La formazione obbligatoria dei docenti, introdotta con
il comma 123 della Legge 107/2015, presto sarà effettiva: sono previste 125 ore
da fare ogni triennio.
La Flc-Cgil ha realizzato un documento proprio “sull’introduzione alla bozza del Piano Nazionale di Formazione”.
Dal documento si evince che si sta attuanto una
“pesante intromissione del documento su aspetti tipicamente contrattuale”.
Il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo riassume, a tal
proposito, quanto si sta concordando al ministero dell’Istruzione, anche se gli
spazi di manovra per il sindacato appaiono davvero ridotti:
a) viene (re)introdotta la quantificazione della
formazione obbligatoria attraverso il seguente meccanismo:
1. viene istituita una nuova unità di misura per
quantificare l’impegno in attività di formazione: l’unità formativa.
3. Ogni unità può essere costituito da una pluralità
di attività:
• formazione in presenza e a distanza
• sperimentazione didattica e ricerca/azione
• lavoro in rete
• approfondimento personale e collegiale
• documentazione e forme di
restituzione/rendicontazione, con ricaduta nella scuola
• progettazione
4. Di norma, per ogni unità formativa devono essere
previste almeno 8 ore per attività in presenza
5. ciascun docente deve acquisire almeno cinque unità
formative nel triennio.
In conclusione l’obbligo
della formazione è pari, nel triennio, ad almeno cinque UF pari a 125 ore di
impegno, di cui almeno 40 ore devono essere relative ad attività in presenza.
b) Vengono introdotte le unità formative certificate
per “itinerari formativi di notevole consistenza”, ad esempio:
• formazione sulle lingue e il CLIL
• coinvolgimento in progetti di rete
• particolare responsabilità in progetti di formazione
• ruoli di tutoraggio per i neoassunti
• animatori digitali e team dell’innovazione
• coordinatori per l’inclusione
• ruoli chiave per l’alternanza scuola-lavoro
Tali UFC “potranno essere utilizzati a valere sui
riconoscimenti di professionalità previsti dalle norme di legge” (leggasi
“bonus”).
c) Viene generalizzato e reso obbligatorio il bilancio delle
competenzeche è la base del Piano individuale di sviluppo
professionale che ogni docente è tenuto ad aggiornare e verificare
periodicamente. Il
dirigente scolastico curerà la raccolta dei piani di sviluppo professionale dei
propri docenti e relativi aggiornamenti entro il 1° ottobre al fine di preparare, all’interno
dell’aggiornamento annuale del PTOF, un piano delle attività formative.
d) Viene
istituito il portfolio del docente, con una finalità chiarissima:
“L’intera storia professionale del docente (….) sarà presa in considerazione
per giungere a decisioni più eque e rispondenti alle esigenze della scuola o
delle scuole in rete, evitando una mobilità professionale determinata
unicamente da procedure burocratiche.”.
e) La formazione nell’ambito del sistema per lo
sviluppo professionale rappresenterebbe la strumento
principale della valorizzazione della professione docente e delle prospettive
di carriera attraverso
alcuni meccanismi introdotti dalla Legge 107/15:
- riconoscimento di impegni e meriti, (bonus)
- scelta “mirata” della sede di servizio (chiamata
diretta)
- assegnazione di incarichi specifici all’interno
della scuola.
f) È previsto l’utilizzo
di uno o più docenti della rete di ambito territoriale per organizzare autonomamente
la formazione. La Flc-Cgil fa notare che questa novità, tuttavia, si
attua al di fuori da qualsiasi riferimento contrattuale.
Per il sindacato Confederale, il giudizio delle linee
applicative del Miur sulla formazione obbligatoria è pertanto negativo. Perché,
scrive, è “evidente che il perimetro di riferimento del Piano è a docenti il
cui rapporto di lavoro è regolato dalla Legge e non dal contratto nazionale. Si
tratta di un modo di
procedere non solo inaccettabile, ma che pretende imporre unilateralmente nuovi
impegni a lavoratori le cui retribuzioni, peraltro, sono ferme da ormai molti
anni”.
A questo proposito, riguardo alle risorse della legge
107/15, la Flc-Cgil fa notare che “non sono chiariti i criteri di ripartizione
tra iniziative nazionali e risorse
da destinare alle reti di scuole. Risorse queste ultime che andrebbero ad una
scuola capofila per ciascuno dei 321 ambiti scolastici territoriali”.
Per questo, è necessario
fare chiarezza sulle risorse del PON che, in tema di formazione del personale,
non solo sono cospicue, ma che hanno una precisa finalizzazione nell’ambito delle azioni
programmate”.
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