martedì 10 febbraio 2015

MASS MEDIA. COMUNICAZIONE. LO SCHIANTO DELLA TELEVISIONE ITALIANA. 1984-2013-2015 TRENTA ANNI DI RISSE, VOLGARITA' ED INSULTI, di MARIO FAGOTTO F.

Queste note erano state scritte due anni fa, ma pare di capire che possano essere utili ancora oggi visto che la cosiddetta offerta televisiva pagata dai contribuenti sembra essere rimasta la stessa...
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Anche per chi, distrattamente come me, osserva l'offerta televisiva in corso di lancio alla ripresa stagionale (i MONOPOLISTI che lavorano nella televisione italiana seguono i tempi della scuola monopolio di stato: finiscono di 'lavorare' a giugno e riprendono a settembre tanto non devono temere nessuna forma di concorrenza) si sarà accorto del ritorno di un personaggio che imperversa da almeno 20-25 anni in quasi tutti i programmi televisivi, di qualsiasi rete, pubblica, privata, pubblica-privata che dir si voglia (ma esistono in Italia queste differenze?). Suddetto personaggio viene usato da qualsiasi imbonitore o sedicente tele-giornalista di turno, qualsiasi sia la rete in cui lavora o le simpatie politiche che manifesta (ma esistono appartenenze politiche diverse? Esistono tele-giornalisti ed imbonitori capaci di manifestare opinioni politiche?). Che si pensi di ascoltare un programma di 'sinistra' o di 'destra', che si creda di essersi sintonizzati su una rete 'pubblica' o 'privata', il personaggio in questione lo trovi sempre lì. La novità, fra l'altro, è proprio questa. Appare singolare trovarlo ospitato in programmi fianco a fianco, ed anche d'accordo, con personaggi che in passato sembravano lontani anni luce dalle sue battute e dai suoi atteggiamenti (legittimo chiedersi se questi signori si siano divertiti a prenderci in giro, facendoci credere di pensarla diversamente mentre, invece, erano tutti d'accordo per arricchirsi!).





Sicuro di sé, pronto a rispondere su qualsiasi questione, non lo trovi mai in imbarazzo su niente. Anzi, quanto possa produrre imbarazzo è proprio ciò che lo eccita di più perché l'obiettivo del Nostro è creare esattamente situazioni imbarazzanti. Fino all'estremo, se è possibile immaginare un estremo in televisione. Dunque si tratta di sfidare i limiti del dicibile (televisivo), oltrepassare  le regole condivise, provocare. Facile diventa così il rischio che tutto degeneri in rissa. Come, puntualmente, è avvenuto anche in queste prime riapparizioni autunnali. La rissa e la degenerazione aumentano l'audience, l'audience corposa attira la pubblicità; più alto è l'introito pubblicitario, più alte sono le retribuzioni che questi personaggi ottengono. Questo il circolo (vizioso per chi si mette all'ascolto di queste cose; virtuoso per chi ne trae profitti) che si è riattivato anche quest'anno senza che nessuna (nuova) forza politica abbia ancora avuto il coraggio di mettere la parola fine al sistema che lo sorregge e che dura da almeno 30 anni (suggerisco di individuare come data di origine del fenomeno il 1984, la stessa data dell'omonimo romanzo di Orwell che, d'altra parte, aveva anticipato già cosa ci avrebbe aspettato).

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