(Van
Dam A., Come Mediaset ha favorito il voto populista, Internazionale, 26 luglio
2019, p. 26).
Programmi Mediaset: aggressività, rozzezza sfacciata, frivolezza
“In un articolo apparso sull’American
Economic Review, Ruben Durante (università ‘Pompeu Fabra’ di Barcellona),
Paolo Pinotti (un. Bocconi di Milano), Andrea Tesei (Quuen Mary università,
Londra) hanno analizzato i dati delle emittenti Mediaset per dimostrare che una
maggiore esposizione ai programmi frivoli di Mediaset ha portato,
successivamente, a un maggior sostegno ai candidati populisti che comunicavano
messaggi semplici e davano risposte facili ai problemi” La programmazione
frivola di Mediaset non ha portato al potere solo Berlusconi, ma anche altre
compagini populiste, come il M5stelle. Si scopre che anche “la televisione che
non parla esplicitamente di politica può influire sulla politica”!
Quali effetti avrebbe avuto la programmazione Mediaset sulla mente
degli spettatori?
“I giovani che avevano guardato i programmi
Mediaset negli anni della loro formazione erano meno evoluti dal punto di vista
cognitivo e mostravano meno impegno civile dei loro coetanei che in quel
periodo avevano avuto accesso solo alla TV pubblica e alle emittenti locali (…)
da una serie di test psicologici e cognitivi a cui è stato sottoposto un gruppo
di reclute è emerso che i giovani che vivevano in zone dove l’esposizione alle
reti del gruppo Mediaset era maggiore avevano dall’8 al 25% di probabilità in
più di ottenere un punteggio più basso. Da una indagine internazionale condotta
nel 2012 è emerso che, in matematica e capacità di lettura, i punteggi degli
adulti italiani esposti ai canali Mediaset prima dei 10 anni erano
significativamente inferiori a quelli dei loro coetanei. Davano anche prova di
un minor impegno civile ed erano meno attivi politicamente”.
La
semplicità e la semplificazione attiva nella programmazione commerciale
colpirebbe di più i minori che non gli adulti, pure influenzati
populisticamente dai notiziari.
(Guido
Romeo, L’influenza politica della tv commerciale, Il sole 24 ore, 28 luglio
2019)
Più copertura televisiva in una certa zona, più voti a Forza Italia
“Grazie
alla posizione e ai dettagli tecnici dei trasmettitori, i ricercatori hanno
ricostruito queli degli 8.000 comuni italiani avevano accesso a un segnale di
buona qualità delle reti Mediaset prima del 1985.
Dieci
anni dopo (1995) in queste aree la preferenza per Forza Italia alle elezioni
del 1994 è stata, in media, dell’1% ed è durato negli anni successivi. Il dato
nasconde, in realtà, punte del 10% di preferenza fra chi apparteneva alle fasce
under-10 e over-55 negli anni Ottanta e consumava massicce dosi di tv
commerciale. Tradotto in seggi ciò significa un margine di almeno 18 seggi
nelle elezioni del 1994, 61 nel voto del 1996 e 40 nel 2001. Dal 2013 in poi queste
preferenze vanno, in gran parte, al M5stelle”.
Abbassamento delle capacità cognitive
L’articolo ricorda anche i risultati dei
test psicometrici della leva militare, i dati sulle capacità di lettura e
l’abilità di calcolo dei test Piaac-OCSE, quelli sul comportamento elettorale
delle ricerche Itanes: “La prima spiegazione, controversa, è che chi ha
consumato alte dosi di tv di intrattenimento da bambino sperimenti un
abbassamento delle capacità cognitive dall’8 al 25%. La seconda, già avanzata
dal politologo Robert Putnam, è che dosi massicce di tv di intrattenimento
consumate da ragazzini creino adulti meno coinvolti nella sfera civica e
sociale”
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