venerdì 10 gennaio 2014

IL CASO RENZI & C., R. CHIARI, Arrocco renziano a Palazzo Vecchio. I lavoratori: “Gran faccia di bronzo”, IL MANIFESTO, 9 gennaio 2014

at­teo Renzi sta zitto, almeno sul tema per lui sci­vo­loso delle “dif­fe­renze di sen­si­bi­lità” mostrate fra i legit­timi diritti degli inse­gnanti, e i diritti altret­tanto legit­timi dei suoi dipen­denti comu­nali. Al suo posto inter­viene la fede­lis­sima vice­sin­daco Ste­fa­nia Sac­cardi. Quest’ultima se la prende con i soli Cobas, che hanno messo nero su bianco quello che in città sta facendo ridere parec­chia gente: “I Cobas men­tono sapendo di men­tire – sen­ten­zia Sac­cardi — e cer­cano acco­sta­menti e ana­lo­gie in vicende assai diverse, giu­ri­di­ca­mente e poli­ti­ca­mente, per pre­messe e con­se­guenze”. Ma all’odierna assem­blea della Cgil regio­nale le bat­tute si spre­ca­vano. E di fronte a Susanna Camusso, il segre­ta­rio gene­rale toscano Ales­sio Gra­mo­lati ha dove­ro­sa­mente segna­lato alla pla­tea sin­da­cale: “Bene che il segre­ta­rio del mag­gior par­tito del cen­tro­si­ni­stra in un tweet dica al pre­mier di fare retro­mar­cia sul pre­lievo sugli sti­pendi dei pro­fes­sori. Ma allora dica al sin­daco di Firenze di fare lo stesso coi dipen­denti comu­nali: quello sarebbe un segno del cambiamento”.



L’auspicio di Gra­mo­lati non sem­bra oltre­pas­sare le solide mura di Palazzo Vec­chio. Anzi, per rin­tuz­zare le cri­ti­che dei Cobas (“Renzi fac­cia di bronzo”), la vice­sin­daco peg­giora la situa­zione: “E’ stata una con­te­sta­zione del Mef a obbli­gare il Comune a bloc­care il paga­mento di alcune inden­nità in quanto, secondo il Mef, ille­git­time ab ori­gine. L’amministrazione sta seguendo scru­po­lo­sa­mente la vicenda e finora si è limi­tata a met­tere in mora i paga­menti ille­git­timi, ma nulla è stato recu­pe­rato dai lavoratori”.
Salvo quest’ultima frase, peral­tro da “com­pen­sare” con altri tagli e con­ge­la­menti del sala­rio come il pur con­cor­dato pre­mio di pro­dut­ti­vità, la let­tera di messa in mora inviata a set­tem­bre — a circa 3mila fra dipen­denti attivi, pen­sio­nati e pre­cari poi abban­do­nati al loro destino – è ancor più dura delle con­clu­sioni della pro­cura con­ta­bile: “Con la pre­sente il Diret­tore delle risorse umane, in nome e per conto del comune di Firenze, a seguito dell’ispezione del mini­stero […], fa pre­sente che la S.V. risulta aver per­ce­pito, nel periodo 2003–2012, inden­nità non dovute in quanto con­tra­stanti con le norme del Ccnl vigenti”.
Una let­tera inviata senza che ancora sia ini­ziato il pro­cesso. Sca­ri­cando le respon­sa­bi­lità sull’ex Pdl Gabriele Toc­ca­fondi (ora con Alfano), autore della denun­cia a un Mef retto all’epoca da Renato Bru­netta. Senza far cenno delle pre­ce­denti ispe­zioni del Mef fra il 2003 e il 2009, chiuse senza adde­biti. E senza pen­sare che la stessa pro­cura con­ta­bile, come poi è suc­cesso, avrebbe cer­cato una pur dif­fi­cile qua­dra denun­ciando la sola “inter­pre­ta­zione auten­tica” del 2010 degli accordi. Sem­pre sot­to­scritti da tre diverse ammi­ni­stra­zioni (due di Leo­nardo Dome­nici e una di Renzi) e i rap­pre­sen­tanti dei lavo­ra­tori. Alcuni dei quali, dopo le pun­tuali osser­va­zioni di Mauro Comi, coor­di­na­tore Rsu e sto­rico iscritto alla Fp Cgil, pigiano sull’acceleratore: “A noi i soldi Renzi li ha tolti e anche tanti, e ora ne toglierà altri — denun­cia l’Usb — allora o è uno sme­mo­rato, o è il figlio di Gep­petto”. In paral­lelo i Cobas: “Con quale meschi­nità Renzi si schiera con­tro il Mef che ha indi­cato il pre­lievo dalle buste paga degli inse­gnanti come ‘atto dovuto’, dopo aver messo in mora oltre tre­mila dipen­denti comu­nali per quasi 10 milioni ‘su indi­ca­zioni del Mef’”. Ma Sac­cardi è tetra­gona: “A qual­cuno giova pro­vare a con­fon­dere le acque, ma la verità dei fatti è incon­tro­ver­ti­bile”. Appunto.

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