martedì 12 settembre 2017

FRANCIA. SCIOPERI CONTRO MACRON E LA LEGGE SUL LAVORO. M. FERRARO, Francia, manifestazioni e scioperi contro la legge sul lavoro di Macron, LA REPUBBLICA, 12 settembre 2017

Oggi primo vero test per il presidente francese Emmanuel Macron, eletto lo scorso maggio. La Confédération général du travail (Cgt) ha indetto uno sciopero contro la riforma della normativa sul lavoro proposta dal nuovo governo. Gli altri sindacati maggiori hanno deciso di non partecipare alla protesta e di aprire una negoziazione con la maggioranza, composta da En Marche!, il movimento di Macron, e i centristi di MoDem. Il Cgt ha annunciato oltre 180 iniziative in diverse città di tutto il Paese, che si affiancheranno allo sciopero dei trasporti e di altri settori pubblici. Nel pomeriggio è previsto un corteo a Parigi.




Il pacchetto di riforme avanzato dalla nuova maggioranza è più liberale di quello che propose l'ex presidente François Hollande, e che gli fece perdere consenso. La differenze è che Macron aveva dichiarato in maniera esplicita quali fossero le sue poizioni. La nuova normativa, promossa per decreto, verrà votata il 22 settembre.

I sindacati temono che la riforma voluta dalla nuova maggioranza possa indebolire la posizione dei lavoratori nei confronti delle aziende e ridurre notevolmente il ruolo e il peso delle confederazioni dei lavoratori, aggirando di fatto il sistema dei contratti nazionali con la contrattazione che scende a livello delle singole imprese per le società sotto i 50 dipendenti.

La prima contestazione contro Macron si svolge mentre il presidente è volato nelle isole caraibiche, colpite dall'uragano Irma. La decisione di recarsi a St. Martin, territorio franco-olanedese che ha subito i maggiori danni, è stata presa domenica, dopo una riunione di emergenza con il governo.

Il fronte sociale non è però compatto. Gli incontri con le diverse sigle, organizzati dal governo per tutta l'estate, hanno avuto l'effetto di dividere le confederazioni. Force ouvrière ha accettato di partecipare alla concertazione, apportando delle modifiche al testo di riforma e decidendo di non partecipare allo sciopero di oggi. L'altro grande sindacato, la Cfdt, ha disertato la piazza, spiegando che "non sarà una manifestazione di lavoratori, ma di militanti", come riportato da Le Monde.

Un'altra divisione c'è stata con con J. L. Mélenchon, che alle ultime elezioni ha preso
oltre 7 milioni di voti. La Cgt ha infatti deciso di mobilitarsi ancora il 21 settembre, alla vigilia del consiglio dei ministri decisivo per la riforma, ma due giorni prima della manifestazione già annunciata da Mélenchon e il suo movimento La France Insoumise.

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