domenica 9 agosto 2020

BONUS DI STATO E L'ANONIMA PARLAMENTARI. REDAZIONE, Lo stipendio da 12mila euro non basta: cinque deputati hanno preso il bonus 600 euro. Fico: “Li restituiscano”. Di Maio: “Si dimettano”, IL FATTO, 9 agosto 2020

 Lo stipendio netto da 12.439 euro, evidentemente, non era sufficiente. Lo volevano arrotondare con il bonus che il governo, in piena emergenza Covid, ha introdotto per le partite Iva che a marzo e aprile si sono trovate in estrema difficoltà causa lockdown. Così cinque deputati della Repubblica italiana, rivela Repubblica, hanno fatto richiesta all’Inps per ottenere i 600 euro. Immediato il diluvio di reazioni politiche, tra richieste di scuse, di dimissioni e di restituzione dei soldi.

I nomi sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore”. E “non in importa di quale forza politica” siano. La viceministra all’Economia, Laura Castelli, dal canto suo chiede che “si intervenga presto per capire chi ha richiesto i bonus”.


Per il presidente della Camera Roberto Fico “è una vergogna: questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. È necessario ricordarlo sempre”. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e fino a gennaio capo politico del Movimento 5 Stelle, su facebook commenta: “È vergognoso. È davvero indecente. I nomi sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore”. E “non in importa di quale forza politica” siano. La viceministra all’Economia, Laura Castelli, dal canto suo chiede che “si intervenga presto per capire chi ha richiesto i bonus”. E sottolinea: “Quando abbiamo pensato a questi provvedimenti, li abbiamo scritti per aiutare chi davvero stava soffrendo, chi si era ritrovato di colpo in difficoltà, chi ne aveva bisogno davvero”.


Dal fronte Pd parla per ora solo il vicepresidente del Gruppo alla Camera Michele Bordo: “La richiesta è davvero inqualificabile. Spero che restituiscano subito i soldi o che il Presidente Roberto Fico trovi immediatamente la maniera per porre rimedio a questa ingiustizia, che è uno schiaffo enorme nei confronti di chi ha realmente bisogno, specie dopo l’emergenza sanitaria”. Il deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, Giorgio Mulé, esprime “perplessità e sconcerto, per tacere della vergogna”. E ricorda: “Molti di noi, nei mesi dell’emergenza e non solo, hanno destinato in tutto o in parte l’indennità di parlamentare in favore di chi era in difficoltà o lottava in prima linea. Accanto a noi c’era invece qualcuno che senza alcun rispetto ha intascato il bonus”. Ora “chi ha usufruito del bonus esca volontariamente allo scoperto e spieghi se, magari e auspicabilmente, si è trattato di un errore dovuto allo zelo di un consulente. Non c’è alcun segreto da proteggere né alcuna privacy da tutelare nell’attività di un parlamentare”.

A scoprire il magheggio (che, va detto, è senz’altro inopportuno ma non illegale) è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’istituto previdenziale, scrive Repubblica. I cinque deputati, dunque, con una mano approvavano lo scostamento di Bilancio per finanziare le misure di aiuto e con l’altra facevano richiesta del bonus. Nonostante, come si sa, in quanto parlamentari oltre allo stipendio godano anche di svariati benefit: dai trasporti gratis ai 3mila euro per le spese telefoniche fino all’assistenza sanitaria.

 600 euro, previsti dai decreti Cura Italia e Rilancio, erano destinati alle partite Iva e ad alcune specifiche categorie di autonomi. Vista l’emergenza in corso, senza alcuna distinzione di reddito tra i lavoratori. Tuttavia sono state migliaia le persone che, pur avendo diritto all’indennità, hanno scelto di non riceverla in considerazione della propria situazione patrimoniale. Non è stato così per i cinque parlamentari. Che nonostante il lauto stipendio hanno incassato il bonus, alla faccia di chi, in quei mesi, ne aveva realmente bisogno.

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