giovedì 24 gennaio 2013

DESTRA ITALIANA. INTERVISTA A N. COSENTINO. CONCHITA SANNINO, Cosentino: "Schifato da Silvio. Io l'ho salvato, lui mi ha tradito", LA REPUBBLICA, 24 gennaio 2013


Cosentino, è stato ex sottosegretario Pdl, ex coordinatore regionale, tra 50 giorni sarà ex deputato e forse anche ex libero cittadino se la mandano in carcere. Perché finisce così la sua prima vita politica?
"Perché sono stato bersaglio di un gioco delle parti, tra più parti. Ora mi difenderò bene nei processi, e mi vergogno di dire che non ho ancora letto con attenzione i miei atti (anche perché ho due avvocati di spessore), tanto mi fanno ridere questi pentiti. Ma chi se l'aspettava un tale trattamento dalla mia Pdl? Chi immaginava che Berlusconi potesse svendere tutti i suoi discorsi sulle garanzie per dedicarsi alle pulizie di stagione (strumentali), l'ultima vanità, dice qualcuno".

Dicono che lei non andrà a votare o annullerà la scheda.
"Come faccio a rinnegare una vita? Questo no. Però non faccio null'altro. D'altro canto, non hanno detto che li danneggio se accosto la mia faccia alla loro? E poi non devo tenere conto delle riflessioni dei giudici? Qua finisco a Poggioreale...".

Lei era in trappola e non lo aveva capito?
"Più ci ragiono, più l'ipotesi di un piano a tavolino si fa strada. Eliminarmi all'ultimo per evitare ogni contraccolpo. Mah. Berlusconi ha subito una specie di mutazione genetica, io non l'avrei ritenuto capace di calcoli miseri. Poi, sia chiaro, io non ammazzo il padre, ha le sue capacità, resta lucido e freddo. Il punto è che Cosentino, con tutti i suoi limiti e col marciume che vogliono buttargli addosso, mai avrebbe fatto questo". Squilla il cellulare, è la fedelissima addetta stampa Paola Picilli, appena divertita: "Senti, il Presidente non ce la può fare che tu non rispondi alle telefonate. Dice che vorrebbe avere "esclusivamente l'opportunità di dirti grazie!"". Cosentino: "Ah sì. Digli che non mi trovi. Anzi no, digli che mi hai trovato ma voglio stare tranquillo". Chiude: "Ai miei tempi si diceva: è il minimo sindacale".

Berlusconi non la teme? Lei è il Cosentino che ha messo a tacere le famiglie di Noemi Letizia e di Roberta Oronzo quando la parola "olgettina" non esisteva, quando un eventuale racconto di quelle minorenni minacciava tutto ciò che aveva costruito l'ex premier, lei è quello che faceva sparire i rifiuti...
"Sì, io ho sempre risolto problemi, ma non ne ho mai creati al Pdl. Faticai tanto a convincere il sindaco di Terzigno, Auricchio, ad aprire la discarica sul Vesuvio, sennò veramente affondavamo tutti nella monnezza. E meno male: allora non c'erano le navi di rifiuti verso l'Olanda. Poi sì, tranquillizzai quelle ragazze...".

Un eufemismo. Passò loro varie utilità, ne comprò il silenzio.
"Diciamo la verità, quelle due ragazze cos'erano a confronto di tutte... di tutto quello che è uscito dopo? Niente".

Qualcuno sospetta che ci fosse lei anche dietro la talpa di Santa Maria Capua Vetere che procurò la "velina" dell'ignobile dossieraggio contro Dino Boffo.
"No, un momento. Stiamo parlando a cuore aperto, mo'? Non scherziamo, io di quella roba là non so niente".

Altro squillo. C'è un'emergenza, richiama la Picilli. "Senti, vorrebbero che ti mettessi tu a ricomporre: hai visto no che la Carfagna spara contro Nitto Palma? Lo vogliono far fuori". Nicola alza solo di un tono la voce. "Ma non hanno capito che io mo' devo pensare a me? Si mettessero loro a riparare i cocci". E chiude.

Cosentino, dalla politica ha avuto tanto. Che cosa ha dato?"Ho dato moltissimo. Avrei potuto avere quello che era giusto"

Lei ha avuto in mano il partito in Campania.
"Sì, ma oggi potevo essere governatore della Campania. Se non ci fosse stato questo accanimento contro di me. Invece c'è Caldoro, un politico che rispetto ma che non ha nerbo, responsabilità".

Lei e i suoi presunti soci della P4, tutti inquisiti a Roma, faceste un dossier diffamatorio per azzoppare Caldoro. Ora potrebbe dire: oltre che un grave reato, fu un clamoroso errore.
"Certamente quella cosa ha segnato i rapporti, ma io dissi agli altri "buttate quelle carte..." . Io non c'entravo proprio nulla in quella storia. E comunque Caldoro si vede che soffre ad amministrare, non è cosa sua, non ha migliorato di niente le condizioni di vita dei cittadini campani. Basta vedere a che punto è oggi il piano rifiuti, i trasporti...".

Le ricordo che ai Trasporti c'è un assessore voluto da lei, Sergio Vetrella, uno scienziato che nel settore non si è rivelato un fulmine...
"Però se fossi stato il ras che qualche stupido crede mica avrei consentito a Stefano di farsi i suoi assessori tecnici, per carità. Invece se non gli mettevo le nostre 14 liste ma dove andava lui, con Bocchino, con la Carfagna? Lui si candidò alla Provincia negli anni Novanta, ma chi se n'è accorto, nessuno!"

La guerra tra lei e Caldoro non ha mai avuto soste.
"Ma questa favola della guerra a Caldoro è smentita nei fatti. Se io fossi stato il padre-padrone del partito avrei permesso che lui nominasse gli assessori tecnici che non mi piacevano?"

A chi si riferisce?
"A Trombetti, a Nappi, alla Miraglia, per esempio. Io invece vengo da una scuola politica in cui ho sempre cercato di rispettare le varie sensibilità e intelligenze".

Praticamente lei è un benefattore.
Ride. "Faccio un esempio banale. Io sono subentrato ad Antonio Martusciello, ex coordinatore. Eppure non ho marginalizzato suo fratello Fulvio, che anzi con me è diventato capogruppo in Regione, perché ne riconosco l'intelligenza. Ma, tornando a Caldoro, le sembra giusto che non abbia mai dato ascolto a Nitto Palma quando il commissario ha sempre visto quello che anche io vedevo? E cioè lo strapotere dell'Udc che in Regione sta con noi e a pochi metri, in Comune, ci tradisce e sta con de Magistris. Tra l'altro, Caldoro parla sempre di etica ma si è fatto dare dei punti dal sindaco. Almeno de Magistris ha fatto dimettere i suoi assessori che si candidano al Parlamento. Stefano, neanche quello".

Cosentino, che le accade: sta facendo un complimento al suo acerrimo avversario de Magistris?
"Io penso che de Magistris sia, politicamente parlando, un figlio di buona scuola, ecco".

Deve prenderlo come un complimento?
"Non scherzo. Ci vuole una grande abilità per stare a galla fuori degli schieramenti. Certo, poi bisogna vedere come è amministrata la città".

Torniamo al suo campo. Da 48 ore lei ha aggiunto un nome insospettabile alla lista dei presunti nemici: Luigi Cesaro?
"Con lui ho chiuso, mi faccia dire questo".

Dicono che Cesaro, mentre lei si batteva a via dell'Umiltà per non esser cacciato dalla lista, sgattaiolava tra quarto e quinto piano, andava dal segretario Angelino Alfano a trattare. È vero?
"Io non lo voglio chiamare in nessun modo, né traditore né altro. Io e la mia famiglia non abbiamo spartito lo stesso pane con lui e i suoi fratelli. Io ho il mio stile, loro un altro".

Se è per questo, anche i suoi fratelli sono grandi distributori di petrolio, sono al centro di accertamenti per grandi business.
"Ma i miei fratelli non ottengono appalti per realizzare piscine e opere pubbliche con amministrazioni di destra e di sinistra (chiara allusione ai Cesaro brothers, ndr). Sia chiaro. Ognuno fa quello che vuole. Strade ormai separate".

Ora mi dice quale dei suoi fedelissimi se n'è scappato via con le liste gridando alla "porcata": Michele Izzo o Luciana Scalzi?
"Non avete capito. Lasci perdere Luciana o Michele, sono amici. Chi lo ha fatto, ha agito per proteggere il lavoro che avevamo fatto per settimane, per evitare quello che è successo dopo: quando sono scomparsi all'improvviso dalla lista alcuni nostri referenti perché ne entrassero altri".

Per esempio, come Marco Mansueto, il consigliere comunale?
"Ecco, per esempio".

Squillo. Ora al telefono c'è un tale Cardamuro, del comitato contro le demolizioni di case costruite senza licenza. Nicola declina il suo invito: "No Cardamuro, no. Mi spiace: non partecipo a nessuna iniziativa. No, davvero non posso: e qui si va in galera, se mi agito, è chiaro? Ve la caverete lo stesso. Anzi, ditelo a tutti gli amici: gli abusivi stanno sempre nel mio cuore".

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