mercoledì 20 dicembre 2023

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. M CACCIARI, "Il pensiero rivoluzionario di Toni Negri non può finire: ecco a cosa ha creduto per tutta la vita", la stampa, 17.12.2023

 È morto un filosofo di rilievo internazionale, uno dei pochissimi italiani contemporanei a esserlo, amico e collaboratore dei Deleuze, dei Matheron, dei Guattari, autore di opere che hanno segnato la discussione politica come Empire, pubblicato con Hardt dalla Cambridge University Press nel 2000 e tradotto in tutte le lingue (in Italia per Bur con il titolo Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione). Augurabile che tutti coloro che vorranno parlare della scomparsa di Toni Negri lo sappiano e lo ricordino, augurabile che gli interventi sulla sua fine non si riducano alla miserabile misura delle cronache nostrane.

Audio dell'articolo uscito su La stampa

FILOSOFIA POLITICA. UN SAGGIO DI F. BARBERA. S. BOLOGNA, La politica e le piazze vuote, DOPPIOZERO, 15.12.2023

 A tutti noi, penso, si è allargato il cuore quando abbiamo visto le piazze francesi riempirsi di popolo che rifiutava la riforma delle pensioni di Macron e poi sempre più di giovani che esprimevano un rifiuto, una ribellione al modo di vita attuale. E tutti ci siamo chiesti perché in questo nostro paese, ridotto a un cimitero, le piazze per troppo tempo sono rimaste vuote e oggi che, per varie ragioni contingenti, sembrano di nuovo essere sede di azioni collettive (si pensi alla manifestazione di Roma del 7 ottobre, alle manifestazioni sul conflitto israeliano-palestinese, alla manifestazioni dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin) restano ancora inscritte in un vecchio gioco politico o sono la reiterazione di propositi già espressi e rimasti senza esito (Palestina libera! Basta coi femminicidi!). Filippo Barbera ha provato a ragionarci su, sul problema della piazza vuota (Le piazze vuote. Ritrovare gli spazi della politica, Laterza, 2023, pp. 162), non tanto per ripetere alla noia il lamento sull’eclissi dell’impegno politico quanto per provare a mettere insieme gli elementi che possono portare alla ripresa di una partecipazione politica. 

FILOSOFIA POLITICA. L'ULTIMO SAGGIO DI NEGRI E HARDT, ASSEMBLY. P. BIANCHI, Politiche dell’assemblea / Michael Hardt e Toni Negri. Assembly, DOPPIOZERO, 11.09.2017

 A Greensboro, in North Carolina, l’1 febbraio 1960, quattro studenti del primo anno della North Carolina A&T State University – Joseph McNeil, Franklin McCain, Ezell Blair Jr., e David Richmond – entrano in un cosiddetto five and dime store di Woolworth (un’azienda che oggi conosciamo con il nome di Footlocker), uno di quei negozi che vendevano vari prodotti per la casa scontati a pochi centesimi. Comprano un dentifricio e altre piccole cose, vanno alla cassa, li pagano e poi si avvicinano al lunch counter del negozio per ordinare un caffè. Quel caffè però non gli verrà mai servito perché contrariamente al resto del negozio, i lunch counter di Woolworth, così come accadeva in molti altri negozi nel Sud degli Stati Uniti, erano “white only”, rifiutavano cioè il servizio alle persone di colore. Il manager chiede allora ai quattro ragazzi di andarsene ma quelli che poi verranno soprannominati come gli A&T Four decidono invece di fare un’azione eclatante: rimangono nel negozio fino alla chiusura. Il giorno dopo accade lo stesso, questa volta però ai quattro ragazzi si uniscono decine di altri studenti di colore di altre università della zona che danno vita a quella che diventò una delle più importanti iniziative politiche del Civil Rights Movement

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. A. SOFRI, Toni Negri, il "vecchio" che non si poteva ritenere indenne dalla pazzia, IL FOGLIO, 16.12.2023

 I ricordi di chi muore sono da sempre una nobile impresa, con le sue degne regole. Qualunque formulazione abbiano, per lo più in latino, la sostanza è quella: Non infierire. Non bisogna guardarsi solo dalla cattiveria. C’è un formidabile equivoco, o peggio, una miserabile soddisfazione, nel credere di avere un vantaggio dall’essere vivi, dal sopravvivere, fosse anche un minuto di più. E’ il rischio dei professionisti di necrologi, che per giunta scrivono già di viventi e sono tenuti ad aggiornare via via – a volte arrivano prima loro. Chi voglia ridurre il danno ha solo due modi: rinviare il più possibile, e siccome comunque il momento viene, farsi autore del proprio necrologio. Toni Negri ha fatto le due cose, e oltretutto aveva delle ottime ragioni: ha esagerato, hanno esagerato.

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. RICORDO DI G. AGAMBEN, 18.12.2023

 Due notti prima che mi giungesse la notizia della morte di Antonio – di Toni – Negri, l’ho sognato a lungo e la sua presenza era così viva che, al risveglio ho sentito il bisogno di scrivergli. Il mio messaggio al vecchio email che non usavo da anni non ha potuto raggiungerlo. Quando le ho raccontato del sogno, un’amica mi ha detto: «ha voluto salutarti prima di andarsene». Pur nelle divergenze dei nostri pensieri, col tempo sempre più chiare, qualcosa ostinatamente ci legava, qualcosa che aveva innanzitutto a che fare con la sua generosa, inquieta, puntigliosa vitalità, che avvertii subito quando lo incontrai per la prima volta a Parigi nel 1987.


Con la scomparsa di Toni sento che qualcosa mi manca – dentro di me, sotto i miei piedi, forse soprattutto dietro di me, come se una parte del mio passato si facesse bruscamente presente e mi apostrofasse mancando. E questa mancanza non riguarda solo me, ma tutto il nostro paese e la sua storia, sempre più falsa, sempre più ignara, come mostrano gli odiosi necrologi, che ricordano solo il cattivo maestro e non il cattivo, atroce paese in cui gli era stato dato di vivere e che cercava, forse sbagliando, di rendere migliore. Perché Toni, a partire dalla tradizione marxista a cui apparteneva e che lo ha forse condizionato e tradito, ha certamente cercato di misurarsi col destino dell’Italia e del mondo nella fase estrema del capitalismo che stiamo attraversando verso non si sa quale sciagurata meta. E questo è quanto coloro che continuano a oltraggiarne la memoria né osano né sarebbero mai capaci di fare.

18 dicembre 2023
Giorgio Agamben

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. G. SANTORO, Un desiderio lungo una vita, JACOBIN, 18.12.2023

 quando si decise di recidere il lungo decennio del Sessantotto italiano a colpi di carcere e con la campagna giudiziaria che passò alla storia con il nome di Teorema Calogero – poi smontata proprio nelle aule di tribunale ma al costo di anni di carcerazione preventiva, rotture, esilio e divisioni – accanto alle operazioni di polizia si scatenò una campagna mediatica imponente. Come spesso capita, questa si servì della costruzione del mostro e della personalizzazione forzata, tanto più inadeguata e violenta perché in questo caso si trattava di conferire caratteristiche individuali, personali, a una storia che traeva la propria forza dalla sua natura collettiva. In quel caso, erano i giorni del 7 aprile 1979, il mostro venne individuato nella figura di Toni Negri, professore di Dottrina dello Stato a Padova. Si parlò del ghigno del cattivo maestro (definizione coniata da Indro Montanelli, il compilatore del vocabolario reazionario del paese, tutt’ora per molti versi trasversalmente in vigore) e della sua capacità mefistofelica di tenere insieme i salotti intellettuali e le cospirazioni brigatiste, venne dipinto come il grande tessitore di un disegno eversivo che teneva insieme Potere operaio (che si era sciolto nel 1973) e le Brigate rosse, l’organizzazione armata che pure una volta incontrato in carcere minacciò lo stesso Negri di morte. 


Articoli vari:

Interventi in Effimera

FILOSOFIA POLITICA. LA SCOMPARSA DI TONI NEGRI. ALCUNI INTERVENTI AUDIO-VISIVI 2003-2019

 

Colloquio

in Brasile. Dopo l'11 settembre; il colpo di stato antigiuridico di Bush; gli anni Settanta in Italia, 2003


Note sul 15 ottobre, Uninomade, 2011


Sherwood festival 2013. Intervista di Beppe Caccia 


Foucault, una interpretazione, 2016


Intervista di Paragone

(globalizzazione e fine del dominio americano; trasformazioni del lavoro e lavoro sociale; contro il nazionalismo bellicista;

la frammentazione sociale; populismi e ribellioni; debito pubblico da cancellare; Syriza e Podemos;

1914, 1939, 1953: le date di morte della sinistra europea; i limiti dell'Europa) 2017


Dalle moltitudini alle classi? Passignano sul Trasimeno,  2018


Intervista di Augias 2018


Necessità dell'Europa 2019


120 INTERVENTI SU RADIO RADICALE

mercoledì 13 dicembre 2023

ANNIVERSARI. LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA UN ANNO PRIMA. S. FERRARI, Quei due ordigni alla Rinascente, i sospetti portano a Ordine Nuovo, IL MANIFESTO, 12.12.23

 Un anno prima della strage di Piazza Fontana, a Milano, nel 1968, alla Rinascente, il grande magazzino con ingresso su Piazza Duomo, furono rinvenuti due ordigni, il primo il 30 agosto e il secondo il 15 dicembre, rispettivamente al sesto e al primo piano. Due bombe che non esplosero, per il basso voltaggio della batteria nel primo caso, perché scoperta e disinnescata prima dello scoppio, nel secondo. La prima bomba era mimetizzata in una scatola per scarpe da donna, mentre la seconda era stata nascosta, dato il periodo pre-natalizio in un pacco regalo.


Altri commenti:

G. PASSARELLI   DOMANI 12.12.23

ANNIVERSARI. LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA DEL 1969. M. DI VITO, Stragi senza giustizia, ma la verità esiste ed è tutta negli archivi, IL MANIFESTO, 12.12.23

 Per trovare una verità sepolta dai decenni bisogna mettersi a riguardare la storia minuto per minuto. È un lavoro che richiede pazienza e poi non è affatto detto che produca risultati tangibili, perché se è vero che in guerra la prima vittima è proprio la verità, dove una guerra non è mai stata dichiarata a morire subito è quasi sempre la memoria. E purtroppo l'esattezza delle risposte dipende sempre dalla domanda da cui si decide di partire. Per esempio: il decennio che corre tra la strage di piazza Fontana, avvenuta 54 anni fa esatti , e quella della stazione di Bologna è stato un decennio di guerra? Si dirà che sono successe tante cose, che non c'è stato solo il sangue, non c'è stata solo la violenza, non ci sono state solo le bombe, le trame e le congiure. C'è stato anche il coraggioso tentativo di trasformare l'Italia in un paese civile: lo statuto dei lavoratori, l'aborto, il divorzio, l'obiezione di coscienza, la chiusura dei manicomi.

NUOVO GOVERNO M. E DEBITO PUBBLICO. R. CICCARELLI, Il fallimento di un progetto politico che fa pagare tutto a cittadini e lavoratori, IL MANIFESTO, 12.12.23

 Che sia «tecnico» o «politico» chi governa il debito pubblico in Italia non fa altro che sperequare i suoi costi ai danni di chi non può opporsi. È una politica di classe, non un tradimento di un paese «fallito», «in declino», corrotto o corruttore. A dispetto del suo presunto ruolo «politico», il governo Meloni non fa differenza. Sta gestendo una politica fallimentare che aggrava i problemi, li fa pagare ai cittadini e ai lavoratori, aumenta la concentrazione delle ricchezze e le ingiustizie.

lunedì 4 dicembre 2023

POLITICA INTERNAZIONALE. N. ARAGONA, Bin Salman compra tutto: questo immenso potere economico mi spaventa, IL FATTO, 1.12.2023

 Dal 2016, anno in cui Bin Salman ha annunciato la “Saudi Arabian Vision 2030”, ambizioso progetto di trasformazione radicale del Paese attraverso riforme economiche, e, dicono, anche sociali e culturali (!), gli obiettivi raggiunti, grazie ai Saudi petrol dollars sono stati moltissimi.

L’esigenza nasce dall’intento di ridurre la dipendenza economica dell’Arabia dal petrolio, diversificando le fonti di profitto. La Future Investment Iniziative (FII), la famosa Davos nel deserto alla cui sesta edizione a Riad hanno partecipato più di 6.000 (SEIMILA) tra capi di Stato e di governo, imprenditori ed economisti, è uno dei più grandi consessi al mondo dove si discute del futuro dell’economia globale. Il Regno ha acquisito partecipazioni o l’intero possesso di società di tutto il mondo; è partner in società di telefonia, in Microsoft, Meta, Paypall etc. Attraverso le generose donazioni a centri di studi e di ricerca (i cosiddetti “Think tank”) statunitensi, l’Arabia ha creato una vera e propria lobby che influenza anche le decisioni governative degli Usa in materia di finanza, di economia e anche politica. In Europa e in Italia si cerca di fare la stessa cosa, anche attraverso l’influenza di qualche politico sensibile ai petrol-dollari.

POLITICHE SANITARIE. D. DE FELICE, No ai test d’ingresso a Medicina, liste d’attesa ridotte con unità territoriali: cambiamo la sanità, IL FATTO, 3.12.2023

 Ho appena scoperto che l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia ha trovato la soluzione da gennaio prossimo alle liste di attesa: un premio in denaro alle strutture che le rispetteranno. Spendere, mai risparmiare è il motto. Sono stato invitato dal dott. Giovanni Sansò dell’Aldai (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) il 29 novembre: ho spiegato le mie prescrizioni per una sanità nuova, con idee anche sulle liste di attesa. Qui vi riporto un estratto di quanto detto, chi vorrà potrà vedere il video registrato sul loro sito.

Oggi in qualunque branca della Medicina, occorre prima conseguire la specializzazione. L’unico che può svolgere attività medica senza specialità è il medico di base che può sostituirla con un corso regionale di tre anni. Da tempo dico che la medicina di base potrebbe avere una facoltà autonoma, Medicina del Territorio, come da qualche anno avviene per l’Odontoiatria, completamente scissa da Medicina.

RAPPORTO CENSIS 2023. PROCESSI FORMATIVI.

 Roma, 1 dicembre 2023 – Il gap tra domanda e offerta di capitale umano. La scuola è troppo distante dal mondo del lavoro. Lo afferma l’85,9% degli italiani e l’89,1% degli studenti. Si stima un fabbisogno occupazionale tra il 2023 e il 2027 pari a quasi 1,3 milioni di laureati o diplomati Its: in media, circa 253.000 all’anno a fronte dei 244.200 effettivamente previsti. Nei prossimi anni ci sarà dunque un fabbisogno inevaso di almeno 8.700 persone con formazione terziaria ogni anno, per un totale di 43.700 nell’intero periodo considerato, di cui circa l’80% costituito da laureati in discipline Stem, economiche, statistiche, sanitarie e giuridiche. I giovani in Italia sono pochi e in futuro saranno ancora meno. Oggi i 18-34enni sono 10.293.593: negli ultimi vent’anni si sono ridotti di oltre 2,8 milioni. Erano il 23,0% della popolazione nel 2003, sono scesi al 17,5% nel 2023 e tra vent’anni, nel 2043, si ridurranno al 16,4% del totale. Tuttavia, nel nostro Paese persistono sacche endemiche di dissipazione del capitale umano giovanile: i Neet 15-29enni, che non studiano e non lavorano, sono il 19,0% del totale, a fronte di una media europea dell’11,7% (siamo secondi solo alla Romania). Il 26,8% dei 18-24enni (oltre un milione) ha al più la licenza media e di questi l’11,5% (oltre 460.000) è classificabile come early school leaver, avendo lasciato precocemente gli studi.

RAPPORTO CENSIS SULLA SOCIETA' ITALIANA. IL SISTEMA DI WELFARE PERCEPITO NEL 2023

 Roma, 1 dicembre 2023 – La priorità del rilancio del Servizio sanitario italiano. Tra il 2012 e il 2019 la spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil è passata dal 6,7% al 6,4%, nel 2020 del Covid è salita al 7,4% e poi è scesa di nuovo al 6,7% nel 2022. Dal confronto internazionale emerge che nel periodo 2012-2019 in Italia la spesa sanitaria pubblica ha registrato un -0,4%, in Francia un +15,0%, in Germania un +16,4% e in Spagna un +7,7%. Negli anni 2019-2021, per effetto della pandemia, in Italia si è registrato un +6,7%, in Francia un +8,8%, in Germania un +16,6% e in Spagna un +13,5%. Secondo la Nadef, nei prossimi anni la spesa sanitaria pubblica italiana in rapporto al Pil diminuirà fino al 6,1% nel 2026. Insomma, risorse pubbliche per il Servizio sanitario nazionale declinanti nel tempo e strutturalmente inferiori a quelle di Paesi simili al nostro. Un altro fronte critico è lo shortage del personale sanitario. Il tasso di turnover (il rapporto tra assunti e cessati in un anno) è pari a 90 per i medici e a 95 per gli infermieri. Data la elevata età media, si stima che tra il 2022 e il 2027 andranno in pensione 29.000 medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale e 21.000 infermieri. Sono numeri che confermano una fragilità che potrebbe determinare in futuro costi sociali elevati.

martedì 31 ottobre 2023

POLITICHE SANITARIE. ZORZETTO D., L'avanzata dei Pronto soccorso privati, come funzionano e cosa si rischia, LA STAMPA, 31.10.2023

 si stanno diffondendo in tutta Italia, facilitati dal numero sempre crescente di persone arrabbiate di fronte alle code nei punti di accesso ai Dipartimenti di Emergenza-urgenza degli ospedali pubblici. Sono i Pronto soccorso privati, che da Nord a Sud stanno avendo successo. Molto successo. Perché la gente ragiona più o meno così: pago, ma posso risolvere il mio problema di salute subito e bene. Va detto, però, che se da una parte aumentano i punti di riferimento per chi è in emergenza, dall'altra c'è chi frena. Fabio De Jaco, presidente della Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza, prospetta un'ipotesi inquietante: "Siamo sicuri - dice - che chi accede a questi servizi poi non debba tornare al Pronto soccorso pubblico perché magari un mal di testa era un ictus o un mal di pancia un infarto e serve una Unità complessa per gestirli?".

LA GUERRA IN MEDIO ORIENTE. RAPINI L., Ecco come Hamas e i suoi leader diventano ricchi con la guerra: il patrimonio in mano ai vertici dell'organizzazione, LA STAMPA, 31.10.2023

 Mentre la popolazione della Striscia di Gaza non ha più pane, non ha più medicine, non ha più combustibile per far funzionare gli impianti che dissalano l’acqua del mare, Hamas e i suoi leader continuano ad arricchirsi. La denuncia arriva da alcuni tweet dello Stato di Israele, ma arriva anche da report, notizie recuperate da media arabi e non solo, audizioni ufficiali al Senato: insomma, tutte le fonti concordano nell’attribuire patrimoni milionari, o miliardari, ai vertici dell’organizzazione e allo stesso movimento militante islamico che governa Gaza e che ha attaccato brutalmente Israele il 7 ottobre.



RICORDO DI GIORGIO NAPOLITANO. GIUSTI, BERNARDESCHI, Dal Pci al liberismo e all’atlantismo, LA CITTA' FUTURA, 29.09.2023

 La regola diffusa ormai è quella di incensare una persona defunta con una sorta di celebrazione post mortem tanto acritica quanto figlia di quella cultura ipocrita e falsamente buonista ormai imperante. Le azioni compiute in vita, belle o brutte, restano tali anche dopo la morte e non cambiano in virtù del trapasso. Gli atti degli scomparsi Pinochet, Franco, Mussolini, Hitler, ma anche Craxi o Andreotti, restano tali e quali prima e dopo la loro dipartita. Perciò, in questo momento di lutto, pur con il dovuto rispetto per i suoi cari, consideriamo legittimo affermare che Napolitano abbia svolto un ruolo negativo per il Paese e soprattutto per i lavoratori.

L’assenza di punti di riferimento gioca brutti scherzi. Quando non esistono argomentazioni e letture della realtà, la soluzione migliore è quella di rivolgersi al passato esaltando l’operato di quanti dovrebbero essere invece ricordati criticamente menzionando fatti storici e documentandone gli scritti.

lunedì 1 maggio 2023

RUVIDE. STORIE DI LOTTE E LAVORO. REDAZIONE, Ruvide, il racconto delle lotte operaie e studentesche tra gli anni ‘60 e ‘80, DOMANI, 1 maggio 2023

 «Operai e operaie di tutto il paese unitevi. E raccontate la vostra storia davanti ad una telecamera». Così viene pubblicato online Ruvide, l’archivio audiovisivo sul movimento operaio italiano, che copre le lotte sindacali tra gli anni ‘60 e ‘80.

Ruvide è un archivio in cui andranno in scena online operai e operaie, braccianti e mondine, delegati dei consigli di fabbrica, intellettuali, funzionari e militanti dei partiti e delle organizzazioni della sinistra. Donne e uomini eredi consapevoli della Resistenza, che hanno conquistato gran parte dei diritti e tutele di cui oggi godiamo.



mercoledì 26 aprile 2023

GENERAZIONE SESSANTA-SETTANTA. UN ROMANZO DI STEFANIA NARDINI. BISOGNO M., La combattente di Stefania Nardini: intervista alla scrittrice che racconta un amore e la passione politica, L'INDIEPENDENTE, 21.07.2021

 Due dimensioni temporali: nel passato narrativo gli anni Sessanta e Settanta, la partecipazione politica, la fibrillazione sociale, le piazze gremite, le Università occupate, i collettivi. Nel presente narrativo, invece, la contemporaneità, che per chi ha vissuto quel periodo di ideali e desideri di cambiamenti radicali ha un retrogusto amaro. La combattente (edizioni e/o), l’ultimo romanzo della giornalista e scrittrice Stefania Nardini, meritevole di aver acceso l’attenzione in Italia e in Europa sulla figura del marsigliese Jean Claude Izzo, si snoda proprio su queste coordinate. Si disvela così il passato di Fabrizio, uno dei personaggi principali del libro, che di sé ha omesso la vicinanza alle frange armate dell’estrema sinistra e molti altri dettagli che sono la sua ansia continua, una specie di male di vivere che nasconde persino a Angelita, voce narrante e compagna di vita. Nonostante l’amore che li lega e del quale apprendiamo essenzialmente attraverso dei flashback, tra Angelita e Fabrizio c’è una distanza che si rivela segretezza, ambiguità, dolore. Per ricostruire quel che Fabrizio le ha omesso, Angelita arriva fino a Marsiglia, dove vecchie conoscenze  riportano a galla versioni di lui che la nostra eroina ignorava. Angelita è un personaggio d’ispirazione: non arrendevole, ostinata, attraversa stati d’animo diversi lungo lo svolgersi della storia. È bella perché non si sottrae. Con una scrittura affilata e piena di grazia, Stefania Nardini delinea il profilo di una donna moderna ma assolutamente inclassificabile, politicamente scorretta, a suo agio nei cortei, a raccontare le politiche sociali per i giornali che le commissionano i reportage. Una donna che a un certo punto si innamora e poi si dispera, ma che in ogni circostanza insegue la verità, il che è davvero illuminante.

Stefania Nardini vive tra Roma e Marsiglia. Come giornalista ha lavorato per Il Messaggero e per Il Mattino firmando pezzi sulla camorra. Insieme al marito, il noto e indimenticato giornalista Ciro Paglia (scomparso nel 2013) ha vissuto per anni in un grande casale, a Bettona, in Umbria.

ANTROPOLOGIA POLITICA. PIERRE CLASTRES. FILIPPI M., Il pensiero dissonante di Pierre Clastres, IL MANIFESTO, 19.04.2023

 L’antropologia politica. Il potere e le società contro lo Stato (ombre corte, pp. 79, euro 9, traduzione di Gianfranco Morosato) è un tassello indispensabile che si aggiunge alla sempre più ricca presenza dell’opera e del pensiero di Pierre Clastres in Italia. Il libro è composto da una lucida prefazione di Miguel Abensour e da due interviste dell’antropologo francese – la prima del 1974 con la rivista L’Anti-mithes e la seconda con Raymond Bellour pubblicata nel 1978, un anno dopo la scomparsa del brillante allievo di Lévi-Strauss, che tanta influenza ha esercitato sulla riflessione contemporanea da Deleuze e Guattari fino a Viveiros de Castro.



25 APRILE 2023. LETTERA DI MELONI AL CORRIERE DELLA SERA. MELONI G. AL CORRIERE. D. SERA, 25.04.2023

 Il testo, diffuso da Palazzo Chigi, della lettera della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Corriere della Sera in occasione della Festa della Liberazione.

Caro direttore,

oggi l’Italia celebra l’anniversario della Liberazione. Io stessa lo farò accompagnando il presidente della Repubblica Mattarella nella tradizionale cerimonia di deposizione di una corona di alloro all’Altare della Patria, mentre i ministri del governo parteciperanno alle altre celebrazioni istituzionali previste.



25 APRILE. LA LETTERA DI MELONI AL CORRIERE. GIOVANNETTI G., Anticomunisti e vicini ai fascisti. La Resistenza modello Meloni, DOMANI, 26.04.2023

 

  • Nella sua lettera al Corriere la premier ha esaltato il contributo dei patrioti osovani nel nord est del paese. Sono gli stessi che intrecciavano rapporti con i repubblichini e che nel dopoguerra entreranno in Gladio.
  • A differenza dei tanti che la indorano, Meloni sembra sapere che questi partigiani, più che combattere nazisti e fascisti, erano semmai a loro vicini in funzione anti titina.
  • Il dopoguerra ha visto brillare altre figure apicali del firmamento osovano, tutti, chi più chi meno, coinvolti, nei primi anni Sessanta, nelle trame golpiste del “piano Solo” del generale “partigiano” Giovanni De Lorenzo.

25 APRILE. LA LETTERA DI MELONI AL CORRIERE. BRANDO M., 25 aprile, la lettera di Meloni al Corsera va riletta: così si spiega il senso delle tante omissioni, IL FATTO, 26.04.2023

 La lettera che Giorgia Meloni ha inviato al Corriere della Sera (per raccontare il “suo” 25 aprile e l’evoluzione della destra erede del Msi) merita di essere letta due volte per capire meglio. Nel senso che non è interessante soltanto quello che scrive, lo è di più ciò che non scrive o che sottintende. Affrontando la missiva in questo modo si ha l’opportunità di spiegare a noi stessi – non alla premier, che sa bene ciò che (sotto)intendeva – il senso del contenuto, esplicito e implicito, e il significato di certe apparenti omissioni.

martedì 25 aprile 2023

25 APRILE 2023. IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

 «Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione». È Piero Calamandrei che rivolge queste parole a un gruppo di giovani studenti alla Società umanitaria, a Milano, nel 1955.

sabato 22 aprile 2023

CACCIARI E I NANETTI D'EUROPA. INTERVENTO AL FORUM DEL PD DEL 2018

 

Nanetti a casa nostra

NUOVO GOVERNO EMME. POLITICHE DEL TURISMO. DI GENOVA A. L’Italia è un paese «open to baratro», IL MANIFESTO, 22.04.2023

 Non sappiamo se la Venere-influencer ci andrà in bicicletta dimenticandosi il Colosseo alle sue spalle, stretta nella minigonna del suo tailleur blu da catalogo Postalmarket, oppure direttamente in motoscafo da Capri. Comunque, per rappresentare «l’eccellenza dell’italianità» quella ragazza in stato di alterazione da photoshop, mal disegnata (non certo da Botticelli) con un collage kitsch, approderà come prima tappa promozionale a Dubai, negli Emirati. Pronta a raccontare agli sceicchi quanto è buona la pizza napoletana ingurgitata sul lago di Como e com’è bello farsi un selfie in una piazza san Marco spettralmente vuota se si sfoggia un «outfit elegante» (parole del comunicato Enit). Il lancio della campagna turistica «Open to meraviglia», voluta dalla ministra Santanché e dalla sua delfina in Enit Ivana Jelinic, non poteva iniziare in modo migliore: a Dubai, in mancanza di una visita di cortesia agli oligarchi russi, oggi datisi alla macchia.


venerdì 21 aprile 2023

ANTROPOLOGIA POLITICA. LA DIFESA DELL'IDENTITA'. AIME M., L’identità e il falso concetto della destra: perché far leva sulle radici rassicura, IL FATTO, 20.04.2023

 La destra identitaria si richiama sempre di più a un passato – peraltro mitizzato dopo essere stato adeguatamente manipolato – per creare un nuovo ordine, basato sull’origine. Non a caso le sue retoriche fanno leva ora sulle radici, ora sul patriottismo, tutti dati che non sono il prodotto di scelte individuali, ma semmai il frutto di un destino. Nessuno di noi ha mai scelto dove nascere, semmai può tentare di scegliere dove vivere. Dico tentare, perché spesso questo gli viene impedito proprio da quei governi di destra, in nome della tutela dell’identità e dell’autoctonia.




IL NUOVO PD DI E. SCHLEIN. BALZANO S., Elly Schlein, la sua prima conferenza stampa mi è parsa un distillato di niente. Ecco perché, IL FATTO, 21.04.2023

 Una vera e propria tortura: non saprei in che altro modo definire l’esperienza di ascoltare l’intera conferenza stampa della nuova leader del Partito Democratico. Altro che Nanni Moretti col suo “D’Alema, di’ qualcosa di sinistra!”: la capacità di Elly Schlein è quella di parlare per ore e ore senza dire assolutamente nulla. Quando Schlein parla, in realtà resta in silenzio.



NUOVO GOVERNO EMME. SOSTITUZIONE ETNICA. SIMONE R. La grande sostituzione etnica abita nei retropensieri di Lollobrigida, DOMANI, 20.04.2023

 Dobbiamo deplorare o piuttosto compatire il ministro-cognato Francesco Lollobrigida? Dopo aver profetizzato che il crollo demografico italiano, se non compensato alla svelta, scatenerebbe la “Grande Sostituzione”, sommerso dalle critiche di chi gli ricordava la storia infame di quell’espressione, si è puerilmente difeso dicendo: non ne sapevo nulla. Sono ignorante, non razzista. L’ignoranza è però una delle componenti primarie del razzismo, spinge a parlare a sproposito e a usare termini e concetti che andrebbero maneggiati con prudenza da artificiere.



giovedì 20 aprile 2023

NUOVO GOVERNO EMME. RENATO BRUNETTA AL CNEL. DEL CORNO M., Brunetta, doppio flop da ministro della Pubblica amministrazione ma il governo Meloni lo premia con la presidenza del Cnel, IL FATTO, 6.04.2023

 Del merito e della meritocrazia, lui, si è sempre ritenuto la rappresentazione vivente. “Io, figlio di venditore ambulante, diventato professore, parlamentare, ministro”, ha ripetuto chissà quante volte Renato Brunetta. Perché? “Perché ho studiato, lavorato e mi sono impegnato più degli altri”. Al punto, sempre secondo Brunetta, e all’insaputa dell’Accademia reale svedese, di aver sfiorato il premio Nobel. “Volevo vincere il Nobel per l’Economia. Ero… non dico lì lì per farlo, però ero sulla strada giusta. Ha prevalso il mio amore per la politica, e non lo vincerò più”, disse nel 2011. Fustigatore dei “fannulloni” della Pubblica amministrazione, allergico allo smart working, a dispetto dei dati che smentivano un calo della produttività dei dipendenti pubblici, ne è stato due volte il ministro. Prima con Berlusconi a palazzo Chigi e poi con il governo Draghi. Caduto l’esecutivo dell’ex banchiere centrale, Brunetta, 72 anni, ha deciso di non ricandidarsi. Finalmente a godersi la meritata pensione, da ex professore, da ex parlamentare, da ex ministro. Insomma una condizione più che agiata.

mercoledì 19 aprile 2023

NUOVO GOVERNO EMME. LOLLOBRIGIDA E LA SOSTITUZIONE ETNICA. REDAZIONE, Presa di distanza della Lega su Lollobrigida dopo le dichiarazioni sulla sostituzione etnica: “Parole sbagliate, davvero brutte”. Il ministro: “Nessuna divisione nel governo”, LA STAMPA, 19.04.2023

 Continuano a creare non poche polemiche le parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sulle sostituzione etnica. E dopo le dichiarazioni di sdegno da parte dell’opposizione, arrivano commenti duri anche dalla stessa maggioranza, sponda Lega. «Il ministro Lollobrigida ha pronunciato parole veramente brutte, ha sbagliato la forma e spesso la forma è sostanza. Ma non considero sbagliato il suo ragionamento sulla necessità di aiutare le coppie italiane a fare più figli». Lo ha affermato il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega), intervenendo su La7 alla trasmissione 'L'aria che tira'. «Credo anche - ha aggiunto Centinaio - che non ci sia bisogno di 500mila immigrati per fare alcuni lavori, soprattutto in agricoltura. Dobbiamo piuttosto aiutare gli italiani ad avere un lavoro equo con uno stipendio equo».

NUOVO GOVERNO EMME. NEONAZISTI ALLE ELEZIONI IN UN COMUNE LOMBARDO. CAMURANI A., Azzate, il candidato sindaco neonazista e la lista dei «Dodici Raggi». La resistenza nel Comune del Varesotto, CORRIERE, 19.04.2023

 Sabato scorso, poco prima di mezzogiorno, un gruppo di persone ha varcato la porta del municipio di Azzate con in mano alcuni fogli. Ed è lì che i dipendenti comunali si sono accorti che le liste per le elezioni per il rinnovo del sindaco erano diventate quattro. Ma quando gli impiegati hanno notato le magliette indossate dai candidati, allora si sono resi conto che «Quelli della Contea» — il nome della lista arrivata pochi minuti prima della chiusura della finestra temporale prevista dalla legge — erano alcuni degli iscritti alla comunità militante dei «Dodici Raggi», nota con l’acronimo Do.Ra. Gruppo dichiaratamente neonazista al centro di indagini per ricostituzione del partito fascista che nel 2017 provocarono la chiusura della storica sede di Caidate (Sumirago, sempre nel Varesotto), riaperta l’autunno scorso proprio ad Azzate. Un gruppo al centro di continue polemiche per feste neonazi come quella di capodanno pubblicizzata con la foto degli ufficiali delle SS che bevevano vino. 



TELEGIORNALISMO ALL'ITALIANA. PROGRAMMI TV. L'ARIA CHE TIRA. 2022-2023

 Buon pomeriggio, una banale richiesta per cercare di ravvivare i programmi e rilanciare lo stato dell'informazione ridotta ad un triste spettacolo. Perché non cambiare gli invitati, politici, opinionisti e giornalisti dei vari talk che vediamo tutti i giorni? Possibile che non ci siano dei GIOVANI promettenti fra i politici, gli opinionisti e i giornalisti? I personaggi che vediamo da anni sono sempre gli stessi e  sono diventati degli stereotipi privi di attendibilità! Grotteschi perfino nei cognomi (possibile che l'imprenditore si chiami proprio Brambilla?) oppure nella messa in scena telematica a distanza, purtroppo dopo l'avvento del covid (dite al signor Borgonovo che cambi sfondo: via quel tendaggio rossiccio che lo fa somigliare - ma forse gli piace-  ad un lugubre personaggio alla David Lynch).


F. Borgonovo


L'imprenditore Brambilla, a destra nella foto. 
Immagine da Vesuvio Live it

4.11.2022