sabato 21 settembre 2013

POLITICA E VIOLENZA. REDAZIONE, Tav, nuove Br: “Il movimento faccia salto in avanti”. Governo manda altri 200 soldati, IL FATTO, 20 settembre 2013

Su internet circola un documento firmato da due brigatisti in carcere in cui si auspica uno scatto "politico-organizzativo" della protesta. Il movimento: "Provocazione che respingiamo al mittente". Alfano: "L'opera si farà. Delinquenti e bombaroli si rassegnino". Intanto nella valle arrivano rinforzi che si aggiungono ai 215 militari degli Alpini già presenti. Il Viminale: "Bisogna tenere alto il livello di attenzione e vigilanza". E la Procura aggiunge al pool di pm un magistrato antiterrorismo



Rimane alta la tensione in Val di Susa. Dal carcere in cui sono rinchiusi, Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi, militanti delle cosiddette “nuove Brigate Rosse”, invitano il movimento No Tav a “compiere un altro salto in avanti, politico-organizzativo, assumendone anche le conseguenze, o arretrare”. Il documento firmato dai due detenuti, intitolato “Contro la repressione, nuova determinazione”, è stato pubblicato su internet e sottolinea la “valenza antagonista di portata generale” del movimento contro l’alta velocità. E parla di ”simpatiche consonanze” fra i No Tav imputati nel maxi processo di Torino e la loro “dimensione di prigionieri rivoluzionari e dei nostri processi politici”.
Il movimento, però, respinge in toto l’accostamento tra nuove Br e NoTav: è “una provocazione che respingiamo con forza”, si legge in un comunicato firmato Comitato di lotta popolare – Bussoleno. La nota definisce come “fantomatico” il documento diffuso sul web a firma Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi. “Facciamo fatica a trovarlo sui siti internet, anche quelli di movimento”, ma comunque lo “rispediamo al mittente”.
L’appello brigatista arriva nel giorno in cui si annuncia lo schieramento di altri 200 soldati a difesa dei cantieri Tav in Val di Susa. Ma anche un nuovo prefetto a Torino, Paola Basilone, ex vicecapo della polizia. Il governo “blinda” i lavori della linea d’alta velocità che collegherà il capoluogo piemontese a Lione.  ”Lo Stato fa lo Stato”, spiega il ministro degli Interni Angelino Alfano. “La Tav si farà. Delinquenti e bombaroli si rassegnino”. E aggiunge: “Rafforziamo i contingenti che proteggeranno l’avvio dei lavori della talpa“. Una nota del suo ministero aveva già spiegato le ragioni dell’invio dei soldati: ”Dopo un’approfondita analisi delle manifestazioni di protesta e dei recenti episodi di danneggiamento a carico di alcune imprese, legati alla realizzazione della Tav Torino-Lione il Comitato, nell’evidenziare la necessità di tenere alto il livello di attenzione e vigilanza, ha deliberato, attraverso una rimodulazione del Piano di impiego dei militari nel controllo degli obiettivi a rischio, l’invio di ulteriori 200 unità per le esigenze di sicurezza del cantiere”. Finora erano circa 215 i militari del quinto reggimento Alpini impiegati nella difesa della recinzione del cantiere.
E anche la nomina di Paola Basilone, attuale numero due nazionale della polizia di Stato, peraltro resa nota da Alfano con un tweet, appare legata alla necessità di assicurare alla prefettura di Torino una guida salda ed esperta che tenga conto della difficile situazione in Valle di Susa, per gli attacchi dell’ala violenta del movimento No Tav. Basilone, 60 anni, prende il posto di Alberto Di Pace, che ha lasciato l’incarico il primo settembre e che ora ricopre il ruolo di capo dipartimento dei vigili del fuoco. Nel 2009 Basilone era stata nominata vice capo della polizia dal ministro Roberto Maroni, prima donna prefetto ad essere scelta per questo suolo dall’inizio degli anni Novanta.
Nel frattempo sono saliti a 4 i magistrati della procura di Torino impegnati nelle inchieste sui No Tav. Il nuovo ingresso è un magistrato che fa parte della squadra cui arrivano i procedimenti per casi di terrorismo. I procuratori aggiunti che coordinano il lavoro dei pm sono Andrea Beconi e il numero 2 della procura, Sandro Ausiello.
La scelta del ministero dell’Interno suscita più di una critica da parte delle opposizioni: “Mentre vengono arrestati esponenti di un noto partito di maggioranza per gli appalti legati alla Tav fiorentina – dichiarano i componenti Cinque Stelle della commissione Difesa – mentre cresce il dissenso in Italia e in Francia sull’anacronistica Torino-Lione, il governo Letta/Alfano non trova di meglio che spedire altri 200 militari in Val di Susa. E’ una scelta insensata, un uso anomalo delle nostre Forze Armate che se rassicura i signori delle tangenti da un lato rischia di esasperare gli animi dei cittadini dall’altro”. Mentre il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, aggiunge: ”Il governo la deve smettere di militarizzare la valle e di trattare la Tav come un problema di ordine pubblico. E, visti gli strani episodi delle ultime settimane, non vorremmo che stessero implementando anche la presenza di uomini dei servizi segreti… Quell’opera inutile e dannosa è una questione politica e va affrontata come tale”.

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