domenica 23 ottobre 2022

NUOVO GOVERNO EMME. MINISTRO DELLA CULTURA. G. CRAPIS, Sangiuliano alla Cultura, una scelta bizzarra che denuncia una drammatica assenza, IL FATTO, 22 ottobre 2022

 Gennaro Sangiuliano ministro della Cultura è una delle scelte più bizzarre, ma non la sola, della nuova compagine di governo voluta dalla Meloni. Dell’alto profilo proclamato urbi et orbi dalla leader è rimasto solo il profilo, che alto proprio non è a dire il vero. Sangiuliano alla Cultura, poi, è davvero uno strano reperto, con tutto il rispetto per il biografo di Putin e Trump. Non che chi l’ha preceduto, Dario Franceschini, avesse più titoli di lui, ma è come se l’Ulivo a suo tempo avesse chiamato Sorgi o Borrelli o magari lo stesso Curzi: ve lo immaginate?


E poi un giornalista che diventa ministro della Cultura è quasi una singolarità nella storia del paese, se si eccettua Ronchey, che però fu ministro dei Beni culturali e dell’Ambiente con Amato e poi con Ciampi alla fine di una carriera che ne aveva fatto uno dei più grandi giornalisti italiani. Cosa che con tutto il rispetto non si può certo dire del nostro.

 maligni suggeriscono immediatamente il paragone con Alessandro Pavolini, anch’egli giornalista, che guidò il ministero fascista della Cultura Popolare, il famigerato Minculpop. Ma, suvvia, non è il caso di drammatizzare: come diceva Flaiano in Italia i fascisti sono una trascurabile maggioranza. Piuttosto il ricorso al direttore del Tg2, un passato fervido di missino, già alle cronache del giornalismo radiotv per i tempi di parola sproporzionati concessi a Salvini, denuncia la drammatica assenza a destra di figure di livello pronte per un incarico del genere.

Ricordiamo che prima di Sangiuliano, al ministero dei Beni culturali, come si chiamava, erano andati, nel Berlusconi 1, il prof Domenico Fisichella, nel Berlusconi 2 Urbani, nel Berlusconi 3 Buttiglione, fino al mitico Sandro Bondi nel Berlusconi 4 (poi sostituito da Galan): si vede pure da lontano che a parte i primi due, siamo di fronte a profili non proprio di alto livello.

Ordunque: la destra non ha personaggi spendibili alla cultura, o quei pochi che ci sono non sono disponibili. Gli Sgarbi, i Buttafuoco, i Giordano Bruno Guerri, più qualche altro, o non sono stati interpellati o hanno risposto come lo scrivano Bartleby nel racconto di Melville: preferirei di no.


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