Germania?
Höcke: “Ora fateci governare”
Procediamo per gradi. Fin dalle prime proiezioni Björn Höcke, capolista di Alternative für Deutschland in Turingia, si è fatto avanti per reclamare per sé e per il suo partito «responsabilità di governo». «I partiti devono prendere atto di questo risultato storico», ha dichiarato alla tv pubblica Ard il capo dell’ala estremista di AfD, commentando il risultato delle elezioni. Per questa ragione «il muro di protezione deve cadere». Höcke allude a quell’accordo implicito tra tutti partiti dell’arco costituzionale che evita accordi di coalizioni con AfD, una sorta di maledizione che accompagna l’ultradestra fin dalla nascita e che le ha impedito finora di governare, anche raggiungendo risultati elettorali di tutto rispetto. «Le persone vogliono il cambiamento e questo può esserci solo con l’Afd», ha concluso. Sahra Wagenknecht, forte di un risultato a due cifre in entrambi i Länder, ha chiarito di non essere una versione «light di Afd», ma rivendica «di aver intercettato un vuoto di rappresentanza» riguardo alla guerra in Ucraina e alla presenza dei missili americani in Germania. Guardando i risultati di Sassonia e Turingia gli analisti vedono come unici governi possibili un’alleanza Cdu e AfD, che i cristiano-democratici hanno già detto di escludere, e in Turingia una coalizione Cdu, Bsw e Linke. Insomma i margini sono scarsi e la governabilità a rischio.
Fuori dai giochi due su tre partiti di governo
Il terzo elemento di queste elezioni è che i partiti della coalizione di governo hanno ricevuto una sonora lezione (un «Denkzettel» come si dice in Germania). Per la miseria dei risultati, i liberali spariscono dalla lista dei partiti in Turingia e in Sassonia raggiungono appena l’1%, mentre il partito del cancelliere, la Spd, scende in Turingia di due punti arrivando al 6,6% mantenendo in Sassonia il suo risultato di 5 anni fa, intorno al 7,7%. I verdi perdono un punto e mezzo sia in Sassonia che in Turingia, rischiando in quest’ultimo Land di uscire dal Parlamento. Due su tre partiti di governo con grande probabilità non vedranno i loro rappresentanti entrare nei parlamenti regionali. Un messaggio molto chiaro.
Del resto, solo il 17% degli abitanti dei due Länder considera Scholz un buon cancelliere, riferisce un sondaggio di Infratest Dimap per Ard, mentre per l’82% degli intervistati il governo litiga troppo spesso e per il 70% fa troppo poco per la sicurezza. Gli stessi temi mobilitano l’elettorato AfD: migrazione e criminalità. Sul tema dei migranti gli elettori AfD vorrebbero un netto cambio di passo con politiche più restrittive su accoglienza e diritto d’asilo, mentre sono allarmati sui dati relativi alla criminalità. E in più molti che non hanno votato alle precedenti elezioni del 2019, stavolta si sono presentati alle urne e la partecipazione è aumentata dal 69 al 73%.
Il rimbalzo nazionale
Che impatto avrà ora questo voto sul resto della Germania? Ne avrà uno o si tratta di elezioni in due Länder con poco più di 5 milioni di aventi diritto al voto? L’esito di ieri non è isolato, riflette un trend già emerso alle elezioni europee, e che potrebbe replicarsi il 22 settembre alle regionali in Brandemburgo – dicono i sondaggi - e a cascata nelle successive regionali all’Est. Cosa succederebbe se i cinque nuovi Länder - come a tutt’oggi, a 34 anni dalla Riunificazione, vengono chiamate le regioni orientali della Ddr - vedessero tutte un’affermazione simile di AfD? Ricreare una forte divisione politica lungo la vecchia Cortina di ferro farebbe della Germania un Paese più forte o più instabile?
Poi c’è il tema del futuro cancelliere. Al momento la Cdu – attualmente all’opposizione - è il partito più forte al livello federale nei sondaggi. Ha quindi molte chance di esprimere il prossimo cancelliere alle elezioni del 27 settembre 2025. Dall’esito di queste elezioni dipenderà se il futuro candidato sarà l’attuale leader debole Friedriech Merz o il padre-padrone della Csu, il populista bavarese Markus Söder. Intanto dalla Cancelleria tutto tace
Nessun commento:
Posta un commento