domenica 11 gennaio 2015

ANNI OTTANTA FRA TERRORISMO E PENTITISMO. UN SAGGIO DI MONICA GALFRE'. S. MAZZOCCHI, "La guerra è finita", di Monica Galfré. Dal pentitismo al regime speciale carcerario, LA REPUBBLICA, 5 ottobre 2014

Il racconto di come l'Italia uscì dalla stagione più sanguinosa Anni d'ira e di furore, i Settanta. Una lunga stagione di lotta armata che in Italia, più che in altri paesi d'Europa, riuscì a diffondersi e perfino a radicarsi nella vita sociale. Oltre duecento i morti, migliaia i feriti e innumerevoli gli attentati. Con le Brigate rosse e Prima linea in testa, e con una galassia di sigle minori, tutte coinvolte in un fenomeno la cui intensità toccò il culmine con la strage di via Fani e con il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro, per poi perdere progressivamente la connotazione iniziale e cedere all'impennata di attacchi ripetuti, sequestri di persona, agguati e omicidi. Fino alla comparsa dei primi pentiti e, successivamente, di quel movimento di dissociazione che invitava dal carcere "a deporre le armi".


Un cammino accidentato che ora Monica Galfré, apprezzata studiosa della lotta armata negli anni Settanta e insegnante di storia dell'Italia repubblicana all'Università di Firenze, ha voluto ricostruire nel suo libro La guerra è finita, un saggio che per la prima volta offre una fotografia completa di quel periodo, arricchita con materiali inediti e numerose testimonianze.
Una considerazione innanzi tutto illumina la ricerca di Galfré: il tentativo, dichiarato e riuscito, di analizzare i fatti con la duplice lente della dimensione individuale (intrecciata a quella collettiva) e degli avvenimenti. Ecco allora il racconto del pentitismo, un fenomeno contrastato che ebbe inizio con leggi abbozzate già agli albori degli Ottanta, che vennero poi ampliate negli anni successivi con norme premiali destinate a quanti scelsero di parlare in cambio di protezione e sconti di pena.
Un'attenzione particolare, però, Galfré la riserva all'universo carcerario, al regime speciale di quegli anni, al lento riaffacciarsi dei detenuti alla vita. Un movimento del tutto diverso dal pentitismo che, nato dal carcere e dal distacco degli ex terroristi nei confronti della lotta armata, coinvolse nel tempo oltre i due terzi di loro.
Utile ricordare come si sviluppò il cammino verso l'agognata riconciliazione, che non si è mai del tutto compiuta. S'inizia da quando, alla presa di distanza degli ex terroristi in carcere, si unirono da sponde opposte e con motivazioni diverse vasti settori della Chiesa e del mondo cattolico, pezzi di società e anche quei magistrati preoccupati di portare a termine le inchieste ancora in corso, che videro nella delegittimazione della violenza da parte di tanti detenuti un terreno fertile per allargare l'area della dissociazione e debellare quel che restava del terrorismo.
"La guerra è finita" è la storia del come e con quali protagonisti è iniziato ed è proseguito il tormentato cammino verso la normalizzazione. La cronaca degli scogli, dei passi indietro, ma anche dell'impegno e delle accelerazioni che, infine, hanno permesso di recuperare la lealtà a un sistema politico umiliato dalle esigenze emergenziali.
"La guerra è finita", di Monica Galfré. Laterza. Pagg. 270. Euro 22.

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