Ida Dominijanni giornalista e filosofa della politica, fa parte del Centro studi per la riforma dello Stato di Roma. È stata responsabile delle pagine culturali del manifesto e collabora oggi con varie testate. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista a Roma Tre ed è stata fellow alla Society for the Humanities della Cornell University. È autrice dei volumi “Il trucco. Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi” (Ediesse 2014) e “2001. Un archivio. L’11 settembre, la war on terror, la caccia ai virus” (manifestolibri 2021) e coautrice di svariati volumi collettanei, per ultimo “Esiste una guerra giusta?” (Utet 2023).
Si vive in tanti modi, si muore in tanti modi. Dare forma alla propria fine è un modo per ricomporre la forma della propria vita, e per consentire a chi resta di ereditarla senza sfigurarla. Non è da tutti: ci vuole del talento, e il dono del tempo necessario per poterlo fare. Mario Tronti, uno degli intellettuali comunisti più originali e influenti del Novecento italiano ed europeo, è morto il 7 agosto 2023 a novantadue anni, dopo una malattia abbastanza veloce da sottrarcelo senza che noi – le sue “amicizie politiche”, come gli piaceva chiamarci – ce ne rendessimo conto, ma abbastanza lunga da fargli licenziare il libro a cui stava lavorando. “Questo è pronto”, aveva detto consegnandolo a sua figlia Antonia pochi giorni prima di andarsene. Il testo è ora in libreria per il Saggiatore, a cura di Giulia Dettori, titolo (hegeliano) Il proprio tempo appreso col pensiero, sottotitolo (scarno) “libro politico postumo”. La copertina bianca con sopra il tronco di un albero rosso riproduce la ginestra essiccata che Tronti aveva fatto verniciare nel giardino della sua casa di Ferentillo dove si rifugiava a scrivere, ma funziona anche come citazione cromatica del quadro di El Lissitzky del 1920 sulla rivoluzione bolscevica, Spezza i Bianchi col cuneo rosso, di cui Tronti teneva sempre una copia bene in vista sulla scrivania e che ricorre anche in quest’ultimo scritto.