sabato 12 gennaio 2013

POLITICI DA DIMENTICARE. MICHELE PROSPERO, La miseria degli Ichino che votarono alle primarie, L'UNITA', 11 gennaio 2013

E meno male che è «salito» in politica per restituirle la dignità etica smarrita. Con le sue disinvolte campagne acquisti, Monti recluta con destrezza nuovi adepti in fuga dal Pd (ma anche dal Pdl) e li piazza subito nelle teste di lista. Con il suo trasformismo ben stagionato, il premier tecnico pare immerso in pieno nel clima del calcio mercato invernale, che è poi quello di riparazione.



E, in effetti, percependo che la sua squadra, così come gliela hanno fornita il presidente della Ferrari con l’ausilio di Fini e Casini, non è troppo competitiva, il professore va alla ricerca di rinforzi. Per la «salita» è disposto a raccattare tutto quanto gli consenta di scalare i bassifondi della classifica, anche al costo di aiutare Berlusconi a vincere al Senato in Lombardia o in Sicilia. Questo soccorso al Cavaliere è peraltro il presupposto tacito del successo dell’operazione catenacciara orchestrata da chi «sale» in politica in nome di una chiamata etica irresistibile. Se si fosse limitato a discendere in campo, Monti chi sa che cos’altro avrebbe combinato.
Per difendere con le unghie la sua Seconda Repubblica giunta ormai al crepuscolo, Berlusconi aveva ingaggiato il fido Scilipoti. Il rattoppo ha però funzionato per poco. E poi tutto è saltato in aria. Per edificare la sua Terza Repubblica, Monti chiede i servigi a Ichino e ad altri transfughi pronti al salto della quaglia per riparare all’offesa tremenda di essere rimasti fuori dalle liste. E la sua impresa, con simili apporti di politici mossi non proprio dalla weberiana etica della convinzione, non avrà migliore sorte di quella del Cavaliere.
Da un esperto di flessibilità in uscita come Ichino, ci si poteva certo aspettare di tutto per l’invenzione di fantasiose vie di fuga utili per licenziarsi da un partito che pure lo aveva portato in Parlamento. Ma cambiare casacca dopo aver giocato una parte di primo piano anche nelle primarie è uno spettacolo poco nobile. Le conversioni tardive di chi, pur di conservare il seggio perduto, cambia cavallo in corsa, da sempre appartengono alle piccole miserie della politica. Di nuovo oggi c’è però che, con queste pratiche spicciole gestite all’insegna della banalità del transfughismo, si intende addirittura indicare la mappa della «salita» verso un’etica alta della politica. Monti «sale» verso un decadente basso impero, ma lo chiama Terza Repubblica.

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