lunedì 10 novembre 2025

POLITICA E VIOLENZA. LA MORTE DI A.L BRAGHETTI. PICARIELLO A., La morte di Anna Laura Braghetti, carceriera di Moro e assassina di Bachelet, AVVENIRE, 7.11.2025

 Dici Anna Laura Braghetti - morta ieri a 72 anni, dopo tre mesi di malattia - e pensi a una donna simbolo degli “anni di piombo”. Fra i carcerieri di Aldo Moro - intestataria dell’appartamento di via Montalcini 8, fingendosi la fidanzata di Germano Vaccari, noto come “ingegner Altobelli” - e responsabile, con Bruno Seghetti, dell’assassinio alla Sapienza del vice presidente del Csm, ex presidente di Azione Cattolica, Vittorio Bachelet, il 12 febbraio 1980. Fu anche corresponsabile di due omicidi “dimenticati”, quelli del brigadiere Antonio Mea e dell’agente Pierino Ollanu nell’assalto agli uffici regionali della Dc in piazza Nicosia, a Roma.




Ma la sua morte evoca anche “altro”, proprio in virtù di una Costituzione, scritta da costituenti come Moro e “custodita” da giuristi come Bachelet. Arrestata il 27 maggio 1980, condannata all’ergastolo, sposò in carcere Prospero Gallinari, dal quale poi si separò. Non pentita, né dissociata, sul piano umano la sua è però una storia di ravvedimento, con 30 anni dedicati, in silenzio, «alle donne vittime di violenza e ai loro figli, che seguiva nelle case famiglia», ricorda un’ex terrorista dell’altra parte della barricata, Francesca Mambro. Decisivo fu il comportamento della famiglia Bachelet: la celebre preghiera dei fedeli di Giovanni Bachelet ai funerali del padre, ma soprattutto l’opera del gesuita padre Adolfo, che si dedicò al recupero in carcere degli ex della lotta armata, fra cui appunto l’assassina di suo fratello. «Da lui ho avuto una grande energia per ricominciare. Ho capito di avere mancato, innanzitutto, verso la mia umanità, e di aver travolto per questo quella degli altri», scrisse Braghetti. Quelle chiacchierate con padre Adolfo «mi hanno spinto a un’idea di democrazia liberale e mi liberarono da altre possibili ideologiche astrazioni. Con lui ho appreso “dal vero” come si possa guardare l’uomo, e definire le caratteristiche fondamentali dell’umano, guardando Cristo. Senza padre Adolfo, oggi non sarei chi sono. E non lo sarebbero i miei figli, perché l’incontro che spalanca il cuore all’abbraccio del mistero è generativo». Sono parole sempre di Anna Laura Braghetti tratte dal libro Il Prigioniero, scritto con Paola Tavella e da cui è stato tratto il film Buongiorno, notte di Marco Bellocchio. «Le ho stretto la mano», dice Giovanni Bachelet. «Mio padre e Aldo Moro sarebbero di certo contenti che l'articolo 27 della Carta è stato rispettato».

Nessun commento:

Posta un commento