venerdì 11 ottobre 2019

POTERE DEI MEDIA: INFLUENZA E FORMAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA. UNA RICERCA AMERICANA. DA 'INTERNAZIONALE', 26 luglio 2019, IL SOLE 24 ORE, 28 LUGLIO 2019




(Van Dam A., Come Mediaset ha favorito il voto populista, Internazionale, 26 luglio 2019, p. 26).

Programmi Mediaset: aggressività, rozzezza sfacciata, frivolezza
   “In un articolo apparso sull’American Economic Review, Ruben Durante (università ‘Pompeu Fabra’ di Barcellona), Paolo Pinotti (un. Bocconi di Milano), Andrea Tesei (Quuen Mary università, Londra) hanno analizzato i dati delle emittenti Mediaset per dimostrare che una maggiore esposizione ai programmi frivoli di Mediaset ha portato, successivamente, a un maggior sostegno ai candidati populisti che comunicavano messaggi semplici e davano risposte facili ai problemi” La programmazione frivola di Mediaset non ha portato al potere solo Berlusconi, ma anche altre compagini populiste, come il M5stelle. Si scopre che anche “la televisione che non parla esplicitamente di politica può influire sulla politica”!




Quali effetti avrebbe avuto la programmazione Mediaset sulla mente degli spettatori?
   “I giovani che avevano guardato i programmi Mediaset negli anni della loro formazione erano meno evoluti dal punto di vista cognitivo e mostravano meno impegno civile dei loro coetanei che in quel periodo avevano avuto accesso solo alla TV pubblica e alle emittenti locali (…) da una serie di test psicologici e cognitivi a cui è stato sottoposto un gruppo di reclute è emerso che i giovani che vivevano in zone dove l’esposizione alle reti del gruppo Mediaset era maggiore avevano dall’8 al 25% di probabilità in più di ottenere un punteggio più basso. Da una indagine internazionale condotta nel 2012 è emerso che, in matematica e capacità di lettura, i punteggi degli adulti italiani esposti ai canali Mediaset prima dei 10 anni erano significativamente inferiori a quelli dei loro coetanei. Davano anche prova di un minor impegno civile ed erano meno attivi politicamente”.
La semplicità e la semplificazione attiva nella programmazione commerciale colpirebbe di più i minori che non gli adulti, pure influenzati populisticamente dai notiziari.


(Guido Romeo, L’influenza politica della tv commerciale, Il sole 24 ore, 28 luglio 2019)

Più copertura televisiva in una certa zona, più voti a Forza Italia

“Grazie alla posizione e ai dettagli tecnici dei trasmettitori, i ricercatori hanno ricostruito queli degli 8.000 comuni italiani avevano accesso a un segnale di buona qualità delle reti Mediaset prima del 1985.
Dieci anni dopo (1995) in queste aree la preferenza per Forza Italia alle elezioni del 1994 è stata, in media, dell’1% ed è durato negli anni successivi. Il dato nasconde, in realtà, punte del 10% di preferenza fra chi apparteneva alle fasce under-10 e over-55 negli anni Ottanta e consumava massicce dosi di tv commerciale. Tradotto in seggi ciò significa un margine di almeno 18 seggi nelle elezioni del 1994, 61 nel voto del 1996 e 40 nel 2001. Dal 2013 in poi queste preferenze vanno, in gran parte, al M5stelle”.


Abbassamento delle capacità cognitive
   L’articolo ricorda anche i risultati dei test psicometrici della leva militare, i dati sulle capacità di lettura e l’abilità di calcolo dei test Piaac-OCSE, quelli sul comportamento elettorale delle ricerche Itanes: “La prima spiegazione, controversa, è che chi ha consumato alte dosi di tv di intrattenimento da bambino sperimenti un abbassamento delle capacità cognitive dall’8 al 25%. La seconda, già avanzata dal politologo Robert Putnam, è che dosi massicce di tv di intrattenimento consumate da ragazzini creino adulti meno coinvolti nella sfera civica e sociale”


Canovan, Margaret, “Trust the people! Populism and the two faces of democracy,” Political studies, 1999, 47 (1), 2–16
Putnam, Robert D., Bowling Alone, New York: Simon & Schuster, 2000.
Horsfield, Bruce, The media and neo-populism: A contemporary comparative analysis, Greenwood Publishing Group, 2003.
Mughan, Anthony, Clive Bean, and Ian McAllister, “Economic globalization, job insecurity and the populist reaction,” Electoral Studies, 2003, 22 (4), 617–633
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Olken, B.A., “Do television and radio destroy social capital? Evidence from Indonesian villages,” American Economic Journal: Applied Economics, 2009, 1 (4), 1–33.

Fella, Stefano and Carlo Ruzza, “Populism and the fall of the centre-right in Italy: The end of the Berlusconi model or a new beginning?,” Journal of Contemporary European Studies, 2013, 21 (1), 38–52
Moffitt, Benjamin and Simon Tormey, “Rethinking populism: Politics, mediatisation and political style,” Political Studies, 2014, 62 (2), 381–397
Verbeek, Bertjan and Andrej Zaslove, “Italy: a case of mutating populism?,” Democratization, 2016, 23 (2), 304–323

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