martedì 27 settembre 2016

POLITICA DELL'UNIVERSITA'. DOCENTI FAMILISMO E PLAGIO. I. VENTURI, Ateneo di Bologna, il docente agli allievi: "Copiate, lo fanno pure i prof", LA REPUBBLICA, 27 settembre 2016

BOLOGNA - "Cari studenti, vi annuncio che non vigilerò per evitare che voi copiate agli esami". Comincia così la lettera aperta che ieri il professore Lucio Picci ha inviato ai suoi allievi. Una miccia, accesa in modo provocatorio per far esplodere il caso di plagi accademici impuniti all'Alma Mater, un vero e proprio sistema secondo il professore di Politica economica. L'autodenuncia è durissima e arriva proprio nei giorni in cui il garante anti-corruzione Raffaele Cantone ha sollevato un polverone sul nepotismo e i concorsi truccati nell'università italiana. Picci apre un altro fronte, quello di chi copia e non viene punito. "In coscienza - scrive agli studenti - non posso chiedere a voi il rispetto di regole che l'università permette a noi professori di violare". Il docente ne fa una questione di onestà intellettuale. "Da quello che noi pubblichiamo dipende la nostra carriera e la nostra reputazione. Da qui l'esigenza di avere chiara la paternità di ogni nostro scritto".


Nella lettera, resa nota al Tg3 regionale e pubblicata nel web, si parla di almeno tre casi di plagio. Senza nomi, fatti invece in un dossier che Picci, da anni paladino della lotta al plagio in ateneo, non ha messo online né inviato ai suoi studenti. "Uso la parola "sistema" con prudenza - precisa il professore - non vi è alcuna congiura, ma agiscono dei meccanismi, non previsti dalle leggi e dai regolamenti d'ateneo (anzi, malgrado le une e gli altri), che nei fatti garantiscono l'impunità. Essi si basano su una fitta rete di connivenze che, attraverso la segretezza, conduce al sistematico mancato accertamento dei casi di plagio e al loro occultamento".

Il caso che recentemente è tornato fuori e a cui Picci fa riferimento (senza nomi) nella lettera è quello del conferimento del titolo di emerito al professor Enrico Lorenzini, accusato di plagio sedici anni fa. A raccogliere il malessere di alcuni universitari era stato lo stesso Picci con una lettera al rettore Francesco Ubertini, poi seguita a giugno scorso da una richiesta di "fare chiarezza" firmata da cinque ex laureati del docente designato emerito, tra cui Silvia Prodi, nipote dell'ex premier Romano. Ubertini non ha mai risposto, così come per ora l'ateneo, chiamato nuovamente in causa, non replica.

Nella lettera agli studenti viene citato un secondo caso, più recente di un docente nominato alla guida di "una istituzione di ricerca bolognese" il cui nome "appare affiancato dalla parola plagiarism nel sito web di una nota istituzione scientifica". "L'anno scorso il responsabile di un'importante istituzione scientifica estera scrisse al direttore di un nostro dipartimento, per segnalare che un professore aveva copiato altri autori, in una sua ricerca da loro pubblicata - denuncia Picci - il direttore ne diede comunicazione ai membri di quel dipartimento il 22 gennaio 2015", poi "trasmise la segnalazione al rettore". E non se ne seppe più nulla. Il riferimento è alla segnalazione del ricercatore Christian Zimmermann della Federal Reserve Bank of St. Louis del 12 gennaio 2015 che mette in allerta sul possibile plagio a proposito di un lavoro firmato dal professor Pier Giorgio Ardeni che ha poi chiesto di ritirare il quaderno in questione chiarendo che si trattava di una versione non rivista del documento. L'indicazione dell'Ateneo fu di rimuovere il file lasciando in chiaro solo il nome dell'autore e il titolo con la dizione: "removed on upon request from the author".

"Perché ci si rifiuta di fare chiarezza? ", si chiede il professore reclamando l'accertamento dei fatti, come fece già nel 1999, sollevando il "caso Zamagni" (episodio che il professore chiarì). Vecchissime storie. Picci fece anche una battaglia sulle accuse di plagio mosse all'ex sindaco Flavio Delbono nel suo dipartimento di Scienze economiche. Ora come allora chiede che si faccia luce sul fenomeno di chi copia nelle pubblicazioni scientifiche e che questo, se accertato, abbia conseguenze. "Dovrebbe contare la sostanza: le accuse di plagio sono vere o false?".

Terreno delicato, dove si consumano scontri accademici, dossieraggi, denunce anonime talvolta usate, al contrario, per stroncare le carriere. E dove difficilmente si arriva a provvedimenti
 dell'università. Picci conclude la lettera ricordando che, al contrario, una studentessa scoperta a copiare a un esame è stata sospesa per tre mesi. Due pesi e due misure. "Se siamo impuniti noi professori, lo siate anche voi. E su questo il rettore apra nei mie confronti un procedimento disciplinare".

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