venerdì 19 giugno 2015

ELEZIONI IN EUROPA. DANIMARCA. L. STEINMANN, La Danimarca vira a destra: dai Balcani alla Scandinavia ecco le paure degli europei, L'ESPRESSO, 19 giugno 2015

l Centrodestra dell'ex premier Lars Lokke Rasmussen vince le elezioni in Danimarca battendo il Partito socialdemocratico della premier dimissionaria Helle Thorning-Schmidt. Con la conquista di oltre 90 seggi su un totale di 179, il blocco conservatore, grazie anche all'affermazione dei populisti xenofobi del Partito del popolo danese, ottiene la maggioranza necessaria per candidarsi alla guida del paese. Al Centrosinistra sono andati invece complessivamente 85 seggi. Gli euroscettici e anti-immigrati del Partito Popolare con il il 21% dei consensi sono il secondo partito nazionale ( Bbc ).



GRECIA, LUNEDI' BANCHE CHIUSE

Non si attenuano le tensioni tra Grecia e creditori. Qualora il governo di Atene non ripagasse i propri debiti alla Troika entro il 30 giugno cadrà in default parziale, ha detto la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Cristine Lagarde. A seguito del mancato accordo tra le due parti le banche greche hanno annunciato che lunedì prossimo rimarranno chiuse.Per scongiurare questa eventualità è stato convocato per lunedì stesso un Consiglio europeo straordinario ( Reuters ).

RUSSIA, ECCO IL PREZZO DELLE SANZIONI

La crisi con la Russia, aperta dalla battaglia delle sanzioni, costerà ai Paesi dell'Unione europea e alla Svizzera circa 100 milioni di euro in valore aggiunto di beni e servizi e metterà a rischio altri due milioni di posti di lavoro. E' quanto emerge da un documento dell'istituto  Wifo  (Istituto austriaco per la ricerca economica). Nella sola Italia il calo di occupazione nel lungo periodo sarà 215mila posti di lavoro, mentre le perdite del valore aggiunto della produzione ammonteranno a quasi 12 miliardi ( Repubblica ). 

UNCHERIA, LA UE BOCCIA IL MURO

L'annuncio da parte del governo ungherese di volere costruire un muro lungo il proprio confine con la Serbia, per impedire ai migranti di oltrepassare la frontiera, ha destato grande scalpore in Europa. Il premier Viktor Orban e il Ministro degli Esteri ungherese hanno però rivendicato la legalità della propria decisione, sostenendo che sia conforme ai trattati internazionali. Si tratta, dal loro punto di vista, di una misura adottata per fare fronte alle politiche “lente e fallimentari” della Ue in merito alla gestione e al contrasto dei flussi migratori ( Telegraph ).

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